Capitolo 34

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Città di Luminus, giorni nostri

Un altro fulmine squarciò l'aria, cadendo sulla linea elettrica. La luce andò via, gettando la stanza nell'oscurità. Olivia allora richiuse il libro rannicchiandosi sotto le coperte. Il rumore della pioggia che picchiava sui vetri la cullò come una ninna nanna e pochi minuti dopo Olivia scivolò in un sonno popolato da briganti e cavalieri, principesse e principi e ancora guerre, intrighi e tradimenti.

Al suo risveglio il mattino seguente pioveva ancora forte, perciò Lisa si offrì di accompagnarli tutti in auto. A scuola intravide Lucas un attimo prima che entrasse in classe, perché erano arrivati sul suono della campanella, gli fece un saluto con la testa e s'infilò anche lei nella sua aula.

Avrebbe dovuto aspettare la merenda per poter scambiare qualche parola con lui pensò mesta. Lucas scrollò le spalle come per dire, pazienza, e poi tirò dritto verso la sua aula. Il trillo che segnava la fece saltare dalla sedia. Olivia raccolse i libri lanciando un arrivederci al prof e si fiondò fuori dall'aula. Una volta in corridoio, allungò il collo oltre quella fiumana di ragazzi, che correvano di qua e di là. Lucas era più alto della maggior parte di loro, di solito Olivia riusciva a scorgerlo da metri di distanza, invece quel giorno, per quanto cercasse, non lo vedeva. Forse era ancora in classe. Che il prof lo avesse trattenuto? Quella non sarebbe stata certamente la prima volta che lo mettevano in punizione.

La classe di storia era nell'altra ala dell'edificio, doveva sbrigarsi se voleva vederlo prima che riprendessero le lezioni. Stava procedendo spedita scansando gli altri studenti che si muovevano pigri come se non avessero niente di meglio da fare che rallentarla. Qualcosa l'afferrò per un braccio tirandola oltre la porta. Olivia perse l'equilibrio, piombando addosso al ragazzo che l'aveva trascinata dentro l'aula di scienze.

«Ma che cavolo...» Le sue proteste vennero prontamente tacitate da due calde labbra. Lei sollevò lo sguardo, trovandosi gli occhi sorridenti di Lucas a pochi centimetri dai suoi. «Cretino!» lo apostrofò dandogli un buffetto sulla spalla. «Mi hai fatto venire un colpo.»

«Scusa! Credevo che mi cercassi...»

«Sì, potrebbe essere... » disse evasiva, poi lo prese per il bavero della camicia per tirarlo più vicino «cosa fai dopo la scuola?» domandò, le bocche che si sfioravano appena in una lieve carezza. 

«Allenamenti e lavoro, poi studio...» elencò cambiando prontamente espressione.

«Oh poverino, mi dispiace che le cose siano diventate così difficili per te. È colpa mia.» Gli carezzò il viso con tenerezza, fissandolo con un misto di rimpianto e amarezza.

«Ancora con questa storia Olivia? Devi smetterla di colpevolizzarti va bene? E ora se non ti dispiace... vorrei baciare la mia ragazza.»

La pioggia non voleva saperne di smetterla di cadere, Lisa ritornò a prenderli e per i giorni a seguire fece in modo che Olivia non potesse vedere Lucas tranne per i brevi momenti rubati a scuola. C'era sempre qualcosa che voleva fare con lei, o qualche ospite della casa che aveva bisogno del suo aiuto. 

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