Capitolo 16

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Mi addormentai, senza neanche rendermene conto. Quando mi svegliai sentii mio padre e mia madre litigare di nuovo.

"Fantastico" pensai sbuffando. Non riuscivo più a sopportare quella situazione.

Aprii piano la porta di camera mia, per non farmi sentire e a piccoli passi mi avvicinai alle scale. Volevo sentire la conversazione.

Ero già da alcuni minuti lì, sempre nella stessa posizione, ma non riuscivo a capire niente di quello che si dicessero. Perciò decisi di affrontarli. Era l'unica possibilità per capire cosa stesse succedendo ed era giusto che io sapessi.

-Cosa succede?- domandai in tono freddo.

-Niente tesoro, vai in camera- rispose mia madre in tono calmo e moderato.

-Eh no cazzo! Io sono stanca di venire a sapere le cose da sola! E non vi sopporto più a sentirvi litigare ogni fottuto giorno! Basta. Adesso mi dite cosa cazzo succede!- dissi furiosa, alzando la voce.

"Una ragazza popolare usa sempre un linguaggio moderato"

Ma vaffanculo pensai immediatamente.

-Angelica modera quel linguaggio!- mi richiamarono tutti e due. Almeno in una cosa avevano lo stesso pensiero.

-Voglio sapere cosa sta succedendo. Ora!- dissi. Non mi sarei mossa di lì finche non me l'avessero detto.

Nel frattempo mio padre e mia madre si scambiavano occhiatacce e dopo un minuto di silenzio, mio padre si fece avanti.

-Okay- disse con tono di resa.

-Non è facile ciò che sto per dirti. Però hai ragione, hai il diritto di sapere- iniziò a dire.

-Okay, parla- esclamai, facendo attenzione a ciò che stava per dirmi.

Dopo alcuni secondi di riflessione, prese un bel respiro ed affermò di aver tradito di nuovo la mamma, con la stessa ragazza dell'altra volta. Dice che gli dispiace tanto, che è un periodo terribile per lui, che non è più cosciente di ciò che fa ed altre cazzate varie.

"Tutte stronzaggini!" pensai. Mi faceva schifo. Aveva fatto tanto errori in passato e ci è ricascato. L'avevamo perdonato con tanta fatica ed adesso chiedeva per l'ennesima volta il nostro perdono.

La cosa più bella di tutta questa storia è quando ha detto alcuni istanti fa, che avremmo fatto una vacanza chissà dove con tutta la famiglia. Per "riposare la mente e ritornare come prima".

Speravo solo che stesse scherzando. Speravo che mia madre chiedesse il divorzio una volta per tutte. Speravo che se ne andasse dalla nostra vita.

Ma sapendo com'è fatta mia madre, l'avrebbe di sicuro perdonato di nuovo per mantenere salda la famiglia. Ma che famiglia? Mi chiedo. Ormai non esiste più.

Esasperata, arrabbiata e frustrata andai in camera mia, presi il cellulare, il computer e i libri che mi aveva regalato mio padre ed infine decisi di prendere anche il suo pc, portandoli poi in salotto dove c'erano loro che ancora discutevano.

-Guarda papà quanto valgono per me le cose che mi regali. Pensavi davvero che con tutti questi regali ti avessi perdonato? Mai e poi mai. La vacanza in famiglia? Te la puoi sognare, anche perché questa non è più una famiglia. E questo è solo colpa tua!- detto questo presi il cellulare, tolsi la sim e lo gettai violentemente a terra,spaccandolo. Non soddisfatta lo schiacciai sotto i miei piedi riducendolo a pezzettini. Dopo di che, presi il computer e lo lanciai a circa un metro e mezzo da me; infine presi i miei libri ed iniziai a stracciarli tutti. Uno per uno.

"poveri libri" pensai.

"Basta fare la secchiona Angelica!" mi rimproverai mentalmente.

E per concludere in bellezza presi il computer di mio padre.

-Angelica non fare cazzate! Lì ho tutti i miei lavori. Lascia subito quel cazzo di computer!- disse spaventato.

-E' con questo che hai iniziato a tradire mamma, vero?- Lo lanciai contro la parete con tutte le forze che avevo.

-Ops!- dissi con un sorrisetto soddisfatto.

Wow mi sentivo davvero bene. Mi sentivo libera. Mi ero tolta un grande peso dal cuore.

Mia madre aveva le mani appoggiate davanti la bocca per lo shock e lo stupore di ciò che era appena avvenuto, mio padre invece continuava a guardare il computer per terra.

Alcuni istanti dopo iniziò ad avanzare con passo svelto verso di me ed io iniziai ad indietreggiare.

"Forse ho fatto davvero una cazzata" pensai.

Vedendo che iniziò a chiudere le mani a pugno mentre avanzava sempre di più, iniziai a correre verso le scale e poi mi chiusi a chiave nella mia stanza. Il cuore mi batteva forte. Era sul punto di scoppiare. Avevo paura, ma mi sentivo davvero soddisfatta e felice per ciò che avevo fatto.

"Quel computer era la sua vita" pensai.

"Ma come ha rotto la mia e quella di mia madre, era giusto ripagarlo della stessa moneta" mi dissi.

Nel frattempo mio padre continuava a tirare calci e pugni contro la porta, ordinandomi di aprire.

All'improvviso sentimmo le sirene della polizia che si avvicinavano sempre di più. Probabilmente qualche vicino, sentendo le urla li ha chiamati. "Meno male" pensai.

Presi coraggio e scesi al piano di sotto. Un poliziotto alto e magro, stava parlando con i miei genitori.

-Voleva picchiarmi- affermai freddamente avvicinandomi.

Il poliziotto e i miei genitori si girarono tutti a guardarmi. Mio papà era rosso dalla rabbia e mia mamma era sbiancata. Alcuni istanti dopo il poliziotto camminò verso di me, facendomi alcune domande.

Portarono mio padre per alcune ore in caserma per fare ulteriori domande. Io e mia mamma rimanemmo perciò a casa.

-Sei impazzita?- mi chiese spaventata lei.

-Mamma, io so che tu vuoi mantenere insieme questa famiglia. Ma ormai non possiamo considerarci più una vera famiglia, lo capisci?-

-Tesoro, in un matrimonio bisogna perdonare sebbene sia difficile-

-Lo abbiamo perdonato fin troppe volte. Io sono stanca, davvero. Non ce la faccio più. Ci sto male vederti sempre così sofferente. Chiedi il divorzio, lascia papà e fatti una nuova vita. Sei ancora giovane, sei in tempo per ricominciare daccapo. Dammi ascolto, ti prego- dissi ormai con le lacrime che mi rigavano il volto-

Anche lei scoppiò a piangere. Non sapeva cosa fare e la capivo. Era una decisione importante e difficile, ma doveva davvero andare avanti. Non poteva vivere in questo stato tutta la vita.

Spero riesca prendere la decisione giusta.

Lo spero tanto.


Un amore uguale ed oppostoWhere stories live. Discover now