Capitolo VII

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Ore 14.00 – San Francisco, Sede F.B.I.

Irina guardò la pistola che Xander teneva in mano, l'espressione seria e quasi arrabbiata. Le fece cenno di entrare nel cubicolo del poligono di tiro, il bersaglio a forma di sagoma umana a una trentina di metri da loro, e si piazzò dietro di lei. Il suono di un proiettile riverberò tra i muri della stanza, facendola sussultare.

<< Ti ricordi ancora come si spara? >> chiese Xander, puntando la pistola per farle vedere la posizione corretta.

Irina annuì. << Sì, ma non so se sono ancora capace... >> rispose, ricordando che dall'ultima volta che aveva impugnato una pistola dovevano essere passati più o meno tre anni, e che non aveva mai davvero sparato a nessuno. A parte quella volta che si era trovata faccia a faccia con William, con intenzioni tutt'altro che amichevoli nei suoi confronti...

Xander le passò l'arma, e lei imitò la sua posizione: braccia tese, gambe larghe e sguardo puntato sul bersaglio. Per un momento si sentì stupida, ma gli occhi di Xander erano serissimi e non sembravano vedere quanto dovesse essere ridicola.

<< Spara >> ordinò secco, << Cerca di colpirlo a una gamba >>.

Irina prese per bene la mira, sperando di non andare a colpire qualche lampadario, o ancora peggio, una delle sagome degli altri tiratori. Era il caso di metterci un po' di impegno, visto che le sarebbe sicuramente tornato utile saper maneggiare un'arma...

Deglutì, poi alzò il dito e premette il grilletto.

La sala venne invasa dal suono dello sparo, rimbombando per qualche istante sulle pareti grigie. Sentì il contraccolpo tentare di spingerla indietro, ma tenne ferme le gambe e riuscì a non muoversi. Non guardò nemmeno il bersaglio, per paura di scoprire di non averlo nemmeno sfiorato.

<< Bé, almeno hai un po' di mira... >> commentò Xander.

Irina gli rivolse un'occhiata interrogativa, e lui le fece cenno di guardare il bersaglio. Con suo grande stupore, notò di aver colpito in modo perfetto la gamba della sagoma, dove campeggiava un bel buco rotondo proprio sopra il ginocchio.

<< Oh... >>. Sorrise, soddisfatta. Non era proprio una schiappa, allora.

<< Colpisci l'altra >> ordinò Xander, forse convinto che si trattasse tutto di un caso fortuito.

Irina tornò a puntare l'arma sul bersaglio, e colpì esattamente i punti che Xander le chiese, senza sbagliare o comunque mancandoli appena, con crescente soddisfazione.

<< Bé, non sono andata male... >> disse lentamente, un piccolo sorriso sulle labbra.

<< L'importante è che tu sappia colpire per difenderti >> commentò Xander, togliendole la pistola dalle mani, ormai scarica, quasi seccato, << E' meglioche eviti di ammazzare qualcuno... A quello ci penso io. E in ogni caso ricordati che sparare da fermi e in tutta tranquillità come adesso è molto più facile >>.

Irina sbuffò, leggermente contrariata dal fatto che continuava a essere scontroso. << Ok... >>.

<< Non dimenticare di mettere la sicura quando non usi la pistola, e cerca di non tenerla a vista >> disse lui, ignorando il suo sbuffo. Le mostrò come fare e rimise in tasca l'arma, , guardandola stranamente. << La tua macchina è a posto >> continuò, << Puoi andare a prenderla, se vuoi >>.

Irina sorrise: era una settimana che la vedeva, e si era chiesta con una certa apprensione cosa stessero combinando i meccanici di Xander. << Davvero? Cosa le hai fatto? >> chiese, seguendolo lentamente fuori dal poligono, diretti alla macchinetta del caffè disposta alla fine del lungo corridoio bianco, dove riecheggiavano ancora i rumori attutiti degli spari.

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