I pensieri felici ti fanno sollevare in aria

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" I pensieri felici, bastano quelli a sollevarti in aria". Era quella la frase che stava pronunciando il dvd in quel momento. Aurora ne aveva di pensieri, alcuni felici e altri meno, ma il suo pensiero felice in quel momento era Alex. Chissà cosa stava facendo, si chiedeva. Staccò il telefono dalla carica e vide un messaggio su Whatsapp. Quando vide il nome di Alex sullo schermo, fu avvolta da una felicità improvvisa. Era un audio. Avrebbe riconosciuto quella melodia ovunque: Flying. Era la melodia di sottofondo durante la scena del viaggio all'Isola che non c'è, ma la cosa più bella era che la stava suonando lui al piano. L'ascoltò dieci volte prima di rispondergli, era talmente incantata dal suono di quel pianoforte. Però si mise di impegno e gli scrisse:

- Meravigliosa, bravissimo!

- Che carina, grazie :*

- :*. Mi insegnerai a suonarla?

- Ma certo, quando vuoi.

- Decidi tu.

- Puoi venire il prossimo fine settimana.

- Va bene. A dopo.

- A dopo.

Lo aveva fatto davvero? Davvero gli aveva chiesto di insegnarle a suonare quella canzone? Aurora non si credeva capace di farlo, almeno non fino a quel momento. Quella era una scena particolare, la scena in cui Peter prende per mano Wendy e la porta con se nel suo mondo. Era quello che Aurora sperava per se stessa da quando era bambina. Solo Dio sa quanto fosse legata a quel film e trovare qualcuno che lo era altrettanto la stupiva non poco. A casa sua l'aria era tesa. Giulia era rinchiusa in camera a piangere perché non le consentivano di vedere il suo ragazzo e suo fratello impegnato con i suoi amici. I genitori di Aurora sarebbero partiti per un viaggio di lavoro e li avrebbero lasciati con la nonna. Ne era felice, sua nonna era molto comprensiva, una donna meravigliosa. Scese le scale e si mise sul divano. Accese la televisione e sua madre si mise vicino a lei. Aurora, imperterrita, guardava una trasmissione di musica che c'era sempre a quell'ora. Sua madre sospirò come se volesse parlarle. Solo dopo molti tentativi vi riuscì:

- Aurora. Come va a scuola?

- Bene mamma, come sempre.

- Eva e i tuoi amici?

- Mamma, che cosa devi dirmi? Non ti è mai importato niente, né di Eva, né dei miei amici.

- Era per parlare, non lo facciamo mai. Sfuggi sempre.

- Forse perché so in partenza che non hai niente da dirmi se non gettare ansia su di me. Vado su.

Eh già, il rapporto madre-figlia è un rapporto molto complicato. Loro due non si parlavano tantissimo e se c'era una cosa che Aurora odiava era l'ansia che sua madre le gettava ogni volta che provava a dirle qualcosa. Per i genitori, accettare che un figlio cresce è difficile, forse Aurora non era in grado di capirlo, o forse non voleva semplicemente che l'avessero spinta verso orizzonti che lei non aveva intenzione di esplorare. Da parte di sua mamma, tutti erano infermieri e tutti si aspettavano che anche Aurora lo diventasse. Lei non voleva, amava le lingue e voleva vedere il mondo e non era quello che sua madre desiderava per sua figlia, una vita così incerta, così libera. Aurora era convinta del fatto che sua madre desiderasse questa vita e che non ha potuto realizzarla e che questo la renda infelice e ansiosa. Tutti abbiamo dei sogni nel cassetto, ma a volte li restano e non si avvereranno mai. Non voleva fosse così anche per lei, non voleva mettere da parte i suoi sogni. Le sarebbe piaciuto scappare lontano, dove nessuno sarebbe riuscito a trovarla. Sarebbe andata in fondo al mare o tra le nuvole più alte piuttosto che rimanere li e sacrificare i propri sogni. Sognava di prendere una valigia e andarsene via, volando o camminando, con un treno o con un aereo. Raggiungere isole inesplorate, villaggi sperduti nel nulla, vedere i leoni da vicino, accarezzare gli squali, voleva andare sullo spazio. Il mondo era straordinario, lei lo vedeva così. Ma era allo stesso tempo così distante e difficile da raggiungere. Non aveva paura di nulla. Erano forse tutte le avventure che conosceva che la rendevano fiduciosa in tutto ciò che la circondava. Chiuse la porta a chiave. Non voleva che nessuno la disturbasse quella sera. Fuori dalla finestra sentì delle voci, la aprì e vide che Alvin e sua mamma lasciavano la casa. Non potevano permettersela. Sarebbero tornati in Albania. Il bambino salutò Aurora e spalancò le braccia facendo finta di volare, gli mandò un bacino mentre una lacrima scendeva dai suoi occhi. Quando la macchina partì, urlò: Buona fortuna. Era quello che il bambino si meritava, che tutti meritavano. Si sdraiò sul letto e con il cellulare guardava le foto su instagram. Seguiva i suoi attori preferiti e tutti i suoi amici. Metteva like alle foto senza nemmeno guardarle. Fino a mezzanotte guardò le foto nella home e subito dopo spense il telefono e si mise a dormire.

La mattina dopo scese in salone e sua madre era li. Prese il latte dal frigo e lo versò nel bicchiere.

- Mamma, mi dispiace per ieri.

- No, dispiace a me. Vorrei essere meno apprensiva con te, ma non ci riesco. Lo faccio solo perché voglio che tu ottenga quello che desideri. Voglio che tu non rincorra comete e voglio essere sicura che farai delle scelte giuste.

- Io non rincorro comete. So quello che voglio.

- No, non lo sai.

- Mamma, smettila. Io lo so e l'otterrò.

- Aurora non sai di che parli, la vita non è come sembra.

Dopo quelle parole, Aurora non seppe cosa rispondere. Tornò su, si lavò i denti e uscì di casa. Appena arrivata alla fermata dell'auto, vide che i suoi amici facevano colazione ai tavoli del bar. Era molto arrabbiata per ciò che sua madre le aveva detto. Non la considerava in grado di decidere del suo futuro e questo ad Aurora dispiaceva. Mise gli auricolari che portava sempre con se. Andando avanti con le canzoni, sentì l'audio che Alex le aveva inviato l'altra sera. In quel momento una mano le sfiorò la spalla. Era lui. In quel momento non seppe cosa dire.

- Non mi aspettavo ...

- Di trovarmi qui non è vero?

- Già.

- Sai, passavo di qui e vedendoti sono venuto.

Sorrisero entrambi e aspettarono l'auto insieme. Da dietro arrivarono Eva e gli altri. Volevano spiegazioni sul perché Aurora non fosse andata alla colazione, dovette inventarsi una scusa per non parlare del litigio con sua madre. Eva scrutava Alex da cima a fondo. Quando vide che Aurora la stava guardando, girò subito la faccia verso la strada. Eva era molto bella e intelligente, Aurora la vedeva molto più bella di lei e questo la spaventava. Andrea porse la mano ad Alex per fare la sua conoscenza e Eva fece lo stesso. Sembrava si fossero messi d'accordo. Arrivò l'autobus e Aurora salì immediatamente, Alex la seguì per primo e gli altri poco dopo. Quella mattina era stracolmo. L'autista prese una buca e Aurora con Alex si trovarono molto vicini in quel momento. Sorrisero e si allontanarono appena possibile. Era arrivata la loro fermata. Alex andò dai suoi amici e Aurora stette con i suoi. Tra i due c'erano molti sguardi, sguardi che probabilmente Eva desiderava ma non riusciva ad avere. Le due ragazze andarono in biblioteca e si fermarono a parlare.

- Tu e Alex state insieme?

- No, perché? Siamo solo amici.

- Capito. Vabbè andiamo.

Andarono in classe dove la professoressa stava facendo l'appello. Eva era più sorridente del solito. Quella mattina era giorno di interrogazioni. Aurora sperava la chiamasse, aveva studiato tutto il sabato. La professoressa non lo fece. Alle due, scesero tutti e una mano sfiorò quella di Aurora e all'orecchio qualcuno le disse:

- Vieni con me.

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⏰ Last updated: Aug 30, 2015 ⏰

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