Capitolo 43.

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Valerio POV

Mi svegliai a causa della luce che arrivava dritta sulla mia faccia. Grugnii sbattendo  le palpebre più volte per abituarmi alla luce, per poi girarmi dall’altra parte. Sorrisi automaticamente mentre ammiravo Melissa, che dormiva beatamente. Quando dormiva sembrava così innocente, quasi una bambina.

La pelle chiara, le guance rosate, le labbra rosee e morbide e il naso piccolo e perfetto.

Mi alzai attento a non svegliarla, afferrai i boxer e un paio di pantaloni della tuta per indossarli, poi scesi di sotto dove trovai i ragazzi seduti al bancone della cucina.

-Bella Valè- mi salutò Giulio dandomi una pacca sulla spalla, mentre trafficava con le pentole intento a cucinare dei pancake. Sembra strano per uno come lui, ma la sua passione è la cucina e se non ci fosse stato lui probabilmente tutti noi saremmo morti di fame.
Presi posto vicino a Mattia, che alzò lo sguardo su di me per sorridermi –Avete scopato alla grande ieri notte vero?- domandò mentre tutti gli altri scoppiavano  a ridere.
Lo fulminai –Li cazzi tua?- risposi senza trattenere una piccola risata. Lui alzò le mani in segno di resa –Sta calmo, tanto la risposta penso sia chiara per tutti.- mormorò mentre Giulio mi porgeva un piatto fumante.

-Grazie fratello- dissi fiondandomi sul cibo, accorgendomi solo in quel momento di quanto fossi affamato.
Alzai lo sguardo quando sentii la sedia alla mia sinistra spostarsi. Vidi Melissa con gli occhi ancora socchiusi, i capelli scompigliati. Anche così era bellissima.
Prese posto al mio fianco prima di sbadigliare, facendo ridacchiare tutti.
In quel momento spalancò gli occhi accorgendosi della presenza dei ragazzi. Si tirò la maglietta verso il basso per coprire le gambe scoperte.

-Guai a voi se provate a guardare una zona al di sotto della sua vita- li avvertii mentre tutti annuivano.
-Valè, per chi ci hai preso?- chiese Giorgio fingendosi offeso.
Scossi la testa borbottando mentre Giulio si sedeva con noi per porgere un piatto di Pancake anche a Melissa.
-Dovrei farmi pagare per questo- farfugliò mentre accendeva la tele.
Continuai a mangiare senza prestare attenzione al telegiornale, così come tutti gli altri.

Oggi abbiamo il grande onore di avere qui con noi il commissario Gastaldi, capo della polizia di Roma.
Ci parlerà di un problema molto diffuso tra i giovani, ma soprattutto in questa città dove non vi è, diciamocelo, un attimo di tranquillità. Ci darà consigli e raccomandazioni per evitare di dover affrontare spiacevoli situazioni. Passo la parola al commissario Gastaldi e vi auguro una buona giornata”

Tutti quanti alzammo la testa in direzione della tele, scorgendo la patetica faccia di quell’uomo viscido.

Per me è un grande onore essere qui e poter parlare ad un pubblico così vasto. Sarò schietto e arriverò dritto al punto. Ormai sappiamo tutti della criminalità che gira per le strade di Roma, a causa di bande più o meno note. Avendo una figlia di sedici anni mi preoccupo, e non solo da poliziotto, anche da padre. Ogni giorno ho la paura che possa entrare nel mirino di una di queste bande di delinquenti, gente disastrata e lasciata allo sbando più totale, senza alcun freno. Parliamo di ragazzi e ragazze giovani, ma molto pericolosi e con una organizzazione, per quanto malata e perversa, buona. La polizia di Roma si trova ad affrontare tutti  i giorni questi delinquenti, ma non sempre è facile incastrarli perché, come ho già detto prima, dietro le loro azioni vi sono piano organizzati nei minimi dettagli. Più volte mia figlia ha raccontato di essere stata vittima di intimidazione da parte loro, e per questo motivo sono qui a lanciarvi un messaggio. Tenete i vostri figli al sicuro, Roma non è raccomandabile e la polizia è già pronta ad intensificare i controlli notturni.”

Tu amami o sparami  •Sercho•Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon