PROLOGO.

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POV FRA

Ancora una volta Mirko si riavviò i ricci con un gesto distratto, lo stavo guardando da un angolo della porta socchiusa, aspettando il mio turno per andare in bagno.
Finalmente il mio gemello uscì, ovviamente sorridente nonostante l'ora e mi disse:"Buongiorno sorellì, il bagno è tutto tuo..."
"Finalmente." risposi un po' seccata
"Non prendertela con me ora!"
"Scusa. Solo che mi sento a pezzi in sto periodo."
"Lo so Fra. Ma pensa che io non esco con qualcuna da più di due settimane!" pronunciò quelle parole con voce ferma e seria, ma subito dopo si lasciò sfuggire un risolino.
In qualsiasi altro momento quella battuta mi avrebbe fatto ridere, ma ero troppo depressa per farlo, così, entrai in bagno.

Dopo la doccia di Mirko la stanza era ancora calda, lo specchio era ricoperto di vapore; con il palmo della mano feci dei cerchi sul vetro, in modo da togliere quella patina per specchiarmi, avrei potuto anche evitare.
Vedendomi riflessa mi resi conto di avere un aspetto orribile, i capelli erano spettinati e trascurati, sulle guance c' era del nero, residuo del trucco che ieri per pigrizia non avevo tolto, infine avevo gli occhi rossi e iniettati di sangue dal pianto notturno causato dalla partenza per Londra della mia migliore amica.
Aprii il rubinetto e feci scorrere qualche secondo l'acqua per poi bagnarmi le mani e strofinarle con forza sul mio viso. Con del correttore, una spazzolata ai capelli e un filo di trucco assunsi un aspetto quasi decente.

Mi vestii svogliatamente con un paio di jeans e una t-shirt, mi sentivo vuota dentro, indesiderata e invisibile, avrei voluto restare tutto il giorno sotto le coperte, al caldo e al riparo.
Mi stesi sul letto, avvicinai le ginocchia al petto e per un attimo mi sembrò di tornare a quando da bambini io e Mirko ci nascondevamo sotto le coperte per non farci vedere da nostra sorella grande, Erika, che impersonava un mostro. Ciò che da bambina mi faceva più paura era proprio quella maschera di plastica che lei indossava per terrorizzarci.
Ma quanto rimpiangevo quegli anni durante i quali vedevo il mondo rosa e bello.

I miei pensieri furono interrotti dal tocco caldo delle mani di Mirko che mi accarezzava i capelli dicendo che era il momento di andare a scuola.
"Non ne ho voglia."
"Dai, Fra, devi pur ricominciare!" disse fermamente trascinandomi per un braccio.
Mi alzai, ero a pochi centimetri da lui, ci guardammo negli occhi, i suoi iridi color cioccolato fissi sui miei, mi mettevano leggermente in soggezione e allo stesso tempo mi trasmettevano forte sicurezza.
"Mi starai vicino?" mormorai
"Come ho sempre fatto. So che stai soffrendo perché la tua migliore amica si è trasferita lontana, ma tu sei la migliore ragazza che esiste, e so che presto farai nuove amicizie"
"Sei fantastico" per stampargli un sonoro bacio sulla guancia dovetti mettermi in punta di piedi, poi aggiunsi:"Dai andiamo".

Grazie a mio fratello, stavo cercando di vedere questa cosa con una luce nuova, sapevo che presto sarebbe arrivata una nuova ragazza in classe e speravo di poter stringere un' amicizia con lei.
Camminavo verso la scuola con Mirko al mio fianco e d'un tratto sentii la sua voce:"Sai. Se la nuova ragazza diventasse tua amica... E se fosse carina... Potrei anche farmela"
"Non cambi mai"
Scoppiammo a ridere. Forse quel giorno stava prendendo una piega migliore.

Pov. Carola

"Beh... Io non sono mai stata brava con i discorsi, pur essendo una ragazza socievole, ciò che dico lo penso con il cuore, e il mio cuore ora é vuoto. Quindi... Ciao mamma, ciao papà, mi mancherete tanto, e non dimenticherò mai tutto quello che avete fatto per me. Oh, e ricordatevi che troveremo chi vi ha ucciso, e l'opera che avevate iniziato non finirà con voi... Vi amo tanto"

Dopo aver pronunciato queste quattro parole campate all'aria torno vicino a Michele, che vedendomi con il trucco sbavato allunga le braccia e fa aderire il mio corpo al suo possente.
Posso sentire il suo petto sobbalzare a causa dei singhiozzi, la morte dei miei lo ha distrutto, soprattutto dovendo prendersi cura di me d'ora in poi, essendo io minorenne. Fortunatamente domani partiremo per Roma, dove vive nostro zio, che ci aiuterà a fare i bagagli stasera per lasciare il più velocemente Napoli, perché ogni strada che percorro, ogni piazza che scorgo, mi fa appannare la vista, perché mi ricorda un preciso momento passato con i miei.
Carmine intanto sta di fianco a mio fratello, lui c'è già passato, quindi si sente in dovere di fare la parte del forte, ma la verità è che nessuno ci riesce in questo momento. C'è solo tanta tristezza, ma non manca la rabbia, perché sí, i miei sono stati uccisi dalla camorra, dato il lavoro di mio padre.

La cerimonia finisce e prendiamo il motoscafo per andare a spargere le ceneri nel mare vicino alla spiaggetta di Capri, dove eravamo soliti passare tutte le vacanze. Terminato ciò mi trascino a casa con tutto il trucco colato, ma tanto niente É più importante, figuriamoci il giudizio di pettegoli pronti a giudicare...
La casa è già quasi deserta, fortuna che lo zio è con noi, e domani partiamo.
"Hey piccola, posso fare qualcosa?"
"No Micky, o forse sì. Mi andresti a prendere i sali che vendono nella profumeria della via principale? Un bagno forse aiuterà a farmi sentire almeno un po' decentemente..."
"Tutto quello che vuoi, e per cena?"
"Niente grazie, appena esco dal bagno vado a dormire... Sta sera un po' di coccole ti vanno?"
Chiedo con il mentolino sporgente che trema
"Ovviamente! Tutto per farti sentire meglio"
Riesco a far spuntare un sorriso vedendo tutto ciò che Michele fa per me, e per quanto farà in futuro, ogni tanto mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmi un fratello come lui. E un fratello adottivo come Carmine...

Mi svesto ed entro nella vasca calda e schiumosa, e si annidano nella mia mente mille immagini di mia mamma che mi inschiuma i miei lunghi capelli, decorandomi il naso con un po' di bolle. La vista mi si appanna e una pesante coltre di lacrime mi costringe a sbattere le ciglia, producendo come effetto una lunga serie di singhiozzi che fanno correre Carmine in bagno, per assicurarsi che stia bene.
"No no ti prego Carola non piangere! Lo sai che devi essere forte, lo sai che devi essere forte per i tuoi, non devi demordere, quei coglioni dei mafiosi devono sparire, e tu non puoi piegarti!"
"Carmine, io ho paura, mi hanno già tolto mamma e papà, se mi portassero via anche Michele? Io non avrei più una ragione per cui vivere, per cui alzarmi dal letto e per cui continuare in questo mondo che diciamolo, fa cagare!"
"Lo so, lo so, ma tranquilla che Michele non lo tocca nessuno, e nemmeno te. Sai che ora che i tuoi sono morti, hai due angeli custodi in più vero? Loro ti proteggono, così come proteggono Michele! Non devi temere nulla, loro sono ancora più con te."
"Grazie di tutto, ti voglio tanto bene fratello numero due"
"Hey non sono un fratello surrogato! Ho la stessa valenza di Michele! Comunque, a proposito di ragioni di vita, uno, penso che io e Michele siamo due validi motivi per arrivare almeno a fine mese, e poi sono iper convinto che lá a Roma troverai un'ulteriore ragione per farci vedere un po' più spesso quelle belle fossette che Michele adora tanto pasticciare. Ora però me ne vado così ti asciughi che non voglio avere sulla coscienza un tuo qualche malanno. Oh, Michele è già in camera tua per quelle sezioni intensive di coccole tra fratelli a cui io non partecipo"

A quelle parole faccio un bel sorriso con tanto di fossette e esco dalla vasca, mi metto il pigiama e raggiungo Michele.
"Micky, tu non mi abbandonerai mai vero?" Chiedo ad un tratto.
"E dove potrei andarmene? Sai quanto mi pesi stare lontano da te"
"Okay dai, ti va sta notte di dormire qui con me, mi manca il bacio di mamma..." Dico tristemente...
"Anche a me manca, e anche il bacio del buongiorno al gusto di caffè di papà"
Mi sale un po' di magone a pensare a quei semplici gesti quotidiani... Papà era il primo ad augurarci il buongiorno: quando noi scendevamo a fare colazione lui era sempre su uno sgabello a leggere il giornale appena consegnato sorseggiando un cappuccino, rendendo così il bacio aromatizzato al caffè. Erano queste le cose che tanto mi piacevano dei miei, e saranno quelle che terrò sempre nel cuore. Saranno quelle le immagini che conserverò dei momenti trascorsi con loro, quelle semplici azioni che però facevano iniziare e concludere bene la giornata.

Gli avvenimenti degli ultimi giorni iniziano ad appesantirmi le palpebre, così mi raggomitolo sotto le coperte e appoggio la testa sul petto di Michele, facendomi cullare dai battiti regolari del suo cuore.
Sento ancora un sussurrato "Buonanotte angelo" per poi abbandonarmi completamente al sonno.

IT'S ME AND YOU AGAINST OUR FEARS.Where stories live. Discover now