Capitolo 3

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N.d.A: Scusatemi per il ritardo, ma con la scuola non ho avuto molto tempo. Spero comunque che questo capitolo vi piaccia e se potete/volete lasciate anche un commento.Il prossimo capitolo lo posterò questa sera

  [Gouenji POV]

No, non poteva essere vero.
Non gli bastava avermi fatto soffrire.
Non gli bastava avermi fatto passare giorni d'inferno.
Non gli bastava avermi fatto ingelosire a tal punto che non ero più riuscito a trattenere le mie lacrime.
Ora voleva pure mostrarmi qualcosa, o nel peggiore dei casi ... qualcuno.
No! Fubuki non era così cattivo! Non avrebbe sbandierato ai quattro venti la persona che aveva preferito a me, oppure si?
In effetti ero stato proprio io a porgli tutte quelle domande. A insistere perché mi desse spiegazioni a tutto quello che stava accadendo, ma ora non ce la facevo.
Avrei preferito che mi lasciasse in quell'istante. In quell'angolo di strada desolato, sotto i primi raggi di luce che cominciavano a svegliare la città.
Non volevo che andasse oltre.
Volevo smetterla di soffrire, ma allo stesso tempo non volevo lasciarlo andare.
Queste due cose, però, non andavano di pari passo...


--

-Vieni...ti devo fare vedere una cosa...ma prometti di non dirlo a nessuno...

E così aveva fatto.
Appena Gouenji ebbe giurato di non rivelare qualunque cosa nascondesse il sedicenne, lo seguì, ma questa volta non in incognito.
Fubuki non avevo detto nient'altro oltre a quello e il bomber non sapeva cosa aspettarsi.
Camminava solo, continuando a tenere gli occhiali scuri addosso, per non mostrare le sue debolezze.
Non conosceva bene la zona. Nonostante abitasse nelle vicinanze col resto della squadra, non aveva mai passeggiato per quelle strade, ma dalla sicurezza con cui si muoveva il difensore si poteva capire che avesse fatto quel percorso parecchie volte.
Il sole si stava alzando in cielo lentamente, assonnato come il resto della città che, a malavoglia si stava svegliato per l'ennesima giornata di lavoro mentre i più giovani si godevano quelle meritate vacanze estive.
Tra poche ore anche il resto della squadra, che se ne erano rimasti nel loro dormitorio a dormire, avrebbero aperto gli occhi e cominciato a prepararsi per gli allenamenti.
Arrivarono alla fine di quella lunga strada e davanti a loro comparve un parco di medie dimensioni, che a quell'ora della mattina era frequentato solo da qualche patito dello sport che stava spendendo la sua dose giornaliera di corsa.
Senza parlare, Fubuki si immerse nel verde, cominciando a sorpassare un albero dopo l'altro.
Gouenji dovette aumentare il passo per non perderlo di vista tra quella vegetazione.
Il maggiore rimase estasiato da quel posto. Non sapeva che così poco lontano dalla loro casa esisteva un posto incontaminato e tranquillo come quello.
Come aveva fatto Fubuki a scoprire quel parco?
Ma, soprattutto, cosa ci facevano in un parco ...?
Nella testa di Shuuya cominciarono a comparire mille spiegazione, una più ridicola dell'altra...
Che Fubuki avesse ucciso qualcuno e avesse nascosto il cadavere in quel posto?
"Ma cosa vado a pensare?!" si rimproverò Gouenji mentalmente "Quel ragazzo dal faccino così dolce non sarebbe mai capace di fare una cosa del genere!!"
O che quello fosse il posto dove lui e il suo nuovo ragazzo si incontrassero segretamente...?
E se magari questo ragazzo fosse un barbone senza casa che viveva in quel parco....
"E perché diavolo mi ha portato qui, allora? Vuole che mi presenti a lui come il suo ex-ragazzo..?!...impossibile..."
-Aspetta qui! -gli disse Fubuki, risvegliandolo dai suoi assurdi pensieri –Torno subito – detto questo, il sedicenne corse verso un cespuglio verde, poco lontano da loro.
Lì si chinò in ginocchio, per poi allungare una mano, come per prendere qualcosa.
Gouenji piegò la testa, sempre più confuso dal comportamento del ragazzo.
Che stesse tirando fuori da lì il barbone?
O il cadavere...?
Poco dopo, Fubuki si alzò, tornando poi dal bomber.
Teneva in mano, con estrema cautela, una scatola di scarpe con sopra dei buchi per far uscir l'aria.
Quella che aveva tenuto dentro le scarpe che Gouenji gli aveva regalato qualche mese prima.
Il maggiore spostò lo sguardo prima sulla scatola bucherellata poi su Fubuki, che aveva uno sguardo impassibile.
-Beh?- fece poi. La tristezza e la gelosia di poco prima se ne era completamente andata, lasciando spazio alla confusione e alla rabbia.
Si, ...rabbia! Perché la causa di tutto il malessere di quei giorni era dovuto a qualcosa che si trovava chiuso in quella piccola e insulsa scatola da scarpe.
Fubuki si morse un labbro, indeciso sul da farsi, poi lentamente aprì il coperchio di cartone marrone, mostrandone il contenuto.
Cosa custodiva quella scatola?
Gouenji non ne aveva la più pallida idea, ma era pronto a scoprirlo.
Allungò il viso verso quella scatola, osservandone il contenuto.
"Ahh..." tirò un sospiro di sollievo "Quella scatola contiene solo degli........UCCELLINI?!"
Il maggiore osservò meglio, per paura di essersi sbagliato, ma non era così.
Quella scatola di scarpe conteneva davvero due piccoli uccellini dalle piume marroni e gli occhi scuri che scattavano da una parte all'altra, come se osservassero per la prima volta il mondo circostante.
-Ma che diavolo...?
Fubuki sorrise – Shuuya – cominciò a dire – Ti presento Waki e Jen  


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