TOUCH 4' Capitolo

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Quella notte mi svegliai di soprassalto e mi levai a sedere sui cuscini. Liv dormiva serenamente nella branda che avevo sistemato accanto al mio letto. Mi sentivo male, il groppo che avevo in gola non accennava a svanire.

La serata era calda, l'estate era arrivata. Stavo morendo di sete, dovevo scendere in cucina. Senza fare rumore attraversai il corridoio, per non farmi sentire da Greg e Dana, che si erano sistemati nella stanza di mia sorella.

Ore prima avevo preparato dei tramezzini, io e Liv avevamo mangiato in camera mia: sapeva quanto mi infastidiva osservare le esagerate effusioni di quei due traditori, e non aveva battuto ciglio.

Mia madre, come al solito, fino alla fine non aveva detto nulla. Era felicissima che la sua dolce Dana fosse ritornata a casa; se io mi sentivo una merda a vivere sotto lo stesso tetto con il ragazzo che mi aveva tradita, non le importava.

Dopo aver bevuto un sorso d'acqua gelata, riposi la bottiglia nel frigo e il bicchiere nel lavello. Uscii fuori e mi sedetti sui gradini del portico, lasciando la porta socchiusa alle mie spalle.

I lampioni illuminavano la strada deserta, non passava nessuna auto; qualche cane abbaiava in lontananza, udivo le cicale, tra gli alberi che costeggiavano il viale principale del quartiere.

Ripensai a quello che era successo, quasi un anno prima, quando avevo scoperto Greg e Dana baciarsi. Dopo aver imbrattato il parabrezza della Lotus con le uova, ero scappata via e lui mi era corso dietro. Mi aveva fermata, mentre piangevo per strada.

«Cheryl, tra di noi non avrebbe mai potuto funzionare.»

Lo avevo preso a schiaffi, mentre tutti i passanti ci osservavano. «Come hai potuto? È mia sorella!»

«Calmati, ci stanno guardando.» Mi aveva preso per i polsi, per bloccarmi. Anche divincolandomi, non ero riuscita a sfuggire alla sua stretta.

Dana ci aveva raggiunti, raggiante. «Cheryl... stai dando spettacolo. Smettila.»

L'avevo fulminata con uno sguardo carico d'odio. «Non azzardati a rivolgermi la parola! Come hai potuto farmi questo? Lui era il mio ragazzo!»

Mi si era avvicinata, subdola. «Tesoro, ma rifletti. Come avrebbe potuto rimanere con te, sapendo che hai quel problemino?... È parecchio imbarazzante. È molto frustrante per un uomo.»

Ero rimasta senza parole. Lui le aveva raccontato la balla che ero frigida. Anche se provavo dolore mentre avevamo rapporti sessuali e non raggiungevo mai l'orgasmo, che diritto aveva di sputtanarmi così?...

Non gli era mai passato per la testa che la colpa poteva essere sua? Che era lui a non essere in grado di darmi piacere?

Quando ero tornata a casa, mi ero sfogata con mia madre, dicendole che sua figlia Dana era una cagna che mi aveva soffiato il ragazzo.

Mia sorella era entrata dalla porta, con la sua solita aria snob, e aveva riso divertita, prendendomi in giro. «Cheryl, non capisco perché te la prendi tanto. Ci sono altri ragazzi della tua età disponibili. Io e Greg ci amiamo. Rassegnati.»

Li avevo guardati con odio. «Mi fate schifo, entrambi. Vi odio. Non voglio più vedervi. Sei una schifosa puttana, Dana! Sapevi che ero innamorata di lui. Sapevi che era il primo ragazzo con cui...»

«Adesso basta!» Mia madre mi aveva fermata. «Cheryl, le storie d'amore finiscono. Greg per me è come un figlio, non mi importa che stia con te o con tua sorella.»

Certo, a lei non importava quale delle sue figlie si scopasse, ma che entrasse nella nostra casa, visto che lui era l'erede della famiglia Mcdaniel.

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