Sumbissam Harry.

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La stanza riprese a vorticare una volta entrato, così come una giostra da cui non puoi scendere perchè in funzione, rimasi con le mani ancorate al lavandino quando l'ennesimo conato di vomito mi fece piegare in due sul marmo bianco; da giorni non riuscivo a far altro quando, anche se per sbaglio, ripensavo a quel maledettissimo viso assottigliato e quegli occhi color dello smeraldo, mi sentivo un debole -anzi, lo ero.- perchè per l'ennesima volta ero finito con la testa infilata nel lavandino permettendo al mio stomaco di contorcersi al sol pensiero di lui -il sol pronunciare del suo nome m'aveva reso fiacco, stremato. M'asciugai con il dorso della mano la bocca grondante ed inspirai forte guardandomi nello specchio, che razza di mostro ero diventato, così debole e triste. Riuscivo a veder il suo riflesso anche guardando attraverso quella lastra di vetro che avrebbe dovuto farmi vedere il mio stesso viso, così mi presi la testa fra le mani e grugnii in un impeto di rabbia sfociato poi in un pugno a dita strette contro il suo riflesso ghignante che non la smetteva di guardarmi. Le schegge di vetro mi fecero sanguinare, ma niente era quel dolore in confronto a quello lasciato dalla sua assenza; perchè sì, per quanto non volessi ammetterlo, quel maledetttissimo ragazzo mi mancava come l'aria. Ero come in un'apnea prolungata, dove le cose da fare eran soltanto due : rimanere sott'acqua ed imparar a non respirare, oppure scalciar e perder le forze nel tentativo di risalire -io avevo scelto la prima, di gran lunga, in fondo avevo tutto ciò di cui avevo bisogno.Potevo comprarmi un altro sottomesso, potevo comprarne quanti più me ne sarebbero piaciuti!. Così, dentro la mia bolla d'acqua, mi lasciai andare a l'ennesimo conato -ancora corsi per riuscire a non far nessun danno sul pavimento lustro- e capii in quell'istante, quando la mia amata governante Amy mi scansò i capelli dalla fronte per evitare di insudiciarli di sentimenti amari e corrosi, acidi, di dovermi azionare.La mia bolla aveva forato, si stava lentamente prosciugando portandomi via la vita, ed adesso, chino sul pavimento del bagno fra le braccia -per così dire- di Amy, presi le redini della mia vita e scalciai quanto più potei per mettermi in salvo, ma ancora per essere salvo del tutto, avevo bisogno di una sola cosa : Harry.

Erano le cinque quando ricevetti la sua e-mail di conferma, il cuore ebbe un capogiro quando l'aprii, ed ancor di più si mise a galoppare mentre ne leggevo le righe :

" Caro signor Tomlinson, sono lieto di ricevere sue notizie in queste determinate circostanze poi, mi ha fatto sorridere. Sono d'accordo con lei nel dire che son passati fin troppi mesi dall'ultima volta che ci siam visti, e per questo intendo accettare la sua richiesta per un rimedio immediato! Mi dica lei l'ora ed il giorno, il luogo penso di conoscerlo -forse fin troppo bene, non è così LouLou?-."

Fremetti quando la chiusi, digitando velocemente sulla tastiera dell'IPhone,

"Signor Styles, sono felice di sentirla così consenziente. Mi piacerebbe vederla domani stesso, alle 14:00. Si metta in tiro e porti il suo gioco preferito.Avremmo occasione di provarlo il più presto possibile."

mi rilassai sul sedile dell'auto che conduceva niente di meno che all'emporio Sweetness, dove avrei fatto acquisti i quali mi sarebbero tornati utili molto presto, e nel quale non entravo da ormai troppi mesi.

Quando arrivò, il giorno dopo, dovetti ricredermi sul suo costante ritardo, in quanto era addirittura in anticipo di qualche minuto -giusto il tempo di aver messo in ghingheri la stanza e d'essermi fatto una veloce doccia fredda per calmare la tensione, che il campanello aveva suonato- mettendomi nella condizione di dover ordinare ad Amy di andare ad aprire, mentre io misuravo a grandi passi la stanza pronta per il suo arrivo, con il cuore a far capriole e salti nel petto.Avevo sentito la porta aprirsi e poi la voce pacata di Amy che lo accoglieva cordialmente, com'era solita fare con tutti i miei "amici" con cui passavo per lo più delle notti o dei pomeriggi, niente di più. Sfregai le mani insieme torturandomi le dita e sorrisi all'accatastarsi di divertimenti da me scelti per le ore a seguire, precipitandomi poi in soggiorno; il suo passo non era affatto cambiato in quei mesi, sempre felpato e strascicato, quasi non dovesse far rumore -o non gli fosse concesso-. E così, io in piedi sullo stipite della porta che dava sull'open-space e lui a far capolino -tanto era alto- da dietro le spalle minute di Amy, rossa in viso al nostro scontrarsi di sguardi. Eravamo come animali, entrambi cacciatori, che si contemplavano in silenzio stando attenti ognuno alle mosse dell'altro, con gli occhi cavati in dentro da quanto erano assottigliati -in quel modo che mi faceva perder il controllo se quegli occhi erano i suoi- fermi ed attenti, fissi sul corpo l'uno, dell'altro, senza che nessuno dei due si azzardasse a fare un passo. Mi passai la lingua sulle labbra soffermandomi sulla sua bocca perfetta, carnosa al punto giusto e così dannatamente bella, -storsi il viso di lato nel vederlo sospirare amorevolmente, quasi apprensivo, il che mi fece andare fuori di testa, restando però immobile- e schiuse le labbra in un sorriso compiaciuto nel cogliere nei miei occhi il guizzo che io stesso avevo deciso di mostrargli, pronto per saltare sulla mia preda come un vero cacciatore che ha atteso fin troppo a lungo il momento. Fu lui a stiracchiarsi, quasi fosse stanco, ed a aprir bocca in "Signor Tomlinson, la vedo davvero bene.Fa palestra?" e poi sogghignare come sol a lui avevo permesso di fare quel pomeriggio di ormai mesi fa. Il dolce suono della sua voce, per quanto roca e sensuale, mi distese i nervi e le vene sul collo smisero di pulsare violente, lasciando che il mio viso si aprisse in un mezzo sorriso azzardato mentre lui mi veniva incontro lento, quasi a volermi punire mentre dento il mio cranio, ero io ad averlo già punito a dovere.

Submissam (one Shot Larry)Where stories live. Discover now