Capitolo 9- Angelo

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Fanart femminile di Guy di ClarissXD

Diana

Lo iniziai a cercare dappertutto.

Dovevo trovarlo, non sapevo cosa gli fosse successo per un tale ritardo ma qualcosa mi diceva, in fondo allo stomaco, che era in pericolo.

Scesi i tre piani di scale, dirigendomi verso il padrone della locanda.

Se ne stava solo soletto, le gambe poggiate sull'angolo della scrivania.

Guy non c'era.

Mi avvicinai e il locandiere strizzò gli occhi per mettermi a fuoco, detestai lo sguardo insolente che mi posò addosso, pareva mi guardasse come un pezzo di carne, cosa che non accettavo assolutamente.

Cercai di essere più cortese possibile –Scusi? Sa' dov'è il ragazzo che ha fatto con voi le trattative?-

Il padrone continuò a fissarmi con gli occhi gialli, assumendo uno sguardo stralunato –Se n'è andato da un ora circa, se non di più-

-Cosa? E dov'è andato?-

Indicò la porta con la mano –Si è diretto fuori dalla locanda nonostante diluviasse, l'ho guardato mentre si dirigeva verso le stalle per chissà quale motivo-

Immediatamente pensai che avesse preso il primo animale che aveva visto e che se ne fosse andato , poi lo esclusi, non poteva essere andata così, non dopo quello che aveva detto.

Uscii velocemente dalla porta anche se l'uomo cercò di fermarmi, lo ignorai completamente, dirigendomi anche io verso le stalle.

Appena uscii, la pioggia mi inzuppò, infradiciandomi capelli e tutto quello che incontrava.

Anche se l'aria gelida mi congelava il sangue e la pioggia altrettanto, mi costrinsi a correre a rotta di collo verso la direzione scelta.

Il vento mi scostava i capelli e la sua freddezza sembrava riuscir a forarmi i polmoni.

Corsi come una matta, attraversai le stalle, ma non c'era alcun segno dell'Elemento del Buio, mentre gli animali c'erano tutti.

Uscii dalla stalla e seguii i vicoli, raggiungendone uno chiuso da un grande strato di mattoni e cemento.

E Guy era lì, bagnato, zuppo talmente tanto che pareva che i vestiti gli si fossero incollati addosso... e stessa cosa per i capelli neri, con l'ultimo Demone che andava in fumo.

Respirava rapidamente, l'espressione tesa mentre mandava giù un groppo alla gola che gli si era formato dall'agitazione e dalla fatica.

All'inizio non sembrò vedermi, poi ad un tratto, i suoi occhi guizzarono nei miei.

-Cosa ci fai sotto la pioggia?- esclamò con un tono di ammonimento –Torna dentro-

Non potei controbattere nulla perché crollò a terra.

Gli corsi incontro e lo appoggiai alle mie gambe, era pallido, molto pallido, con il sangue che gli gocciolava lento fuori dal naso.

-Ti ho detto di tornare dentro- disse, respirando a fatica –Non ho bisogno di aiuto, devi rientrare-

Non lo ascoltai e appoggiai il suo braccio sulla mia spalla, sorreggendolo –Non arriverai nemmeno alla locanda ridotto così, quindi non fare lo stupido-

-Ma.. ce la faccio- ribatté

-E invece no- dissi, guardandolo mentre si affannava a tentare ad alzarsi da solo –Lasciati aiutare e comportati come un pensante-

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