Epilogo

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- Grid, dove sei? Non ti trovo! – urlava ancora Capitano.

- Non puoi vedermi! – gridai a mia volta. – Credo di essere davanti a te!

Camminai a tentoni, sicura che prima o poi l'avrei trovato. Magari era invisibile, ma c'era. A un certo punto mi bloccai, e anche lui lo fece. Vidi i suoi occhi, di un blu profondo come l'oceano in lontananza, a pochi centimetri dai miei. Liberai un sospiro di sollievo. I suoi occhi mi sorrisero, quasi completamente trasparenti, invisibili.

- Ti ho trovata – disse.


- Sapevo di avere gli occhi blu come l'oceano, ma come fanno a sorridere? – mi sussurrò un certo pirata all'orecchio nell'istante esatto in cui finii di digitare.

- Dolcezza, hai presente quando sei felice e sorridi? Sembra quasi che gli occhi brillino. Quello è sorridere con gli occhi. – risposi, salvando il documento di Word e finendo il decimo capitolo.

- Intendi così? – disse lui, prendendomi per mano e facendomi alzare. Quando fui davanti a lui, lui mi sorrise, e i suoi occhi brillarono.

- Esattamente. – risposi, ricambiando.

Lo baciai, felice. Eravamo fantasmi, ma la sensazione di calore che mi conquistava quando stavamo insieme sembrava piuttosto concreta.

Dopo aver attraversato il gelido Nulla, ci eravamo ritrovati tutti e quattro nel famoso cimitero di Helvia Recina. Ad aspettarci avevamo trovato la Tigre, che, da brava romanticona, aveva dato il permesso a Capitano di lasciare il suo compito, scaricandolo alla cara vecchia Vera, che si era materializzata sotto forma di un fantasma color giallo vomito. Adatto a dir poco. Non era tanto entusiasta del suo nuovo lavoro, ma almeno avrebbe scontato una pena adatta al suo tradimento: la solitudine.

Un giorno dopo, dal cielo di fronte a casa mia piovvero due oggetti: il mio amato quadernino giallo e un blocco di pietra. Approfittai del quadernetto per scrivere, finalmente, una dannata autobiografia, mentre il blocco di pietra, con sopra la scrittura di Nana, non portò altro che buone notizie.

La mia amica stellare era riuscita a rinchiudere Beta O nello Scrigno con non so quale magia, e grazie all'aiuto di Concretezza e Astrazione gli aveva tolto buona parte dei poteri. Rigel non avrebbe più fatto del male a nessuno per parecchio tempo.

Era riuscita, inoltre, a rintracciare Edo e Nayela. Sulla tavola c'era scritto che aveva tentato di convincerli a tornare qui, ma non volevano: avevano ritrovato Teresa, sana e salva, in un altro isolotto di mercanti, e ora trascorrevano un Aldilà felice, tutti e tre insieme.

A proposito di Terese, incontrai la Signora Dorata, che mi chiese di raccontarle per filo e per segno tutto il viaggio che avevo intrapreso insieme ai miei amici. In tutta risposta, le dissi che avrebbe dovuto comprare il libro.

Fu esilarante vederla arrabbiarsi per "i giovani d'oggi".

Elia e lady Lovibond, nel mentre, partirono per una lunga luna di miele in giro per il mondo. Erano così... sdolcinati.

Comunque, la prima cosa che feci appena tornata fu correre da mio padre.

Rigel aveva ragione, era passato un intero anno da quando avevo lasciato Macerata. Il calendario appeso alla parete segnava ancora il lontano Luglio 2014, con il numero sette segnato in rosso ad indicare il mio compleanno, ma il blocco schermo del telefono di mio padre affermava che era invece il 5 Agosto 2015.

La Scrittrice FantasmaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin