capitolo 4.

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Derek sussulta. -C'è un telefono che squilla. Dice pacamente,poi.
-Wow! Grande,Derek. Hai proprio un udito sopraffino!
Derek lancia un'occhiataccia a Stiles,il quale non si è dimenticato di essere sarcastico nemmeno questa volta.
Questo ragazzino mi fa proprio saltare i nervi,pensa Derek.
-Rispondi! Dice invece,con un tono spazientito. -e non vi avevo detto di spegnere il cellulare? Continua,poi. -Ho detto di rispondere.
-Senti,Derek,Stiles non deve allenarsi come noi. Non dobbiamo aspettarlo,fa presente Scott.
-Già,già Derek,non dovete aspettarmi. Io posso andare da un'altra parte,mentre voi lavorate.
-Ti aspettiamo. Conclude Derek con un tono che non ammette repliche. - ora,rispondi. Grazie.
-Okay,okay.... Danny?
-Danny? Ripete Derek,guardando Scott,che era seduto sulle scale del loft. Brutta mossa,perchè presto sarebbe tornato Peter,lo zio di Derek. Lo psicopatico zio di Derek...e le scale sono il suo posto.
-Danny? Quello che sta con Ethan? Ripete Derek.
-Sì,sì credo sia lui.
-Stiles,attacca. Metti giù il telefono. Ora. Ordina il lupo mannaro brontolone.
-Cos...? Aspetta un secondo Danny. Ma che hai? Eh? Adesso non devo più parlare al telefono? Salta sù Stiles. -No,no non puoi se è Danny. Risponde pacamente,troppo pacamente, Derek.
-Danny,sta con Ethan,ricordi? E Ethan fino a un mese fa voleva uccidermi. Metti giù il telefono.
-magari ti avesse ucciso.
Stiles non può crederci. Ha devvero detto quelle cose.
A Derek quelle parole colpiscono il petto. Un pugno nello stomaco sarebbe stato meno doloroso.
Stiles vuole davvero che io muoia? Pensa Derek,ferito.
Ma d'altronde,come biasimarlo. L'avrò minacciato di morte più o meno un migliaio di volte. Continua a pensare il lupo.
-Wow! Esclama Isaac.
-Derek,ascolta...inizia a balbettare Stiles. -non...non volevo dire quelle cose. Sul serio.
-Basta così. Annuncia Derek. -L'allenamento è finito. Fuori tutti.
Scott,che fino a quel momento aveva detto si e no due frasi,inizia a parlare:- Derek,non voleva dire quelle cose.
-Ma le ha dette.
-E sono stato uno stupido. S'intromette Stiles.
-No,non sei stato uno stupido. Sono io lo stupido. Tu sei solo un ragazzino. Sputa la parola 'ragazzino' come se fosse qualcosa di orribile,indegno di vivere su questo mondo.
-Ora,fuori. E sbatte la porta del loft con tanta forza da far traballare i muri.

-Santo cielo,sono proprio un cretino. Ma che mi è saltato in mente? Cristo. Ho detto che desideravo che fosse morto!
-Stiles,eri solo innervosito. Cerca di sdrammatizzare Scott.
-Ma questo non mi dà il diritto di volere una persona morta. Morta. Continua Stiles.
-Devo dirglielo. Va avanti il ragazzo.
-Cosa?
-Scott! Scott,devo dirgli che lo amo.
-Buona fortuna,allora. Dice Isaac.
-Isaac,se sei qui per inondarci di negatività,quella è la porta. Esclama Stiles,stufo del comportamento di Isaac.
-Dico solo che...è Derek. Cerca di scusarsi quest'ultimo.
-Grazie per avermelo detto. Risponde Stiles sarcastico, gesticolando come un matto.
-Non c'è di che.
-Una lettera. dice Scott.
-Una lettera? Chide Stiles perplesso.
-Sì,una lettera. Puoi spiegargli quello che provi con una lettera.
Spiega Scott.
-Mmm...non ne sono sicuro,non sono bravo a scrivere.
-Un cartellone. Annuncia Isaac.
-Un...un cartellone? Oh oh tu sì che hai grandi idee. E cosa dovrei scrivere,eh? 'so di rendermi patetico,ma ti amo'?
-Già.... Risponde Scott,come se solo ora capisse la genialità dell'idea.
-Già! Ripete.
-Cosa? Io,io dovrei fare un cartellone?
-Sì. Risponde Isaac.
-Già. Ripete Scott.
Allora Isaac non è proprio un essere inutile, pensa Stiles.

Nota dell'autore.
Merda? Merda. :')
No sentite,credo che scriverò solo 1 o 2 capitoli ancora. Boh,spero vi stia piacendo :)
//silvia

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