"Sei contento,spero." Alzo gli occhi al cielo,iniziando a salire le scale senza aspettare che Harry replicasse.
Entro in camera di Gemma che è distesa in pancia giù mentre singhiozza con un pupazzo viola tra le mani.
"Gemma?" Dico,sedendomi sul letto. Lei si gira e quello che vedo non mi piace per niente. I suoi grandi occhi verdi sono rosse e lacrime scorrono sul suo viso. Le guance arrossate e il naso rosso.
"Mi dispiace tanto." Dico piano e lei fa spallucce.
"Harry non voleva dire quelle cose,era solo arrabbiato con me." Cerco di sistemare le cose con suo fratello e lei sorride debolmente. Non voglio che rovini il rapporto con Harry.
"Adesso lo faccio venire,così si scusa." La avviso e esco dalla stanza dove trovo Harry vicino alla porta schiacciato al muro,origliare.
"Harry!" Squittisco e lui spalanca gli occhi. Metto le mani sui fianchi e sospiro.
"La smetterai di spiarci? È maleducazione." Dico e lui stringe le mani in due pugni.
"Tu non mi dici cosa fare." Dice,puntandomi un dito contro.
"E non parlare mai più male della mia ragazza. Lei, a differenza tua serve a qualcosa." Dice,prendendomi un polso e stringendolo.
"Io non ti sto dando ordini,ti chiedo semplicemente di non spiarci." Spiego,non molto tranquilla visto che lui continua a stringer il polso.
"Faccio quello che voglio." Alza la voce e stringe di più la stretta. Strizzo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore per trattenere le lacrime,ma il dolore è troppo e scoppio in lacrime.
"Smettila di piangere,non mi fai pena." Mi urla,aumentando sempre di più la stretta.
"M-mi fai m-male." Dico a fatica,mentre altre lacrime scorrono sul mio viso.
"Non mi importa." Dice duro,stringendo il mio piccolo polso con la sua mano. Apro gli occhi che precedentemente avevo chiuso e la vista mi si appanna.
Lui continua a parlare ma io non lo sento,vedo a tratti il suo viso sfogato fino a quando,non vedo più niente apparte il buio.
KAMU SEDANG MEMBACA
Uncover→h.s. [IN REVISIONE]
Fiksi PenggemarCon ancora le lacrime agli occhi e il cuore a mille,entro dentro il parco e mi siedo su una panchina,accanto un uomo piuttosto tranquillo. Porto le ginocchia al petto e mi stringo nelle spalle mentre altre lacrime escono dai miei occhi. Il parco è v...