Diana.

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Harry non era mai stato un tipo mattiniero ed era per questo che la madre ogni mattina si assicurava di andare in camera sua a fare più rumore possibile.
É così che Anne iniziò a sbattere alcuni quaderni, lasciati dal figlio sulla scrivania, senza un reale motivo.

Notando i movimenti che Harry iniziò a fare tra le lenzuola fece cadere per sbaglio quei quaderni sul parquet, il tutto accompagnato anche da una finta faccia dispiaciuta.

"Mamma, ti odio." la voce di Harry arrivò ovattata per colpa del cuscino che era premuto sopra la sua testa.

"Il cuscino non ti salverà, scricciolo." disse in tono canzonatorio la madre mentre si sedeva sul bordo del letto accanto ad un Harry che continuava a premersi il cuscino sulla nuca.

"Non farmi chiamare tua sorella, Harold." E come un incantesimo, il riccio si alzò in meno di cinque secondi correndo nel bagno e sentendo le risate della madre provenire dalla sua stanza.

Si guardò allo specchio e si ritrovò a ridacchiare di se stesso e di come la sola idea di essere svegliato da Gemma lo facesse tremare. Al solo ricordo della sorella che aveva usato uno stuzzicadente per svegliarlo, rabbrividiva.

Continuando a guardare l'immagine riflessa sullo specchio prese spazzolino e dentifricio iniziando a lavarsi i denti. Si risciacquò un paio di volte la bocca e si avvicinò per vedere meglio i denti facendo strane smorfie. Fece un'espressione dubbiosa guardandosi, come ogni mattina per poi ritornare in camera sua e scegliere i vestiti.

Dopo aver preso una maglietta a maniche corte e un paio di jeans andò nuovamente in bagno. Si vestì velocemente e si guardò un'ultima volta allo specchio aggiustandosi i capelli. Passando per il corridoio incontrò Gemma che lo salutò con il solito bacio sulla guancia e la solita spettinata di capelli.

Prese lo zaino che aveva in camera, nell'angolo e scese le scale arrivando in cucina.

"Buongiorno, scricciolo." disse Anne ad alta voce mettendo su un piatto le uova strapazzate che stavano friggendo in una padella.

"Buongiorno, persona che abita in questa casa e prepara la colazione." rispose Harry con un espressione offesa sedendosi al tavolo davanti al piatto di uova.

"Oh andiamo, Harry. Non prendertela." rise leggermente la madre mettendo anche la razione di uova di Gemma in un altro piatto.

"Non vale usare la carta di chiamare Gemma." Un'espressione imbronciata fece sorridere la donna che si avvicinò ad Harry pizzicandogli le guance.
Finì in fretta le sue uova rischiando anche di bruciarsi con gran disappunto della madre. Raccolse lo zaino che aveva precedentemente buttato a terra e si diresse verso la porta.

"Ci vediamo stasera, tesoro. Buona scuola e buon lavoro, scricciolo." disse Anne sorridendo e versando del caffè in una tazza. Il ragazzo rispose sorridendo a sua volta e mettendosi lo zaino sulle spalle. Stava per aprire la porta di casa quando la voce della sorella interruppe l'azione.

"Metti un po' di conoscenza in quella zucca vuota, scricciolo!"

Aprì definitivamente la porta per poi richiuderla con un gesto secco, sorridendo.
Amava la sua famiglia.




Da quando aveva aperto lo studio dei tatuaggi, Louis, era diventato un mattiniero doc. Non importava se la notte prima tornava alle 3 tutto ubriaco. No, lui si sarebbe svegliato lo stesso alle 7 e 30 del mattino e alle 8 spaccate era già dentro il negozio.

La cosa che lo faceva alzare la mattina erano proprio i tatuaggi. Non adorava solo farli, amava anche averli sul suo corpo. Amava svegliarsi la mattina e guardasi il braccio ricoperto di tatuaggi perché lui era quei tatuaggi. Ogni disegno sulla sua pelle aveva un significato, dal più piccolo al più grande.

Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ] Where stories live. Discover now