Capitolo 7

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7.

La seduta era durata meno di quanto mi aspettassi. Qualche avviso sulla privacy, qualche firma qua e là, avvertimenti vari ed il contratto era bello, andato e firmato.
«Ci divertiremo Bambolina, sarò la tua cura» aveva poi concluso con un ghigno soddisfatto prima di farmi scivolare sul palmo il mazzo di chiavi del mio appartamento.
Lo odiavo.
Il trasferimento avvenì pochi giorni dopo, ebbi quindi giusto il tempo di racimolare quelle che già erano le mie "poche cose" dall'appartamento con Agata e voilà.
Gli scatoloni erano pochi per questo gli addetti fortunatamente ci misero poco a sistemare le mie cose in qualche pseudo ordine che gli aveva assegnato Adam.
«Appartamento magnifico signorina complimenti!» fu quello che mi sentì dire per qualche decina, se non migliaia di volte in quella giornata. Peccato che io avessi visto ben poco, anzi no mi correggo, peccato che io però avessi visto solo la porta del mio appartamento e di conseguenza restavo lì fuori impalata a sorridere e annuire.
Che strazio.
Finalmente nel tardo pomeriggio i lavori erano finiti e incomprensibilmente emozionata aprì le porte alla mia nuova avventura.
L'appartamento era da WOW!
Un immenso open space con zona cucina e soggiorno separate dal divano componibile che indirizzava verso il camino con tv al plasma, i miei occhi quasi si commuovevano.
Oltrepassato il divano, la zona cucina era davvero il top con l'isola centrale e l'angolo fornelli con utensili e frigo all'avanguardia.
Al lato sinistro dell'open space un'immensa parte finestra che fungeva da quadro visto lo stupendo paesaggio e da fonte di luce. Al lato destro invece c'erano due porte immerse nella parte bianca, la prima era per il bagno con i servizi igienici ed il doppio lavavo sui toni del marrone scuro e del bianco. Infine l'ultima porta, la mia stanza. Era una reggia.
Completamente immersa nel rosso e nero che attentamente si alternavano a decorazione parte mobiliare, era...era...perfetta!
Un immenso letto di morbido materasso a tre piazze, dalle lenzuola nere e dalla spalliera rossa. Ci sprofondai facendo sollevare anche qualche piuma che fuoriusciva dal cuscino. Era un sogno, non poteva essere reale. Mi rialzai di scatto, una porta a specchio. Corsi ad aprirla. La mia camera armadio, un altro appartamento!
Ma uscendo dalla camera armadio trovai la più magnifica delle sorprese. La vasca di porcellana con i quattro piedini che aspettava solo di essere inaugurata.
Detto, fatto.
Luci soffuse, profumo di candele aromatiche, bollicine nel bicchiere, bollicine nella vasca, concerto di Bach che soavemente univa tutti gli elementi ed io? Cosa potevo chiedere di più dalla vita? Immersa nel relax, nel sogno idilliaco che tutto questo potesse essere mio per sempre e invece?
Sentì bussare alla porta, mi coprì con il telo bianco che avevo messo poco più lontano dalla vasca e andai ad aprire. Inizialmente pensai che potesse essere qualche vicina che veniva a darmi il benvenuto, oppure non so...il postino? Niente ragazzi, niente di quello che credevo.
«Buonasera Bambolina, vedo che ci trattiamo bene»
«Ciao» gli richiusi la porta in viso.
«Ma allora il tuo è un vizio?» l'aveva bloccata col piede.
«Stavo testando i tuoi riflessi.» da quando ero diventata così sarcastica? Il mio subconscio mi stava trasmettendo quel poco del carattere di Agata che avevo acquisito. Mi mancava.
Rise alla battuta ed entrò senza troppe cerimonie.
«Ti piace l'appartamento?»
«Si è davvero carino»
«Sono contento che ti sia piaciuto»
Sorrise e per quanto potessi odiarlo, aveva davvero un bel sorriso.
«Vuoi qualcosa da bere?» gli dissi arrivati in cucina
«Già hai fatto la spesa?»
«No, in realtà ho solo del caffè se ti interessa...»
«Ah no, non preoccuparti. Ero solo venuto a vedere come ti trovassi, ma non credo di avere bisogno di spiegazioni. »
Il mio telo gocciolava.
«Già, scusami ma devo andare a cambiarmi.»
Entrai nella camera armadio, infilai il primo completino intimo che trovai sottomano. Ricordai di aver dimenticato di sistemare i vestiti che avevo ancora in valigia, così uscì convinta di trovarli appena sopra il davanzale della finestra della camera ed infatti erano proprio lì, ma appena uscita venni tirata per il braccio e stretta in un bacio.
Non seppi resistere, sapevo di chi si trattava. Ricambiai.
«Oh oh Bambolina, vedo che incominciamo a capire» venni spinta tra le lenzuola, infondo ero lì per quello.
Si mise a cavalcioni sopra di me e piano si sbottonò la camicia lasciando scoprire i suoi addominali. Avido si fiondò sulle mie labbra, scendendo sul mio collo «Che buon profumo» sussurrò al mio orecchio.
Il mio seno destro venne stretto forte nella sua mano, mentre sul sinistro...le sue mani, la sua bocca, stavo per impazzire!
Delicatamente poi si scostò da quell'assalto animale e iniziò la punta delle dita a delineare il mio addome fino ad arrivare al confine dei miei slip.
Un flash.
Una sensazione vecchia.
Lo spinsi giù dal letto.
Cadde.
«Non posso!» gli diedi una mano a rialzarsi.
Aveva preso una bella botta.
«Sai cosa? La verità è che il tuo trauma è tutto qui.» disse spingendomi il capo con due dita.
«Non è solo nella mia testa, ricordi? Il mio corpo quella mattina non riusciva a muoversi!»
Lo vidi fare retro-front e con un piccolo giro mettersi alle mi spalle
«Bambolina, la "carne" non mente.» con l'indice iniziò nuovamente a delineare il profilo del mio corpo. Sentivo il tocco leggero sulla pelle, la sua voce così calda alle spalle. Ebbi i brividi, il mio corpo irrigidito, non riuscivo a muovermi.
«Vedi? Sta succedendo anche adesso. Se la tua mente non tollera tutto ciò, il tuo corpo lo brama. Non era terrore ciò che ti frenava, ma desiderio!»
Prese una pausa per un tempo tanto breve, quanto immenso. Le sue dita continuavano a sfiorarmi, lo sentì ghignare alle mie spalle.
«Posso provartelo se vuoi...» le mie labbra non si schiusero e la sua mano scese, delicata come un petalo di rosa, ma precisa come la traiettoria di un proiettile, scavalcò i miei slip.
Il tocco fu rapido e profondo. Pochi attimi dopo ritornammo occhi negli occhi, alzò poi la mano mostrandomela.
«Adesso come allora il tuo corpo brama tutto questo, bambolina. La tua testa dice di no, ma le tue labbra lì giù sono calde ed umide, pronte ad essere scopate. Desiderano che ti mostri, che ti insegni, tutto ciò che gli hai negato per anni.
Puoi decidere di fare un tentativo ed eliminare il trauma, oppure potresti continuare ad essere ipocrita di te stessa!»
Smise di guardarmi. Avanzò un passo dietro l'altro, mentre io non riuscivo ancora a muovermi. Arrivato alla porta, il suo sguardo tornò su di me. Sorrise, come se già conoscesse la mia decisione.
«Buonanotte Bambolina»
Lento fu il movimento della porta che si chiuse alle sue spalle «Non essere la nemica di te stessa»


#spazioautore

Innanzitutto volevo ringraziare tutti voi che con le vostre visite, visualizzazioni, commenti e inserimenti in liste di lettura mi stimolate ancora a scrivere questo pezzo. E' stato un periodo difficile per me, ci sono stati diversi cambiamenti che ho dovuto affrontare tutto molto in fretta, ma come già ho risposto ad uno di voi nei commenti "il progetto c'è e non si cambia" 

Spero continuerete a seguirmi e a darmi con qualche vostro post qualche consiglio circa lo stile o se semplicemente vi sta piacendo la trama. 

Ancora grazie a tutti e auguri di buon anno!

xOxO <3


Un maestro da lettoWhere stories live. Discover now