4. Luce

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Toccare il fondo.

Capita spesso. Capita nella vita di tutti i giorni. In un modo preannunciato oppure all'improvviso. Non si sa. Ma qualcosa succede: è come un turbine ghiacciato che risucchia ogni emozione e la rispara fuori priva di forma, priva di forza. 

La chiamano malinconia. Oppure mancanza di speranza

Succede qualcosa, qualcosa che spegne la luce.

In quel momento, io e Jonny toccammo il fondo. Letteralmente. 

Divenne tutto buio. E freddo. Gelido. Oscuro. Non vedevo nulla, non sentivo nulla. Non sapevo dove fossi. Bastò un attimo per far sì che il tempo si volatilizzasse: era come essere in una sorta di limbo atemporale. Non esistevano nè presente, nè passato, nè futuro. Era come se la cronologia si fosse bloccata, ma il flusso della coscienza, quello continuava a scorrere.

Mi dimenticai di Jonny. Mi dimenticai di Narnia. Mi dimenticai di Aslan.

Nella mia mente apparvero immagini confuse che appartenevano alla mia vita normale, quella prima di essere catapultata a Narnia tramite una pagina di Facebook. E quello che vidi...beh, non erano le scene migliori. Vidi il fondo. 

Ero a scuola. Le elementari. Ero seduta in un angolo dell'aula con altre due bambine. Gli altri stavano ridendo chiassosamente al centro della stanza. Io però non ridevo. Come potevo ridere? Io non avevo il gioco che stavano usando tutti gli altri. Non mi pesava granchè, avevo le mie amiche. Ma il branco era guidato da altri. 

Ero a casa. Il periodo delle medie. Guardavo il cellulare, ma non mi arrivava nessun messaggio. Solitudine. 

Liceo. Meglio...ma non ancora quel che speravo. Problemi a casa. Ansia. Insonnia.

Ero al parco. Il ragazzo che mi interessava...passava davanti a me mano nella mano con un'altra. Il dolore mi squarciava il petto.

Il fondo. Avevo toccato il fondo tante volte. Era tutto buio, senza speranza. Giorni vuoti, tristi.

Mi sentivo annegare. Non sapevo più dov'ero. Era tutta un'indistinta sensazione di freddo. Da qualche parte, nella mia mente, riapparve Narnia. Poi Jonny. Aslan. Come potevo salvare Aslan quando non riuscivo a salvare me stessa?

Stavo cadendo pur stando ferma. Si può cadere in molti modi. Non riuscivo a rialzarmi.

Poi però vidi un bagliore, una luce. In fondo ora stava andando tutto bene L'università era casa mia. Avevo trovato persone con cui mi trovavo benissimo, avevo trovato vere amiche. E forse anche qualcuno di molto importante...solo il tempo avrebbe determinato quanto.

A volte bisogna solo cadere per potersi rialzare. Solo col buio si trova la luce.

Capii perché io e Jonny eravamo caduti. Dovevamo perdere tutto prima di poter vincere. Aslan ci stava mostrando che il male ha sempre una fine, che il passato ha sempre un futuro. Che c'è sempre un nuovo inizio.

Narnia è speranza, e speranza io dovevo trovare per poter riemergere.

Strinsi a me tutti i pensieri felici: risate con le amiche, gli scherzi, il sorriso di qualcuno di importante.

Quando riaprii gli occhi, c'era la luce. Jonny era accanto a me, uno sguardo attonito. Chissà quali immagini aveva visto.

Ci guardammo in silenzio per qualche minuto, nessuno dei due sembrava capace di dire anche una sola sillaba.

Poi, in un muto accordo, ci alzammo in piedi.

-Beh, allora si parte?- domandò lui, con il suo sorriso speranzoso.

Annuii. Questa volta ero pronta davvero.

Scoprimmo di essere caduti in una specie di caverna illuminata da una fonte di luce che non riuscivamo ad individuare. Sul terreno apparvero delle orme.

-Direi che abbiamo trovato la strada.- affermai, entusiasta.

E ci rimettemmo in viaggio. 

***
Se ne avete voglia, vi invito a leggere il mio fantasy Logan Flame e il Soffio del Drago!

Andiamo a NarniaWhere stories live. Discover now