RABBIA

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Nick se andò sospirando.

Rivolsi nuovamente la mia attenzione a Jake, che mi stava fissando con una tristezza infinita.

"Ok, so a cosa stai pensando... E la risposta è no, assolutamente no! Non mi ricordo affatto di lui... E' solo che... Mentre ho questi svenimenti, ho come delle visioni... Non so come spiegarlo... Mi compaiono delle piccole scene della mia vita... So che sembra assurdo... Ma...","Tranquilla, so che ti ci vuole del tempo per ricordarti tutto... Sono solo preoccupato... La trasformazione di Nick potrebbe essere stata localizzata... E se questo fosse accaduto... Lui ti crederà morta... Questo... Questo significherebbe guerra aperta... Niente potrà placare la sua rabbia... E per quanto io sia diverso da lui e per quanto io lo odi... Lo posso capire... Perderti non è una cosa facile da accettare...".

La sua voce si stava alzando, sembrava volesse quasi esplodere, respirava in maniera irregolare, i muscoli delle braccia davano l'impressione di pulsare, come per ingrandirsi, non era una cosa normale e soprattutto dopo quello che mi era appena accaduto non era una cosa da sottovalutare, nessuno mi assicurava che lui non fosse come Nick, nessuno mi assicurava niente in quel momento, dovevo pensare a qualcosa, e in fretta.

Gli presi la mano stringendola dolcemente e cercando di sembrare il meno allarmata possibile sussurrai, "Jake, sta calmo... Jake calmati, devi stare tranquillo, andrà tutto bene...".

La sua mano in un attimo diventò sudata e la tolse con violenza dalla mia, tremava, si avvicinò alla finestra reggendosi in piedi a mala pena.

Mi alzai dal letto, la schiena e la testa mi facevano malissimo, ma in quel momento non mi importava, la preoccupazione e la paura avevano il preso il sopravvento su qualunque altra mia emozione.

Il ragazzo si girò verso di me, i suoi occhi stavano cambiando colore, i suoi muscoli e la sua statura stavano aumentando, la stanza prese a girare insieme a lui davanti ai miei occhi...

"Il ponte della nave era ormai deserto, io ero lì appoggiata alla balaustra che parlavo con un ragazzo, alto, relativamente muscoloso che mi parlava.

"Quindi, i tuoi cari amici non ti hanno ancora spiegato niente, o mi sbaglio?".

Non capivo dove volesse arrivare, anzi in realtà non sapevo nemmeno a che cosa si riferisse.

"Non mi hanno detto niente a proposito di cosa?", "Bè a proposito della mia, della loro e soprattutto della tua natura...", "Dove vorresti arrivare?".

Quel discorso mi incuriosiva sempre di più, quasi quanto mi spaventava.

"Come immaginavo... Non sai niente neanche a proposito del simbolo che hai sulla spalla? Mi dispiace, davvero tanto...".

Per un attimo osservai il suo viso, aveva un'espressione terribilmente arrogante e allo stesso tempo affascinante, ero decisa una volta per tutte a chiedergli tutto, ma prima che riuscissi a pronunciare una sola parola, arrivò Jake.

"Ehy, tu! Lasciala stare chiaro?", "Calmati, stiamo solo parlando, per ora...", sottolineò quella frase mettendomi un braccio intorno al collo, e facendogli l'occhiolino. 

Mi scostai subito, non mi sentivo a mio agio stando così vicina a lui.

"Tu devi starle lontano!" gli ringhiò Jake.

"No! Io faccio quello che mi pare e, oltretutto, sto cercando di dirle la verità... Quella verità che tu e il tuo caro fratellino non le volete assolutamente dirle...", l'ultima frase l'accompagnò con un sorrisetto poco marcato.

"Non osare dirle niente!", "Perché? Perché non deve dirmi niente Jake? So che c'è qualcosa di strano e ho il diritto di sapere!!" urlai io, ero stufa di quei comportamenti, di quei litigi, di quei misteri, volevo vederci chiaro una volta per tutte, volevo sapere tutta la verità.

"Quando sarà il momento te lo spiegherò, ti prego Carol... è già abbastanza difficile così..." mi supplicò Jake.

"E quando sarà questo momento?" gli risposi io in coro all'altro ragazzo che utilizzò un tono terribilmente beffardo.

"Quando lo dirò io!".

"E chi saresti tu per decidere quando sarà il momento? A sì forse ho capito, il momento giusto sarà quando l'ammazzeranno!!" gli urlò, dandogli uno spinto che lo fece indietreggiare di parecchio.

Il corpo di Jake cominciò a mutare rapidamente, cominciava a sudare, i suoi occhi stavano cambiando colore, i suoi muscoli e la sua statura stavano aumentando a dismisura.

Mi attaccai il più possibile alla balaustra della nave, la paura mi aveva invaso la mente, mi sentivo impotente, mi sentivo pietrificata...".

"Carol, vattene! Vattene via! Subito!!", la voce del ragazzo dei miei ricordi si fuse con quella di Nick nel mio presente.

Jake non c'era più, al suo posto ora c'era un enorme lupo nero come la pece, respirava in maniera affaticata, come se avesse corso per cento chilometri senza mai fermarsi, l'unica emozione che si leggeva nei suoi occhi era odio, un odio profondo e mai soddisfatto.

Nick si era parato davanti a me cercando di farmi scudo con il suo corpo.

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