4: ARMA A DOPPIO TAGLIO

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Una campanella,simile ad un allarme,svegliava l'intero dormitorio.
Scarlett si alzò di soprassalto,pronta per ricevere un qualsiasi attacco. Scaraventò le coperte di lato e senza preoccuparsi di lavarsi,si infilò un uniforme. Era così che doveva andare,se la base era sotto attacco. Spalancò violentemente la porta e pronta ad agire si posizionò in corridoio. Una volta fuori,però,si accorse che tutto era calmo. Nessuna spia nemica,nessun combattimento,nessun esplosione.
«Ehi novellina,che ti prende?».
Una voce antipatica e familiare la fece voltare. Wayne. La scrutava dall'alto verso il basso,deridendola.
«È suonato l'allarme...»tentò di dire Scarlett,ancora guardandosi attorno.
Il biondino indossava una tuta grigia,che risaltava i muscoli del suo corpo.
«Quello che tu chiami allarme,è la nostra sveglia»sbuffò lui appoggiandosi al muro,incrociando le braccia e fissandola come se fosse una pazza appena uscita da un manicomio.
«Ma ieri non è suonato nulla»gli rispose lei ricomponendosi.
«Ieri,era domenica. Ora va' a prepararti,non vorrai presentarti così per il tuo primo giorno in accademia».
Wayne le lanciò un'ultima occhiataccia e se ne andò via. La ragazza si portò una mano alla testa e sbuffò. Che razza di sveglia era?
Mezz'ora dopo,nei corridoi c'era un gran fracasso. Scarlett uscì dalla sua stanza e seguì la massa di ragazzi in uniforme che si affrettavano a recarsi,sicuramente,a lezione. Una volta nella hall del dormitorio,Mr.Toll la fermò correndole incontro.
«Hale!».
Scarlett si fermò ad ascoltarlo:«buongiorno,Mr.Toll».
«Buongiorno anche a te. Questo...»le disse consegnandole un foglio«...è il tuo orario scolastico,e questo,invece,è l'orario degli allenamenti».
La ragazza si soffermò sulle materie,ce n'erano alcune che nella sua vecchia base non aveva mai dovuto studiare.
A cosa serviva "portamento"? Era una base per spie! Dovevano insegnarle come disattivare una bomba,non come non farle cadere un libro dalla testa mentre camminava.
«La ringrazio,Mr.Toll».
L'uomo le sorrise e tornò dietro la reception. Scarlett tornò a seguire alcuni ragazzi che proseguivano verso i vari sentieri.
Arrivò al parco dove era corsa il giorno prima,dopo aver litigato con Monica,e scoprì che quello non era altro che una specie di giardino di quella che doveva essere l'accademia,situata dietro degli alberi che,difatti,il giorno prima non gliel'avevano fatta notare. Era visibile solo l'enorme portone di legno scuro,situato al centro di quello che sembrava una sorta di castello di pietra.
«Questo è il palazzo più antico».
Riconobbe,senza neanche voltarsi a guardare,il proprietario della voce.
«Ciao Fred».
Il ragazzo le sorrise. Sembrava essere sempre di buon umore.
«È qui che sono stati allenati e istruiti i migliori agenti segreti! Prima fungeva anche da dormitorio,più precisamente era questo la vera e propria base. Quando in seguito arrivarono altri allievi si sentì l'esigenza di ingrandire la struttura,e così sono stati costruiti i vari padiglioni. Il castello non è stato abbattuto ed è stato tenuto come simbolo,una sorta di monumento. Ora è la nostra scuola» le spiegò mentre oltrepassavano il portone e Scarlett lo seguiva attraverso i corridoi. C'erano lampadari antichi e i muri erano in pietra,aveva una struttura gotica. L'insieme era maestoso.
«Fred,a che anno sei?» gli domandò mentre svoltavano a sinistra,lungo un corridoio fiancheggiato da arazzi raffiguranti lo stemma della base.
«Al tuo stesso anno,il quarto».
Scarlett ne fu entusiasta.
Non aveva mai avuto problemi con "il primo giorno di scuola",avendo abitato nella sua base di appartenenza da sempre,conosceva già tutti. Ora,era tutto nuovo,si sentiva ansiosa.
«Di qua»le fece strada Fred,entrando in un aula,abbastanza tetra ma enorme. Tutto il quarto anno era radunato in quella stanza. Non c'erano classi divise dello stesso anno,ma semplicemente classi divise per anni.
Non esistevano banchi singoli,o a coppie di due o tre ma delle gradinate disposte a cerchio,come in un antico teatro greco,solo,anziché esserci il palco al centro,c'era una cattedra. Si accomodarono su una delle ultime gradinate.
A Scarlett venne un po' di malinconia. Le mancavano i suoi amici,i suoi professori e allenatori.
Soprattuto una persona:Trevor.
Trevor era stato la sua prima cotta ma non gli aveva mai confessato i suoi sentimenti. Lui l'adorava,stavano sempre insieme. Fin da bambini avevano avuto un rapporto speciale. Trevor caratterialmente era una persona abbastanza ambiziosa,amava avere il potere nelle sue mani,lo stesso Scarlett. Infatti,inizialmente,proprio perché così uguali,litigavano continuamente fin quando questo non li portò ad unirsi come fratelli. Nonostante questo,Trevor,aveva un lato dolce e protettivo che riservava solo a Scarlett,e fu quello a farla innamorare. Solo all'età di quindici anni scoprì che i suoi sentimenti verso Trevor non riguardavano il semplice affetto ma qualcosa di più importante. Ormai,non aveva più importanza,era morto. Qualche lacrima doveva esserle caduta lungo la guancia,perché Fred le passò un fazzoletto su quest'ultima per asciugargliele rapidamente.
«Qualunque cosa sia,stammi bene a sentire,lasciala da parte. Mi sembravi una persona forte,invece,piangi troppo spesso. Impara a tenere le tue lacrime per te,impara ad usare questo dolore per altri scopi,Scarlett».
Fred aveva decisamente ragione. Annuì. Non poteva lasciarsi sopraffare.
«Buongiorno,ragazzi».
Un uomo,massimo trent'anni,entrò nell'aula e si accomodò sulla cattedra.
Aveva i capelli biondi e cortissimi. Snello,con degli occhiali troppo grandi per il suo viso.
«Oh,vedo che c'è una persona nuova! Mi chiamo Thomas Garders,professore di scienze,chimica,biologia e fisica»si presentò puntando gli occhi addosso a Scarlett,che sorrise gentilmente all'uomo. Aveva lo stesso cognome della direttrice della base,dovevano essere sicuramente parenti.
«Posso sapere il tuo nome?»le chiese ancora tirando in sù gli enormi occhiali,che gli erano finiti sulla punta del naso.
«Scarlett Hale,signore».
Lui sorrise compiaciuto:«bene,molto bene. Spero che riesca a stare a passo degli altri e che non si lasci influenzare dal signorino Frederick».
Fred,accanto a Scarlett,si irrigidì e guardò truce il professor Garders.
Perché ce l'avevano tutti con lui? Va bene che non era una delle persone più amabili del mondo,ma a confronto di Wayne era decisamente simpatico!
La lezione continuò lentamente,il professore aveva deciso di spiegare i minerali e le loro caratteristiche. Fred di tanto in tanto lanciava occhiate glaciali all'uomo e Scarlett faticava a restare concentrata.
«I minerali sono opachi o lucidi in base a quanto siano stati sottoposti ai raggi del sol...».
Il professore venne interrotto da una donna,con i capelli bianchi e un orribile tailleur viola.
«Mi scusi professore. La direttrice Garders vorrebbe che la signorina Hale si recasse immediatamente da lei».
Lo sguardo della donna cercò Scarlett tra gli studenti e quando la trovò le fece un gesto impaziente con la mano di raggiungerla.
«Come dire di no alla direttrice. Vai Hale»le concesse il professore sedendosi nuovamente sulla cattedra.
Prima che Scarlett si alzasse,Fred le sussurrò:«arrivano le risposte,baby».
Baby? Scarlett rise,lui le fece un occhiolino malizioso e assunse il suo solito ghigno.
La ragazza raggiunse la donna che uscì velocemente dall'aula.
La seguì fino alla parte ovest dell'accademia. Era davvero grande,si sarebbe persa senza una guida.
«Siamo arrivate,ti aspetta qui dentro»le annunciò la donna lasciandola da sola.
Scarlett bussò e una voce la invitò ad entrare:«accomodati!».
Sophie Garders era seduta dietro un ampia scrivania bianca.
C'erano due sedie davanti a quest'ultima e lei ne scelse una.
Guardò dritto negli occhi della direttrice,voleva risposte.
«Ho qualcosa da dirti,hanno trovato una spia di Hock. Prima di uccidersi,siamo riusciti a sapere cosa vuole quell'uomo dalla "perla nera"».
Scarlett era delusa,sperava in qualcosa di più utile,tipo dove si trovava lui o meglio i suoi genitori.
«Non mi interessa cosa vuole farci! Io voglio sapere dove si trova Hock!».
Sophie assunse un tono autoritario quando le disse:«ragazzina,sappiamo fare il nostro lavoro. Non è facile come credi,questo per noi è un notevole sviluppo».
Scarlett abbassò lo sguardo.
«Ragazza mia...lo so,so che è difficile ma non devi temere.Ora,riprendiamo».
«Sì,mi scusi»rispose la ragazza,pronta a saperne un po' di più.
«La "perla nera",fu chiamata così per la sua forma e consistenza. È una sostanza che venne creata da uno scienziato della tua base,Sebastian Jillian. Questa è composta dall'unica sostanza in grado di sciogliere una cassaforte contenente un database,dove ci sono tutte le informazioni per costruire un'arma in grado di uccidere qualunque cosa!Nessuno ha mai saputo in cosa consista questa cosa di preciso» spiegò Sophie Garders allarmata più che mai.
Scarlett non poteva credere alle sue orecchie.
«Sembra una cosa da film di fantascienza»annunciò ancora incredula.
«Lo so,ma è la realtà e ora è in pericolo. Inoltre,non può essere distrutta singolarmente. La "Perla Nera"Si distrugge solo a contatto con quella cassaforte,mediante dei legami chimici tra le due,oppure a contatto con un organismo che sta morendo. Non si consiglia di tenerla a stretto
contatto con un organismo per molto tempo anche perché nociva. Ma ora passiamo a Teddy Hock. Vuole la "perla nera" per distruggere tutte le altre basi,prendere il potere del governo,del mondo intero. Ha promesso ai suoi seguaci di dividere il bottino con tutti,e ora ha molte persone dalla sua parte. È folle! Per fortuna ci sono ancora tante persone che ragionano sul fatto che quella sostanza debba restare a debita distanza dalla cassaforte,della quale posizione ci sono solo teorie e nemmeno si sa chi l'abbia inventata. Solo Jillian,che ha contribuito,lo sapeva ma è morto mantenendo il segreto».
Perché tutti i pazzi vogliono assumere il controllo del mondo? Non pensano alle consguenze? Tantissime cose da supervisionare...un lavoraccio!
«Signora Garders,per quanto riguarda i miei genitori?»chiese speranzosa e spaventata.
«Ti chiedo pazienza. Siamo sicuri che li tenga nel suo nascondiglio,che purtroppo è mobile,e non siamo riusciti ancora ad intercettarlo. Abbi fede,ragazzina». Sophie aveva raggiunto Scarlett e le accarezzò la guancia per poi congedarla.
Dove poteva mai essere la "perla nera"?
Se la sua base era stata distrutta,significava che Hock era sicuro,dopo sicuramente aver setacciato ogni angolo,che la sostanza non fosse nella base. L'ha fatta saltare in aria con tutte le persone che vi abitavano...tutti quelli che andavano a formare la famiglia di Scarlett. Non si accorse di aver camminato moltissimo fin quando la campanella della prima ora non suonò.
Come faceva a tornare in classe? Non sapeva la strada. In lontananza scorse una figura che camminava spedita,e corse per raggiungerla. Era una ragazza,con lunghi capelli rossi e occhi blu,la pelle chiara accompagnata da una spruzzata di lentiggini.
«Ehi! Scusa!»la sua voce riecheggiò per l'intero corridoio e la ragazza si fermò a guardarla.
«Si?».
«Sono nuova e mi sono persa,questa scuola è enorme. Sapresti dirmi dov'è il quarto anno?»le chiese passandosi una mano tra i capelli che le erano volati sul viso.
«Sì,anch'io sono diretta lì. Ho fatto tardi stamattina,ho perso la lezione con Garders. Tu sei la nuova,giusto? Piacere,mi chiamo Clarissa O donnel».
Sembrava una ragazza apposto. La sua attuale esperienza con le ragazze di quella base era stata una rissa con Monica. Le porse la mano,che Clarissa strinse.
«Scarlett Hale».
Stavano attraversando i vari corridoi,quando la curiosità di Scarlett prese il sopravvento«Il professor Garders che tipo di parentela ha con la direttrice?».
Clarissa le sorrise«è suo figlio,nonché uno dei più brillanti scienziati della base!».
Arrivarono finalmente all'aula del quarto anno. Delle ragazze richiamarono l'attenzione di Clarissa,che le salutò.
«Vieniti a sedere con noi»chiese gentilmente a Scarlett,che però preferì declinare l'invito,voleva raccontare tutto quello che aveva appreso a Fred.«La prossima volta senz'altro! È stato un piacere conoscerti».
«Anche per me,a dopo!». Clarissa raggiunse le sue amiche mentre Scarlett raggiunse Fred.
Appena la vide le riservò la sua piena attenzione,non importandosi della professoressa di storia,che dopo aver salutato Scarlett,aveva cominciato a spiegare.
«Allora?»le domandò curioso.
Scarlett si lanciò in un acceso resoconto di quello che era accaduto. Fred sembrava scioccato quanto lei,e anche furioso.
«Lo odio» si riferiva a Teddy Hock,e dalla sua voce trapelò vero e puro disprezzo,rancore.
«Già»si limitò a dire Scarlett.
La mattina passò finalmente;era stata dura mantenere la concentrazione.

Si diressero al padiglione per il pranzo.
«Scarlett vieni qui!»urlò Clarissa da una delle lunghe tavolate.
Lei si voltò verso Fred che le sorrise:«forza vai».
«Vieni anche tu»lo supplicò strattonandogli come una bambina il braccio.
«Hale,non siamo a quel grado di confidenza»le disse facendola ridere.
«Dove ti sederai?»gli domandò allora.
«Con le uniche persone che mi sopportano,eccoli»le indicò un tavolo più isolato,dove c'erano tre ragazzi e due ragazze.
«Te li presenterò più tardi,ci vediamo in giro».
Fred si diresse verso quei ragazzi,con il suo fare vanitoso,lanciando sguardi che facevano letteralmente svenire le ragazze e innervosire i ragazzi.
Sempre il solito.
Scarlett si sedette accanto a Clarissa.
«Non dovresti stare troppo con Frederick. Per quanto sia bello e capisco che possa piacer...».
Scarlett fermò agitando le mani Clarissa«a me non piace Fred! È l'unica persona che mi ha rivolto la parola senza oltraggiarmi,e mi ha aiutata. Non è il mio tipo. Non capisco perché tutti lo odino così tanto,è un bravo ragazzo»
Clarissa le sorrise:«credo sia il caso che tu non gli stia troppo vicina per scoprire il contrario. Cioè non voglio dire che sia cattivo,solo non fidarti. È un arma a doppio taglio».
Scarlett si voltò a guardare il ragazzo dall'altra parte della sala.
I suoi capelli castani ricadevano disordinati,ribelli. Aveva un espressione spenta,nonostante il suo sembrare sempre di buon uomore,come se fosse una maschera.
Fred alzò gli occhi e li piantò in quelli di Scarlett,sorprendendola a fissarlo.
Lei non distolse però lo sguardo. Era come se lui percepisse il pensiero della ragazza.
"Cosa nascondi,Fred? Cosa ti turba così tanto?".
Lo sguardo del ragazzo sembrò incupirsi di più,sprofondare di più nel suo stesso pozzo dorato.

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