Capitolo 25

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Una volta in casa Giuda mi disse di prepararmi: <<Dobbiamo andare, e forse dormiremo fuori stanotte, porta qualcosa con te.>>

Io non chiesi nulla, oramai ero nel flusso di quella che era diventata un'avventura fantastica; sarei quindi andato ovunque, avrei seguito Giuda in qualsiasi luogo avesse dovuto o voluto recarsi, e lo avrei fatto senza alcuna esitazione.

Di una cosa avevo però bisogno: una bella doccia.

La mattinata era stata lunga ed agitata, il primo pomeriggio pieno di sorprese, avevo veramente la necessità di lavar via un po' delle emozioni vissute: un getto d'acqua calda era quello che ci voleva.

Presi degli abiti puliti dall'armadio, in numero di due per capo, perchè oltre a quelli da indossare avrei portato con me un cambio, come aveva detto Giuda.

Non avevo idea di dove saremmo andati, ma volevo essere comodo: biancheria, maglia di cotone, jeans, maglione di lana caldo e comodo, avevo tutto il necessario.

Mi spogliai in bagno, lasciando cadere ciò che avevo indosso, che si sparse per il pavimento.

Notai come anche le mie abitudini erano cambiate dall'incontro con Giuda.

Io ero, o meglio, ero sempre stato un tipo piuttosto preciso, non pignolo, ma ordinato, diligente ed accurato nel creare e mantenere intorno a se un certo ordine.

Invece mi scoprivo più rilassato, meno preso dal bisogno di controllare sempre tutto, e, per quanto fosse una cosa banale, i vestiti lasciati sul pavimento ne erano un segnale inequivocabile.

Mi mossi per aprire l'acqua della doccia, nell'attesa che diventasse calda, quando ebbi forte la sensazione che qualcosa non fosse come sarebbe dovuto essere.

Mi fermai un attimo e feci lentamente alcuni passi indietro, sino a arrestarmi davanti allo specchio, avendo la conferma delle mie sensazioni: l'immagine che mi ritornava non era quella che mi era familiare.

Ero... diverso.

Il mio corpo era diverso, la mia espressione era diversa, la postura, la struttura, tutto era diverso in quell'immagine riflessa.

Diverso, ma decisamente migliorato.

Ci misi qualche attimo a riprendermi dalla sorpresa, poi iniziai ad osservare l'altro me stesso, cercando di comprendere cosa potesse essere successo.

Il mio corpo sembrava essere più armonico, più rilassato, di una morbidezza tonica tipo quella di un gatto.

La pelle più luminosa, i tratti del viso più distesi, sembravo uscito dalla fonte dell'eterna giovinezza, ed osservando il mio nuovo corpo, mi resi conto di come anche la mia salute era notevolmente migliorata.

Non che avessi mai avuto problemi seri, per fortuna, ma mi accorsi che oltre al cambiamento esteriore stava avvenendo una profonda trasformazione interiore, non ero mai stanco, non un minimo dolore addosso, mai uno starnuto o un colpo di tosse.

Inoltre, dentro di me era sempre più frequente la sensazione che tutto andasse bene, che non c'era nulla di cui preoccuparmi, che potevo avere fiducia del futuro.

<<Sono fiero di te>> sentii apostrofare alle mie spalle, <<vedo che hai finalmente trovato quella fiducia che cercavi tanto di comprendere in me. Ne sono felice.>>

Giuda era appoggiato sullo stipite della porta che mi guardava, ed io mi voltai verso di lui senza alcuna vergogna, benché fossi nudo, più sorpreso per il cambiamento appena scoperto che per l'improvvisa presenza del mio amico.

<<Com'è potuto succedere?>> chiesi, <<Non credo di aver fatto nulla per produrre una tale trasformazione.>>

<<E invece si>> fu la risposta, <<hai fatto molto affinché questo avvenisse.

Un Angelo di nome GiudaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum