- 9 - Una strana luce negli occhi

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Caleb finalmente sembra destarsi dal suo torpore, si alza e mi sussurra all'orecchio: «ti raggiungo fra cinque minuti al nostro tavolo».

Faccio un lungo sospiro e annuisco. Non voglio dare adito a ulteriori pettegolezzi. Mi conviene girare i tacchi, prima che mi sbottoni per la rabbia. Tra gli sguardi impertinenti degli studenti mi avvio al nostro solito posto. Mancano pochi metri quando quell'idiota di Peter Sendel si mette in mezzo e mi impedisce di proseguire. È un ragazzo rozzo, alto e robusto con i capelli biondi a spazzola  «Che ci fai qui Rose, non hai fatto abbastanza danni per quest'anno? Ci sono le verifiche oggi e tu porti iella. Che c'è il tuo secondino non riesce più a tenerti lontana da me? Saprei io come metterti a posto!»

Secondino  è l'appellativo idiota con cui Peter sbeffeggiava Liam. Un giorno Liam lasciò incustodita la sua chitarra nell'aula di musica, Peter ne approfittò per trafugarla, dopo qualche giorno la chitarra riapparve nel corridoio appoggiata all'armadietto di Liam. Era ridotta in un ammasso di legnetti sfibrati. La colpa di Liam era stata quella di difendere la ragazza che amava dai soprusi del bulletto di turno. Però Liam anche quando gli facevano perdere le staffe non ricorreva mai alla violenza, piuttosto cercava di mediare con le parole. Il mio Liam era un gran signore.  Al contrario di Caleb e Jason che dopo quell'episodio aspettavano solo l'occasione giusta per farla pagare a Peter. Quell'occasione non arrivò mai,  perché nel frattempo era subentrato un fatto più grave : il suicidio di Liam.

«E allora? La vedova nera non è andata al cimitero oggi?» Peter continua ad infierire, ma le sue parole nemmeno mi feriscono.

Mentre mi sposto più indietro per evitare il suo alito pesante, vedo sfrecciare a un centimetro dal mio viso un avambraccio con un serpente tatuato: è quello di Jason.

Jason ha appena sferzato a Peter un pugno, proprio al centro della sua faccia quadrata. Nonostante Peter sia più grosso e più alto di dieci centimetri, perde l'equilibrio, barcolla e cade a terra.

«Fatti sotto, stronzo!» inveisce Jason «avanti!»

Peter grugnisce, ma non riesce ad alzarsi,  il naso comincia a sanguinargli, si sta gonfiando, forse è diventato pure più storto.  Peter sbraita, insulta Jason e gli sputa sangue sulle scarpe, gli riesce difficile parlare la sua bocca è impastata di saliva e sangue. Credo che gli sia saltato qualche dente.

Jason aveva proprio voglia di prendere a pugni qualcuno, lo dimostra la foga con cui si è scagliato su Peter. Di solito, sono contraria a ogni forma di violenza, ma oggi provo un piacere inquietante nel vedere Jason che picchia Peter, tanto più che so chi dei due avrà la meglio. Jason è più agile e bravo a schivare i pugni. Mi auguro che gli abbia spaccato il setto nasale. Peter doveva aspettarselo, non si può provocare la gente in questo modo e sperare di uscirne indenni. Non può insultare così Liam.

Il mio Liam. Il mio primo ragazzo. L'unico ragazzo che io abbia mai amato e che probabilmente amerò. Ogni volta che qualcuno nomina Liam a sproposito, Jason parte in quarta. E come dargli torto! Prima di venire inghiottita dalla ressa mi defilo in silenzio, ho una questione più urgente di cui occuparmi in questo momento. Non che non vorrei difendere la memoria di Liam. Ma Peter è un'idiota e non merita le attenzioni che più o meno consciamente reclama. E quelle che Jason gli concede sono maggiori di quelle che merita. Oggi c'è la foto ricordo, questo denota la stupidità di Peter: mostrerà un sorriso sdentato e al posto del naso avrà un pomodoro schiacciato.

Peter con la faccia tutta insanguinata si sta defilando senza essere difeso da nessuno. Jason invece si asciuga sulla maglietta le mani sporche di sangue, poi si appoggia sul muro, le sue nocche continuano a sanguinare ma lui non ci fa più caso, è troppo preso da Kelly. Ha uno sguardo torvo. Kelly invece lo ignora.  

 Io intanto attraverso tutta la stanza e raggiungo l'angolo più isolato. Mi siedo e aspetto Caleb con pazienza.

L'attenzione non è più rivolta verso di me,  ma su Jason. Hanno tutti assistito divertiti alla scena. Nessuno è intervenuto per dividere i due litiganti. Durante lo scontro sono volati urla e insulti di ogni tipo, Kelly si è girata  solo una volta, poi è tornata a mangiare la sua insalata come se non stesse succedendo niente.  Dovrebbe alzarsi, raggiungere Jason, abbracciarlo e curargli le ferite, invece non si scompone, la sua schiena è rigida come quella di un manichino. Jason mantiene lo sguardo fisso su di lei. Forse è normale che un ex ragazzo ancora innamorato non riesca a distogliere lo sguardo da Kelly.  Deve essere tremendamente geloso di lei. Soprattutto se la ragazza in questione è uno schianto ed è figlia del procuratore Preston, uno degli uomini più ricchi e potenti di Paradise Rose.

Il mio sguardo guizza ora tra Kelly e Jason. Mi chiedo se un ex fidanzato pazzo di gelosia possa trasformarsi in un killer.

I due ex fidanzati sono una calamita invisibile che attrae le mie pupille. Prima Kelly poi Jason. Kelly-Jason-Kelly-Jason. Non riesco a distogliere lo sguardo dai due.

D'un tratto Jason si alza. Adesso seguo solo lui. Con una andatura veloce raggiunge Caleb al centro della stanza. Mi ero quasi dimenticata di mio fratello. Caleb si è appena alzato, sta per raggiungermi. Jason però lo intercetta, lo afferra per l'avambraccio e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Caleb con un gesto rapido si svincola dalla presa. Si scambiano sguardi incandescenti, sembrano sfidarsi. Temo una schermaglia tra i due. Spero non vengano alle mani. Non gli è bastato picchiare Peter? Jason è intrattabile oggi. Potrei raggiungerli e mettermi in mezzo. Non riesco a capire perché mio fratello si comporta così. Conosco il carattere irascibile di Jason, ma mio fratello è un tipo che di solito si mantiene calmo. Oggi è tutto così diverso... persino Caleb, ha una strana luce negli occhi.



























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