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Quella notte rimase il padre di Matt a fargli compagnia, mentre io tornai a casa con sua madre. Non dormii neanche cinque minuti, la mia testa era persa tra i ricordi, pensavo a Matt, a mia madre, la mia casa, i genitori di Matt, e poi mi tornò in mente quella bimba che piangeva sugli scogli.
Dormivo abbracciando una vecchia maglietta di Matt che avevo ritrovato nel suo armadio.
La mise al suo primo appuntamento, mi ricordo di come lo aiutai a scegliere l'outfit. Matt non vedeva l'ora di uscire per la prima volta con la ragazza di cui era stato innamorato per ben 5 mesi, e quando finalmente entrambi avevano capito che potevano far nascere qualcosa, io mi sentii abbandonata. Ma non era affatto vero, Matt non mi aveva trattato male nemmeno una volta da quando lo conoscevo, e quello era solo un capriccio che avevo. Ero gelosa perchè sapevo che qualcun'altra poteva avere le sue braccia,i suoi occhi e il suo cuore. Non ero mai stata innamorata di Matt, ma l'ho sempre sentito come se fosse in qualche modo di mia proprietà. Però alla fine mi resi conto che quella era davvero una brava ragazza e la loro storia durò molto. Poi però si lasciarono, ma Matt non ha mai smesso di amarla e spesso mi accorgevo che Brittany era in molti dei suoi discorsi.
Poi mi ritornò in mente la scena di quella giornata: Matt che aveva le lacrime agli occhi ed io che non accettavo la realtà. Ripensandoci, mi accorsi di quanto fossi stata stupida in quel momento, perchè, come aveva detto suo padre, l'importante era che lui fosse vivo.
Mi venne in mente mia madre. Perchè non aveva risposto alle mie telefonate? Di solito rispondeva dopo pochi squilli, o mi richiamava qualche ora dopo. Ma per tutto il giorno non si fece sentire per niente ed erano già cinque giorni che non la sentivo. L'indomani avrei telefonato mio fratello Alec se lei non avesse risposto ancora.
Poi ricordai del pianto disperato di quella bimba che si era persa tra gli scogli. Ma come faceva un genitore a lasciarla sola in quel modo? Magari l'avevano affidata ad un babysitter molto sbadato che preferiva seguire una partita in diretta tv invece dei suoi passi, ma in qualsiasi modo, quella bimba avrebbe potuto passare di tutto in quel momento.
Però poi mi ritornò in mente quell'uomo che aveva quell' aspetto così familiare...ma non avevo idea di chi fosse.
Aveva dei lunghi capelli scuri,due spalle large e delle braccia muscolose...ma non riuscivo a capire chi fosse.
Quando mi accorsi di aver passato tutta la notte a pensare, andai ad affacciarmi al balcone e vidi che il sole stava per sorgere. Decisi di scendere al piano di sotto e aprii le finestre. Vidi un pacchetto di sigarette sul tavolino della cucina e provai ad accenderne una. Esitando me la misi tra le labbra e inspirai. Ma quando cacciai fuori, il fumo mi fece tornare in mente quella sera e la spensi subito.
Che imbecille.
Mi preparai un tè verde e andai in giardino a godermi l'alba seduta su una delle tante sdraio di plastica che si trovavano lì.

All'improvviso delle braccia mi circondarono e mi svegliai di scatto.
La madre di Matt, che mi era venuta a svegliare si spaventò come me e per poco non scoppiai a ridere per la sua faccia,ma visto che ero su una sdraio di plastica in una posizione poco raffinata e avevo macchie di tè sul pigiama decisi di non voler sembrare ancora più ridicola.
- Oddio, ma che ore sono? -
- È quasi l'una tesoro, ti sono venuta a chiamare per il pranzo. -
- Oh, certo, scusami avrei rimesso a posto tutto solo che...-
-Oh,non preoccuparti sai che questa è anche casa tua- mi sorrise e mi ricordò tanto mia madre.
Quando entrai in casa vidi la sedia a rotelle di Matt infondo alle scale e corsi al piano di sopra.
Dormiva nella sua stanza, e per un pò mi misi al suo fianco a guardarlo. Era pallido e un pò era dimagrito. Scesi al piano di sotto e pranzai con i suoi.
Al suo risveglio,nel pomeriggio, Matt mi disse che voleva uscire a fare un giro.
Non ci pensai due volte che andai a prepararmi, e quando sua madre finì di aiutarlo a prepararsi, uscimmo. Era triste vedere Matt incapace di alzarsi e correre, spingermi, prendermi in braccio e buttarmi addosso alla gente per strada. Ora invece era silenzioso e per tutto il traggitto si sentiva solo il rumore del vento e delle rotelle della sua sedia che pestavano alcuni pezzi di ghiaccio rimasti incollati al suolo dopo la nevicata del giorno precedente. Arrivammo ad una tavola calda che frequentavamo spesso e ci sedemmo ad un tavolo vicino ad una grande parete di vetro che dall'interno mostrava ciò che succedeva all'esterno, e viceversa.
- Cosa ordinate?-
Matt stava per aprire bocca ma parlai al suo posto
-Un caffè americano per me- poi lo guardai accennando un sorriso, ma lui rimase impassibile - e una cioccolata calda zuccherata e con panna per lui-
La cameriera ci sorrise e se ne andò con i menù.
-Ehi Matt, stai bene?-
- Sto bene.-
Non sapevo cosa gli prendesse ma volevo solamente godermi un pò di tempo con lui senza litigarci,così evitai di fargli troppe domande. Sembrava annoiato e allo stesso tempo in ansia per qualcosa. Sbatteva le dita sul tavolo mentre aveva lo sguardo perso nel nulla. Mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Vado al bagno, torno subito- vidi che chiuse dolcemente gli occhi e annuì.
C'era un solo bagno per le donne e qualcuno era chiuso lì dentro da diversi minuti. Stavo per bussare per la terza volta quando si sentì il rumore della serratura. Una bimba sorridente aprì la porta e con soddisfazione mi guardò con due occhioni color ghiaccio.
- Ho fatto la cacca- e scoppiai a ridere. Era una cosa disgustosa e la puzza si sentiva anche da fuori ma per mia fortuna,la bimba portava un pannolino.
-NADINE! Non si dicono alle persone certe cose!- disse una donna bionda ossigenata. -Scusami, ma è una bimba molto particolare- mi disse prendendola per mano.
- Oh,non preoccuparti. Succede a tutti di doversi sentire più leggeri- dissi vicino a quella bimba.
E mentre stavo chiudendo la porta la bambina si girò tra le braccia della donna e mi guardò in modo diverso.

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⏰ Last updated: Aug 09, 2016 ⏰

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Come fuoco ed acqua.Where stories live. Discover now