capitolo 21

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Erano ormai passati 5 lunghi giorni da quanto ero stata incatenata in questo posto maledetto... i giorni passavano tra sofferenze di ogni tipo, dalle frustate a dover dare un po del mio sangue a un demone. Era uno di quel villaggio che avevo attraversato prima di incontarre Malath... a proposito di lui, non si e' fatto piu vedere dall'ultima litigata che ho avuto con lui. Quando gli ho detto che era un essere ignobile. Nonostante tutte queste torture dentro di me c'era sempre quel barlume di speranza che mi alimentava, continuavo a pensare che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a liberarmi.. anche se era difficile pensarlo. Lucifero mirava alla mia debolezza e mi ha confessato di volermi uccidere lentamente in modo da fargli vedere che ero debole. Ma nei momenti in cui mi torturava io non emettevo nessun suono, nessun lamento, non volevo dargli quella soddisfazione, anche se certe volte mi veniva da piangere pero' dovevo essere forte. La mia salvezza arrivo' dopo 1 settimana quando nel mezzo delle mie torture alcuni demoni si affrettarono a scappare per difendere l'inferno da qualche minaccia. Ero sicura che fossero venuti a salvarmi...

- togliti quel sorrisetto dalla faccia angioletto- ringhio' lucifero. Era l'unico rimasto con me nella sala. Ma nemmeno lui con quei suoi sguardi gelidi e taglienti riusci' a farmi togliere il sorriso che avevo nel viso, imperlato di gocce di sudore e di sangue.

- sono venuti a salvarmi.. lo sento- mormorai speranzosa.

- bhe pero' prima morirai- disse malefico Lucifero tirando fuori dai suoi pantaloni un coltello. Aveva la lama nera e capii all'istante che era un pugnale maledetto, l'unico pugnale che poteva far fuori un serafino. Il mio sorriso scompari' rimpiazzato subito da un espressione di puro terrore. Cominciai a dimenarmi freneticamente mentre lui si avvicinava. Le catene come sempre si infilzarono di piu nella carne facendomi mancare le forze. Poi lucifero alzo' il pugnale in aria e quando stava per conficcarlo nel mio petto si udi' un botto e le porte della sala si ruppero bruscamente, rivelando le figure di Uriel e Michele. Avevano entrambi le maestose ali spiegate al massimo, avvolte da una nebbiolina dorata. Michele aveva le ali bianchissime, alle punte erano azzurrognole, mentre Uriel le aveva di un bianco sporco. Gli occhi dei due angeli appena mi videro in queste condizioni si illuminarono completamente di bianco. Alle mani Michele impugnava una spada dorata, che sembrava allontanare le tenebre. Mentre Michele salto' letteralmente addosso a Lucifero, Uriel venne verso di me prendendomi il viso tra le mani. I suoi occhi da bianchi ritornarono verdi. Quegli occhi che io avevo amato fin dal primo istante...

- Syria, siamo venuti in tuo soccorso appena potevamo- sussurro' dolcemente. I miei occhi si riempirono di lacrime..

- shh non ti preoccupare, sto bene- dissi sorridendo debolemente, ma lui non sembro' crederci.

- come puoi stare bene? sei piena di ferite e di sangue, e' un miracolo se sei ancora viva..- mi guardo' -adesso dobbiamo andare, abbiamo ucciso quasi tutte le guardie e..- non fece in tempo a continuare che fece un lamento e si guardo' la pancia. Seguii il suo sguardo e per poco non scoppaiai a piangere. Nella pancia spuntava un pezzo di pugnale maledetto. Uriel mi guardo' con gli occhi pieni d'amore.

- ti amo- sussurro' prima di cadere a terra. Gridai con tutto il fiato che avevo nel corpo, mentre gli occhi mi si riempirono di lacrime. Guardai Lucifero che ghignava soddisfatto mentre Michele cercava di rialzarsi al suo lato. In quel momento sentii la forza fluire nelle mie vene, raccolsi tutti i miei sentimenti, tutte le mie emozioni, tutto il mio dolore e la mia sofferenza ed esplosi con un altro urlo. Buttai fuori tutto e feci una vera e propria esplosione di luce. Le mie ali sbucarono fuori dalla mia schiena piu luminose che mai, la mia pelle si illumino' sempre di piu e con un gesto delle braccia ruppi le catene. Lucifero mi guardava impietrito e la mia furia si abbatte' su di lui. Gli andai addosso trasformando le piume delle mie ali in ghiaccio per usarle come coltelli. Lui cerco' di proteggersi ma non fu abbastanza veloce, la mia rabbia era molto piu forte di lui e in un momento di distrazione gli conficcai le piume delle mie ali nel suo petto, facendolo stramazzare al suolo. Poi non sentii piu' niente e prima di cadere nel buio vidi Michele abbracciare e piangere accanto al corpo senza vita di Uriel...


LA DEMONE DAGLI OCCHI AZZURRIWhere stories live. Discover now