capitolo 22

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Un vortice di colori, l'immagine della sua casa sicura che svaniva nel buio, l'aria compressa nei polmoni, il regalo di nozze rimpicciolito che sballonzola nella tasca dello smoking nero che aveva da poco indossato. Stava per lasciare la Scandinavia, stava per tornare in Inghilterra, a casa degli Weasley, al matrimonio di quelli che per tanti anni erano stati suoi acerrimi nemici e forse, lo erano ancora. Assurda la vita, a volte.

Piombò a terra, riuscendo per un soffio a frenarsi elegantemente ed ispirò l'aria pulita e fresca dell'imminente autunno. Si trovava in aperta campagna, immerso tra il verde dei campi e le colline soprastanti. Davanti a sé, un lungo viottolo acciottolato era stato abbellito con fiocchi bianchi e, seguendoli con lo sguardo, arrivò ad osservare una strana struttura a più piani che riconobbe come la tana. Non c'era mai stato, ma tutto sembrava così tranquillo, così pacifico... Seppur là dentro ci sarebbero state decine e decine di persone desiderose di saltargli alla gola non appena avesse varcato quella soglia.

Sentiva già da lì il ciarlare caotico degli invitati e per un istante, desiderò tornarsene a casa sua, in Scandinavia, lontano dagli occhi curiosi e maligni nei suoi confronti. Ma ormai c'era, e non sarebbe scappato. Con un sospiro estrasse la bacchetta di tasca e si concentrò su un ricordo felice... Lui, quand'era bambino, ancora puro, ingenuo, senza marchio nero sul braccio e senza rimorsi sulla coscienza. L'enorme lupo argenteo sbucò dalla punta della bacchetta e si fermò ad osservarlo fiero, aspettando un suo ordine.

"Vai, avverti del mio arrivo." Sussurrò Draco, con il cuore galoppante e il fiato corto. Chi sarebbe venuto a prenderlo? Potter, forse? O la Weasley più piccola? Forse sarebbe andato Weasley, o magari la coppia eterna Potter e Weasley. Fece una smorfia, affrontarli insieme sarebbe stato troppo un duro colpo come benvenuto.

Il lupo sfilò maestoso per il sentiero, entrando nel recinto della tana, superando il giardino decorato, la tomba di Fred e infine il padiglione, dove buona parte degli invitati erano già accomodati. Ci fu un coro di "oooh". Chi si chiedeva a chi appartenesse quel lupo, chi teso, pensava si trattasse di un presagio. Harry, impegnato a parlare con Neville lo vide, e sentì la bocca seccarglisi. Con lo sguardo intercettò quello di Ginny ed entrambi si guardarono, tesi ma decisi.

"Harry tutto bene? Di chi è quel patronus?" Chiese Neville accigliato, osservando l'espressione tesa dell'amico e la faccia ansiosa di Ginny, che era appena arrivata accanto al marito.
"È arrivato..." sussurrò Ginny
"Alla fine è venuto sul serio." Biascicò Harry. Neville li guardava sconcertato, cercando di non perdersi lo scambio di battute.

"Ragazzi, mi spiegate cosa sta succedendo?" Chiese, guardandoli in modo strano. Harry sospirò e chiuse gli occhi per farsi coraggio.
" Neville, tra poco lo vedrai. Ma per favore, mantieni la calma.... Vai a chiamare Ron per favore, lui è già pronto. Digli che venga in giardino." Borbottò. Neville lo guardò ancora più sconcertato, ma con una scrollata di spalle uscì dal padiglione.

"Oddio Ginny...E adesso cosa facciamo?" Gemette Harry
"Lo accogliamo, in modo civile, Harry." Sospirò la moglie, prendendo il marito per mano.
"Cosa diavolo dobbiamo dirgli Ginny? Non lo vedo da anni, ci siamo sempre odiati... Come puoi pretendere che lo accolga... In modo civile?" Sibilò a denti stretti.
"Oh Harry, lo accoglieremo e basta. Tu salutalo educatamente, poi ci penserò io. Andiamo." Disse Ginny sbrigativa, trascinandosi dietro il marito.

Harry guardò cupo davanti a sé, dove il lupo argenteo stava ancora camminando maestoso, attirando gli sguardi curiosi delle persone.
"Ehi Harry, ma quello è un patronus?" Chiese Seamus finnigan a un tratto, ex compagno di scuola del bambino sopravvissuto.
"Oh... Ehm...si ecco... Avremo modo di spiegarci dopo, adesso scusami Seamus, ma è un momento particolare." Borbottò il moro, lasciando l'amico perplesso e incuriosito.

"Spicciati Harry, non possiamo lasciarlo aspettare così tanto." Sibilò Ginny, superando il padiglione
"Dobbiamo aspettare Ron, tesoro..." borbottò il marito imbronciato.
"Coraggio Harry, io e te andremo benissimo. Ron è meglio se lo vede dopo Malfoy." Gli rispose la rossa, fermandosi davanti al cancello della tana.

Entrambi guardarono aldilà della siepe e il loro cuori, persero un battito. Un ragazzo elegante, vestito di nero, dai biondi capelli ben tenuti, era in piedi in mezzo al vialetto che portava alla tana, girato di spalle per osservare il panorama. Quello era Draco Malfoy, l'avrebbero riconosciuto ovunque...

-Non aggiorno da secoli, lo so. Ma ho poco tempo e mi sono concentrata sull'altra mia storia. Comunque andrò ad abbreviarla per finirla, non so ancora quanti capitoli scriverò... Questo capitolo l'ho diviso a metà per farlo più breve. Cercherò di pubblicare la seconda parte il prima possibile, ma non so quando. Spero che comunque la storia piaccia. Un bacio a tutti ♡ -

La Rinascita Dopo La GuerraWhere stories live. Discover now