Capitolo 2

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Proprio di fronte a Ted si trovava una grossa lapide di marmo bianco, semplice ma nel complesso maestosa.

Su di essa, una sottile scritta dorata tutta riccioli recitava:

Remus John Lupin, (1960/1998)

Ninfadora Tonks, (1973/1998)

Eroi di guerra, morti per la vita di tutti noi. Insieme, sempre.

Leggendo il nome dei genitori, una lacrima scivolò sul suo viso.

Al suo fianco, poteva sentire il suo padrino trattenersi a stento dallo scoppiare a piangere. Lo faceva per lui, Ted ne era consapevole.

Non era mai stato al cimitero prima d'ora. Harry pensava che fosse un posto troppo triste per un bambino allegro come lui.

"Ma io non sono più un bambino" pensò, "ora ho undici anni. Sono grande."

Si chinò a terra, accarezzando le lettere d'oro con la punta delle dita.
-Mamma, papà- sussurrò, sperando che Harry non lo sentisse. Non voleva che lo scambiasse per un debole.

-Amare non significa essere deboli, Teddy. L'amore fortifica come nient'altro al mondo.-

Ted sussultò. Non si era accorto che Harry si era accucciato accanto a lui.

-Dovevi vederli, loro dovevano vederti. Specialmente oggi.-

Il bambino, perché pur sempre di un bambino si trattava, annuì.

-Sai- continuò l'uomo -so come ti senti. Siamo molto simili, io e te. Anch'io ho perso i genitori troppo presto, per mano di un ipocrita senza scrupoli. L'unica cosa che ricordo di loro è il momento in cui sono morti. Non è una bella cosa, diciamo- un sorriso triste gli attraversò il volto, ma fu un lampo.

-Ma io non avevo nessuno, fui costretto a vivere dai miei zii, che non furono proprio amorevoli con il loro unico nipote. Tu invece non sei solo. Tu hai me. Loro ti hanno affidato a me, e io ti proteggerò a costo della vita.-

Ted rabbrividì. Evidentemente Harry se ne accorse, poiché aggiunse:

-Ma la guerra è finita, da ben undici anni, e stavolta è finita per sempre.-

Sorrise, in preda ai ricordi.
Poi continuò.

-Sai, in molti mi hanno chiesto come mai nessuno dei miei figli avesse il nome di Remus. Io rispondevo sempre che avevo già un figlio con quel nome. E ne vado molto orgoglioso-

Ted sorrise. Aveva già sentito una conversazione del genere, qualche anno prima. Solo che non lo sapeva nessuno.

-E io sono felice di avere una famiglia come voi.-

Quella era una semplice frase, eppure riscaldò il cuore di Harry più di mille coperte di lana.

Ma la frase seguente lo fece davvero commuovere.

-Mamma, papà, non preoccupatevi per me. C'è Harry a prendersi cura di me, state tranquilli-.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Tornati a casa, trovarono Ginny e Albus già svegli ad aspettarli.

-Auguri tesoro!!-

-Augui Teddy!-

Ted ringraziò, sorridendo. Poi Harry intervenne: -James e Lily dormono ancora?-

-È domenica, conoscendoli dormiranno fino alle otto e mezza- rispose Ginny sbadigliando, e poi aggiunse: -Ted caro, a pranzo verranno tutti a festeggiarti, quindi sei pregato di andare in camera tua che qui ci penso io. Ah, poco ma sicuro che zio George ti farà uno scherzo coi fiocchi, quindi preparati-.

Il bambino non se lo fece ripetere due volte, e corse nella sua stanza.

Estrasse il diario dalla scatola e ricominciò a leggere.

Dicevo, quindi, che sia Sirius che James facevano scherzi a chiunque gli passasse davanti, senza distinzioni. Me compreso, solo che lasciavo correre, perché in fondo mi divertivo. Era impossibile stare con loro senza divertirsi. Che io sappia, solo una persona ne era capace: Lily Evans.

Oh, James aveva un'ossessione per lei!

Anche se, al tempo, pensavamo (incluso lui) fosse solo perché lei era l'unica che respingeva le sue avances.

Capelli rosso fuoco e occhi di un verde incredibile, Lily era determinata e testarda, ma anche gentile e intelligente. Quell'anno diventammo quasi amici, era con lei che studiavo in biblioteca. E anche, forse, il motivo per cui mi piaceva andarci.

Non credo che ne fossi innamorato, ma più che altro mi piaceva parlare con lei, aveva i miei stessi interessi ed era molto più matura degli altri.

Una domenica mattina, credo che fossero i primi di novembre, me ne stavo in santa pace a leggere un libro sul mio letto quando James, scherzando, disse a Sirius che ero troppo responsabile. Credo che mi considerassero quasi 'noioso' in confronto a loro.

Lì per lì, ci scherzai su e lasciai perdere. Ma gliel'avrei fatta vedere io!
Andai in biblioteca, mi documentai a lungo, ed elaborai un piano perfetto.

Dico solo che, il giorno dopo, Sirius si svegliò con un magnifico paio di baffi all'insù e James con i capelli verdi e argento, i colori di Serpeverde.
Solo che non sapevo il controincantesimo, e quei due dovettero andare in giro tutto il giorno conciati in quella maniera.

Da allora, non si lamentarono più quando leggevo.

Ted rise di gusto. Suo padre era un malandrino, in fondo!

Un rumore proveniente dalla sua finestra lo distrasse dai suoi pensieri.

Un bel gufo grigio stava appollaiato sul davanzale, una lettera legata alla sua zampa.

Memories that keep us alive ~ MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora