A te, papà

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Voglio dedicare questo testo ad una persona speciale. Vorrei che questa persona lo leggesse, ma so che ne rimarrebbe devastata, distrutta. Lo so perchè sono del suo stesso sangue e della sua stessa anima. Mi è stato vietato di amarla e mi è stata allontanata con la forza, senza avviso, poi questa ha mollato tutto, fino a mollare anche me. E' orribile sapere che non potrai più amare una persona perchè così facendo gli rovineresti la vita.

Quando ami davvero qualcuno nessun sacrificio è troppo grande.

Io ho sacrificato tanto me stessa, fino a sacrificare il nostro amore. A volte mi chiedo se esiste ancora. A volte vorrei smetterla di piangere come una stupida, perchè tanto non potrò mai più rimediare, perchè tanto ormai è finita e non posso far tornare le cose com'erano prima.

Ma la ringrazio tanto, questa persona. Mi ha insegnato tante cose. Una di queste è "Non tradire mai".

Tutti gli anni mio padre mi ricorda cos'è successo il giorno in cui sono nata:

ho aperto gli occhi, mentre ero tra le sue braccia, e lui ha scoperto che erano uguali ai suoi.

"Noi ci siamo innamorati con un semplice sguardo", mi ricorda, "Hai solo aperto gli occhi e mi hai rubato il cuore". E io sorridevo, sorridevo tutte le volte che ascoltavo queste parole. Era bellissimo, era romantico, riempiva di gioia il cuore, illuminava gli occhi di luce.

Ricordo poi, quando vidi mia madre tirare uno schiaffo a mio padre. Avrò avuto quattro anni, ma ancora posso sentire il suono della mano scontrarsi contro la sua guancia, ricordo le loro grida, i loro respiri forti. Ricordo gli occhi di mio padre: erano bui e vuoti. Erano lucidi di lacrime e spenti di vita. Ricordo come successivamente si chiuse in bagno.

Ricordo i litigi prima di andare a scuola, quelli a tavola mentre mangiavamo, quelli al mio compleanno, quelli durante la notte. Uno di quest'ultimo lo ricordo. Avevo sentito delle voci e avevo fatto lo sbaglio di aprire gli occhi, perchè li vidi litigare ancora una volta. E allora piansi, ma non mi feci sentire. Solo ascoltai, i miei singhiozzi, i loro sussurri diventare più alti, le mie lacrime calde sul cuscino.

Mi misi a piangere anche quella volta dello schiaffo, ma non lo feci lì, a casa. Lo feci all'asilo, quando lui mi venne a prendere, quando mi strinse tra le sue braccia. Quando pianse sulla mia fragile spalla.

Oggi, riesco a capire il perchè di quelle lacrime.

Lui aveva commesso un imperdonabile errore.

Più avanti, mio padre non tornò più casa, non mangiò più sulla nostra stessa tavola, non dormì più con me.

A sette anni vedevo tutti i miei compagni andare a scuola di mano ai loro genitori. Io camminavo da sola e le mani le nascondevo in tasca. Mi veniva sempre a prendere mia madre e l'unica volta che era venuto lui, ricordo di averlo indicato alle maestre. Era fuori dal cancello ma, quando uscii, lui non c'era più. Se n'era andato. Così, misi nuovamente le mani in tasca e andai da sola.

Ma io sorridevo comunque ogni volta che lo vedevo, mi era impossibile non farlo davanti alla sua bellissima immagine, che era come vedere la mia. Certo, al maschile.

Ricordo qualche volta dopo, quando ci fece conoscere la sua compagna. Disse a me e a mia sorella - ma soprattutto a me - che non dobbiamo baciarlo o abbracciarlo davanti a lei, perchè è gelosa.

Io? Beh, io obbedisco. In quel momento, non obbedii tanto perchè ero piccola e non lo capivo, perchè lui è mio padre e devo fare ciò che mi dice, ma perchè lui era speciale, perchè ai miei occhi era diverso. Perchè io lo amavo e avrei fatto qualsiasi cosa per lui, per renderlo felice.

Vorrei solo riaverti accantoWhere stories live. Discover now