Capitolo 13: L'unico uomo della mia vita.

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Capitolo 13

"L'unico uomo della mia vita"

Lunedì 21 Settembre 2015, ore 16:30.

Era il mio giorno libero e finalmente potevo dedicare tutto il mio tempo a Roby, così approfittai della splendida giornata di sole e lo portai a Gardaland.
Fu una giornata molto divertente e soprattutto spensierata; in quelle ore passate con mio figlio, riuscii a dimenticarmi di Ignazio.
Ignazio non lo vedevo e sentivo da quella sfuriata, avevo definitivamente chiuso con lui.
Mi aveva veramente ferita e delusa, lo credevo più maturo, ma mi sbagliavo.
La colpa era soltanto mia, perché dovevo frenarmi a quel bacio, anzi dovevo frenarmi a quello stupido gioco, dovevo rifiutare e invece no, avevo dato retta al mio stupido cuore che provava ancora qualcosa per lui e avevo ceduto. Avevo ceduto alle sue morbide labbra, alla sua calda pelle, ai suoi occhi profondi, nonostante fossi consapevole del rischio che stavo correndo.
Ero stata solo un'idiota e meritavo di soffrire. Sapevo a cosa andavo incontro e, invece di lasciarlo perdere, mi ero innamorata un'altra volta di lui. Ma che cretina!
Fatto sta che quando pensavo a lui, pensavo solo a come ucciderlo in maniera lenta e dolorosa e soprattutto pensavo ad un ottimo alibi. Ovviamente rimaneva tutto nella mia malata mente, ma è per farvi capire quanto odio provavo per lui.
Erano le quattro e mezzo del pomeriggio ed io e mio figlio eravamo tornati da poco dal parco divertimenti; lui era in camera a dormire ed io ero in terrazza a leggermi un bel libro di Arthur Conan Doyle (non che questo c'entri con la voglia di fare in mille pezzi Ignazio...o forse sì), quanto sentii una melodia, a me molto familiare, provenire dall'Arena di Verona, era "Grande amore".
In quel momento maledii la mia dolce casa in centro e contemporaneamente mi ricordai che quella sera c'era il concerto de "Il Volo" all'Arena, mi aspettava una "gran" serata.
Preferivo di gran lunga essere al Polo Nord, al freddo e al gelo, che restare in quella casa e subirmi tutto il loro concerto; ma purtroppo non era possibile andare al Polo Nord e dovevo rimanere a Verona, a sentire la sua voce.
Nel frattempo ero rientrata in casa e avevo chiuso tutte le finestre nella speranza di non sentire niente, ma ovviamente sentivo chiaro e tondo (e non scuro e quadrato).
Mi abbandonai nel divano, ormai sconfitta, ad ascoltare le potenti voci dei tre ed ogni volta avevo un tuffo al cuore appena sentivo quella di Ignazio.
Dopo un'ora di canzoni e di infarti improvvisi, finalmente lo strazio era finito e, dopo aver aperto le finestre, tornai sul balcone a leggermi il libro.
Ero totalmente immersa nella lettura, Sherlock Holmes stava per risolvere il caso ed io stavo morendo dalla curiosità di sapere chi fosse l'assassino, quando sentii suonare il campanello.
Sbuffai pesantemente e alzai gli occhi al cielo, poi mi alzai dalla sedia posando il libro su di essa e andai ad aprire.
Spalancai gli occhi appena lo vidi e un senso di rabbia iniziò a pervadermi.
Ma che diavolo ci faceva Ignazio a casa mia?

-Che cazzo ci fai qui? Chi ti ha dato il mio indirizzo?-dissi nervosa.
-Tua madre-
Mia madre??? Ma che diavolo le saltava per la mente??? Una rana???
-Che cosa vuoi?-
-Chiederti scusa. Mi sono comportato davvero male con te, ti ho detto delle cose orrende che non meriti neanche e che non penso assolutamente, io...-
-Scommetto che ti sei fatto prendere dal panico, vero?-lo interruppi.
-Beh sì...non è che tutti i giorni ti dicono che hai un figlio-
-Giusto, hai ragione-dissi ironicamente-Continua pure-
-A me dispiace davvero tanto, Ire. Io ci tento molto a te e non voglio assolutamente perderti, rincontrarti è stata la cosa più bella...-
-Sì, ok, vai al dunque, mi stai annoiando col tuo discorso-lo interruppi una seconda volta.
Chiuse gli occhi, sospirò e disse-Volevo solo chiederti scusa e farmi perdonare, tutto qui-
-Farti perdonare con cosa?! Con il tuo discorsetto?!-
-No, con questi-disse prendendo due biglietti dalla tasca-Sono due biglietti per il concerto di stasera, in prima fila, per te e per Roby. Ecco...vorrei che la mia famiglia, se così vogliamo chiamarla, fosse presente ad uno dei concerti più importanti della mia vita-
Presi i biglietti, li guardai per qualche istante e poi li strappai davanti ai suoi occhi sorpresi.
-Credi veramente che un paio di biglietti e due parole dolci mi avrebbero fatto intenerire tanto da perdonarti?! Eh no mio caro, hai sbagliato persona. Non ci casco di nuovo nella tua trappola. A me non importa niente se ti sei fatto prendere dal panico, per me hai reagito da persona veramente immatura ed io non voglio che mio figlio cresca con un padre meno maturo di lui, sì perché Roby è molto più maturo di te. Quindi, se permetti, io andrei; stavo leggendo Sherlock Holmes e stava per scoprire l'assassino, e se non vuoi essere la prossima vittima di un suo caso, ti conviene andare via-
Feci per rientrare, quando lui disse-Certo che sei veramente una stronza-

La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoWhere stories live. Discover now