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La volta successiva, Harry fu triste di vedere una donna al bancone al posto di Louis. Erano passate circa due settimane dall'ultima volta che era stato lì perché era stato impegnato con le interviste e le registrazioni. Aveva bisogno di scrivere più canzoni per il suo nuovo album, ecco perché aveva il suo diario stretto sotto il braccio.

"Salve, cosa posso portarle?" chiese gentilmente la donna. Harry le sorrise, ma non la guardò negli occhi. Aveva apprezzato il caldo benvenuto, ma sperava di vedere Louis.

"Solo un caffè" le rispose. Le diede il denaro contato e poi le lasciò la mancia sul bancone. Lei gli passò il caffè con la panna e con qualche bustina di zucchero. Stava per andarsene, considerando che Louis non fosse lì, ma poi la porta del retro si aprì e il ragazzo uscì.

Aveva i capelli abbassati e portava gli occhiali. Era stranamente sexy. Aveva un po' di barba incolta sul viso e la divisa gli abbracciava perfettamente le curve come sempre. Era ricoperto di una pastella e sembrava molto irritato.

"Il nuovo mixer fa schifo. Guarda che ho combinato, mamma!" strillò Louis. Harry si portò la tazza alla bocca per non ridere.

"Louis...oh tesoro" ridacchiò sua madre. Si avvicinò e gli tolse un po' di pastella dalle guance.

"Lavora qui davanti e bada a come parli davanti ai clienti" gli disse. Louis aggrottò le sopracciglia e si girò vedendo Harry.

"Oh. Sei tu" disse con tono annoiato. Harry ridacchiò e lo salutò sedendosi finalmente. La madre di Louis se ne andò sul retro e Louis prese uno straccio per pulirsi. Harry lo guardò intenzionalmente. Avrebbe dovuto concentrarsi per scrivere delle canzoni, ma Louis era molto più interessante.

"Scattami una foto, dura di più" borbottò Louis strofinando ripetutamente sulla sua maglietta.

Harry abbassò lo sguardo sul diario dopo quell'affermazione.

"Stai studiando?" gli chiese quando finalmente mise giù lo straccio. Harry scosse la testa e lo guardò. Louis pensava ancora che fosse un ragazzo normale e a Harry iniziava a piacere questo particolare. Gli piacevano le cose gratis, i complimenti e il denaro, ma gli piaceva anche parlare con qualcuno.

"Sto scrivendo una canzone" gli disse. Louis rise poggiando la testa sul bancone.

"Cosa c'è di divertente?" chiese Harry. Louis alzò la testa con le guance arrossate.

"Tu. Vieni qui con gli occhiali scuri, il tuo cappellino, i jeans stretti, la camicia sbottonata e il tuo atteggiamento altezzoso. E ora scopro che scrivi canzoni. Sei come un personaggio dei libri sdolcinato e hipster" ridacchiò Louis. Harry sorrise e alzò le spalle.

"È così male?" domandò con un sopracciglio alzato. Louis saltò sul bancone, "Non lo so. Vedi, il primo giorno era un problema, ma ora sembri meno stronzo" ammise. Gli occhi di Harry analizzarono il suo corpo. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e a Louis non importava.

"Non sono uno stronzo" gli disse Harry. Non lo era. Poteva sembrare un ragazzo spocchioso e ricco, ma non era davvero lui. O almeno non gli sembrava. Non era più sicuro di chi fosse.

"Sicuramente sembri così. Ma va bene perché sembro anch'io così" gli disse incurante Louis. Harry annuì con la testa facendolo ridere. Gli piaceva davvero la risata di Louis e senza pensarci, lo scrisse nel suo diario.

"Allora, fammi indovinare, signor Hipster, hai un gatto?" disse Louis. Harry lo guardò storto e annuì.

"Un gatto persiano?" domandò Louis. Harry scosse la testa.

"Un siamese?" chiese di nuovo e Harry fece ancora di no. Louis lo guardando aspettando per una sua risposta.

"È senza pelo" disse lentamente Harry. Louis spalancò gli occhi e si piegò in avanti sorridendo.

"Non ci credo, cazzo. Fammi vedere!" Gridò Louis eccitato. Harry prese il cellulare dai suoi jeans stretti e cercò la foto del suo gatto.

"Merda, è bruttissimo. Come si chiama?" chiese Louis con un'espressione divertita.

"Pebbles, ma io la chiamo Pebs" spiegò Harry. Louis lo guardò e a Harry venne voglia di allungare la mano e toccarlo.

"Carino. Scrivi canzoni su di lei?" domandò Louis con tono provocatorio. Harry sbuffò e scosse la testa rimettendo il telefono nella tasca.

"No. Non ho neanche un'idea per una canzone" si lamentò. Louis aprì la bocca per rispondere, ma sua madre ritornò arrabbiata.

"Louis Tomlinson, quante volte ti ho detto di non sederti sul bancone?" lo rimproverò. Louis scese velocemente già pronto a scusarsi.

"Pulisci il punto dov'era il tuo sedere. Vado a prendere Charlotte quindi starai qui da solo. I biscotti sono nel retro a raffreddare, mettili in esposizione tra dieci minuti" lo istruì.

"Okay, mamma" disse Louis. Lei gli baciò la fronte velocemente prima di uscire dal negozio. Louis prese il detersivo e uno straccio iniziando a pulire il bancone.

Harry lo guardava affascinato. Aveva un nasino carino e delle ciglia lunghe e scure. Le sopracciglia erano curve, al contrario delle sue che erano folte e dritte. La sua pelle sembrava morbida e aveva dei fianchi da baciare. Doveva davvero smetterla perché l'aveva visto solo poche volte e aveva già voglia di baciarlo. Era solo una cotta innocua.

Louis mise via le cose e sospirò stanco dall'altra parte del bancone. Si coprì la bocca con le mani sbadigliando e poi guardò Harry.

"Scusa, stavamo parlando della tua canzone, giusto?" chiese. Harry annuì mentre Louis si mordeva il labbro inferiore guardando il soffitto.

"Hai bisogno di una musa, signor Styles" gli disse. Il telefono squillò e Louis gemette alzando un dito. Prese il telefono e iniziò a parlare. Harry lo guardava mentre oscillava i fianchi e gesticolava anche se la persona al telefono non poteva vederlo. Prese una penna e iniziò a scarabocchiare un messaggio.

Harry aveva trovato la sua musa. 


Write Me a Song|| Italian TranslationWhere stories live. Discover now