[Night to remember 2.]

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«Che la lavoro faccio? Ehm...» Louis cominciò a vergognarsi di dichiarare il proprio lavoro davanti a lui perché, a confronto, non era ammirabile come il suo.

«Beh, se non lo sai tu.» disse con mezzo sorriso.

«Il barman.» ammise imbarazzato, mentre si toglieva la felpa perché aveva cominciato improvvisamente ad aver caldo.

«Magari, qualche volta potresti offrirmi qualcosa da bere?» ammiccò il riccio mentre seguiva le mosse di Louis, per poi riparlare subito dopo quando notò i segni d'inchiostro nelle braccia e scapole di Louis: « Hey, ma quelli sono tatuaggi!»

«Che ragazzo perspicace.» commentò Louis inarcando le sue piccole sopracciglia.

«Che cosa significano?»

«Sono davvero troppi per spiegarteli tutti.» ammise con una risatina.

«Beh infondo ti capisco!» affermò Harry alzando le sue braccia dalla pelle marchiata. «Per non parlare del il mio petto!» proseguì il cantante alzando la maglia e mantenersela fra i denti, senza paura di mostrare il proprio corpo.

Il liscio scoprì che oltre a quel velo di stoffa si nascondeva una bellissima farfalla al centro del petto, insieme a delle rondini, che erano un po' più in alto, e le foglie di felce ai lati del suo bacino.

Senza rendersi conto di quello che stava facendo, Louis, cominciò a seguire le linee delle ali dell'insetto disegnato, osservando ogni particolare e dettaglio che conteneva l'immagine, sentendo quello strano contrasto fra la sua pelle morbida e il margine del tatuaggio.

«Vedo che ti piace.» commentò Harry risvegliandolo dal suo mondo il liscio, con un gesto frettoloso e impacciato rimise le mani apposto, fermando la lenta tortura che il ragazzo degli occhi azzurri stava provocando al riccio.

«S-si, mi attira.» ammise con le guance che andavano a fuoco, cercando di evitare lo sguardo del cantante, guardando le stelle in cielo perché troppo imbarazzato dal contatto appena stabilito.

Harry si perse in tutte le piccole minuzie del castano, dal sorriso timido, al suo viso arrossato o semplicemente dal fatto che assomigliasse ad un angelo, rubato dal cielo che stava tanto ammirando, e Harry era stato uno di quei pochi fortunati a notarlo.

«Hey Angel. Do you know the reasons why, we look up to the sky?»

Disse intonando una canzone mai sentita prima da Louis, senza pensarci tanto su, ma compiaciuto dal suono che udivano le sue orecchie, il liscio cominciò a comporre con la pianola davanti a lui una melodia inventata sul momento, che seguiva la stessa intonata da Harry.

«Hey Angel. Tell me do you ever cry, while we waste away our lives?»

Di sprecare le proprie vite? Louis si era sentito molto spesso inutile, non abbastanza per affrontare tutti i problemi che gli si presentavano davanti, con tutti i commenti maligni che la gente (compreso anche suo padre biologico) avevano riservato solo a lui, o per quando era andato in ospedale perché un gruppo di ragazzi l'avevano picchiato a causa della sua omosessualità oppure quando aveva perso la sua sorella, Lottie, due anni fa.

«Hey angel. Tell me, do you ever try. To come to the other side? »

Molto spesso aveva pensato di raggiungerla, ma non se la sentiva di fare un gesto così estremo come un suicidio, non per paura, ma perché non è ciò che vorrebbe la sua sorellina, lui era deciso a formare una famiglia per lei, di adottare una bambina che l'assomigliasse, di continuare la sua vita , vivendola al meglio e non importa per quanti intralci potrà incontrare nella sua esistenza, lui farà tutto per Lottie, perché anche se non c'è più, lei è il suo piccolo angelo che gli da la forza di continuare.

Night to remember • l.s. OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora