Only the horses

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Annabeth sorrise, osservando la cenere illuminata della sigaretta di Percy.

Erano passate due settimane da quando stavano assieme e almeno tre giorni -solitamente alterni- litigavano.

Poi facevano pace tra le lenzuola, tra sospiri, baci e mani che si cercavano, ma litigavano comunque abbastanza da urlarsi contro o non parlarsi proprio.

In quel momento, mentre Annabeth raggiungeva Percy sulla spiaggia, non aveva neanche idea del perché o del per cosa avessero litigato. Si erano urlati contro dopo che lei aveva tirato con l'arco assieme a Will e alla fine non si erano parlati né a pranzo né a cena. Non si erano toccati, sfiorati, e quella era senza dubbio la parte peggiore.

La parte migliore era che Percy era decisamente più bello quando era arrabbiato e metteva su il broncio.

- Percy - lo chiamò sedendosi accanto a lui sulla sabbia con un leggero tonfo. Lo sentì aspirare più avidamente e sorrise ancora, ascoltando il suono delle onde che, placide, si scontravano con la riva. - Possiamo parlare? - domandò a bassa voce, poggiandogli il volto sull'avambraccio.

Fu una piccola vittoria quando lui non si scostò.

Respirò il suo profumo. Sentì i suoi muscoli tesi sotto il tessuto della felpa pesante e sorrise, toccandogli la coscia con una mano e il braccio con l'altra.

- Puoi dirmi che succede, per favore? - chiese ancora, imponendosi di far fronte a tutti gli istinti che le consigliavano di dargli un pugno sul naso ben assestato.

Percy si mosse, ma Annabeth non mollò la presa e il ragazzo aspirò ancora, avidamente. Il fumo stuzzicò le narici della bionda senza darle fastidio. - Non mi va - rispose nella perfetta emulazione di un bambino di cinque anni al quale non avevano comprato le caramelle.

Annabeth gli accarezzò la coscia solo per poter ignorare più facilmente lo stomaco che le ribolliva per il fastidio.

Avere un ragazzo era snervante.

I muscoli di Percy si irrigidirono sotto le sue carezze e lei sorrise ancora. - Si che ti va - decise, aprendo un po' di più la mano sopra il tessuto pesante e ruvido dei jeans.

- No - Percy soffiò fuori il fumo e si portò la sigaretta alle labbra ancora una volta. - Facciamo domani.

Annabeth sbuffò.

Adesso gli tiro un pugno.

Ma chiuse gli occhi, facendo apello alla poca pazienza che aveva per poter ripercorrere la giornata.

Aveva fatto colazione con tutti gli altri e Percy l'aveva baciata solo quando erano arrivati nell'Arena ed erano completamente soli. Si era allenata con Reyna e poi era andata a tirare con l'arco assieme a Will, che le aveva parlato di Nico per un po' mentre centravano i bersagli. Sorrise al ricordo dell'abbraccio che si erano scambiati e che l'aveva addirittura sollevata da terra.

Sbarrò gli occhi e poi rise.

- Mi lasci stare? - sibilò Percy, tentando di divincolarsi.

Annabeth lo tenne stretto. Gli conficcò le unghie nel braccio, inginocchiandosi sulla sabbia per avere più forza mentre teneva Percy bloccato a terra.

Il ragazzo sbuffò ancora e lei fece tutto per poter trattenere la risata che minacciava di squarciare violentemente il silenzio della notte.

- Sei geloso - constatò, sistemando il mento sulla spalla di Percy, respirando contro la pelle del suo collo.

Osservò la cenere della sigaretta luminosa mentre il ragazzo aspirava un'ultima volta, e trattenne un rimprovero quando Percy la lanciò lontana da loro due.

Angel with a shotgunWhere stories live. Discover now