Capitolo IV

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Troppo stanca.

Daisy si sentiva troppo stanca per litigare quella sera. La discussione del giorno prima con Sarah l'aveva fatta riflettere, e aveva deciso che quella sera non era dell'umore giusto per mettersi a usare trucchetti mentali con qualche ricco malcapitato giovanotto.
Questa volta avrebbe lasciato che le cose andassero come dovevano andare, e avrebbe semplicemente sperato che l'uomo scelto da sua madre decidesse di testa propria che lei non era adatta al ruolo di mogliettina felice.

Appuntò un'ultima forcina tra i capelli corvini per essere sicura che il morbido chignon restasse al suo posto e osservò un'ultima volta il modo in cui i pantaloni neri a palazzo le cadevano sulle gambe snelle, aiutate dalle alte decoltè gioiello di Loubutoin, e come la camicetta di seta color bronzo facesse risaltare il castano dei suoi occhi.

"Ti sei impegnata oggi!" commento Sarah vedendosela passare davanti attraverso salotto mentre si infilava il cappotto.

"Non mi serve vestirmi come uno scorfano per scoraggiare gli orridi pretendenti di mia madre. Ho altri mezzi, non intendo rinunciare alla mia femminilità." disse mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Il Britannia era uno dei ristoranti più alla moda di Londra, tuttavia non uno dei più rimontati tra il circolo di aristocratici di cui faceva parte sua madre. Daisy trovava strano che uno dei suoi pretendenti avesse scelto proprio quel posto per incontrarla, ma sua madre aveva accennato al fatto che era scozzese, quindi forse la scelta poteva essere giustificata dalla scarsa conoscenza della città.

"Miss St.Claire, il suo ospite la attende al tavolo." le comunicò il maitre facendo cenno ad uno dei camerieri di scortarla al tavolo.

Il prescelto aveva le spalle larghe e i capelli avevano un vago riflesso dorato alla luce soffusa dei lampadari. Tutto sommato sembrava un bell'uomo, si disse la donna.

"Mi scuso per il ritardo, signor..." disse togliendosi il cappotto

"Northman."

La voce la face sobbalzare. La vista di quegli occhi incredibilmente grigi che aveva già sfidato nel pomeriggio le tolse letteralmente il respirare.

"Lei!" ringhiò sottovoce socchiudendo gli occhi.

"Lei!" sussurrò in contemporanea l'uomo.

Se quella non era sfortuna Daisy non avrebbe proprio saputo dire di cosa si trattava.

"Lei è il nuovo burattino di mia madre?!" gli chiese sedendoglisi di fronte.

"Mi creda, sono vittima delle macchinazioni dei nostri genitori quanto lei! Se avessi saputo chi mi sarei trovato di fronte certo non mi sarei prestato a questa recita."

"Sottoscrivo ogni parola! E pensare che avevo deciso che sta sera mi sarei lasciata un pochino andare!"

"Avevo pensato la stessa identica cosa!" commentò lui facendo cenno al cameriere che erano pronti ad ordinare.

"E' snervante vero? Continuare ad incontrare potenziali partner." gli rispose lei finendo di osservare il menù.

"Come se non potessi essere realizzato senza una mogliettina a casa che mi aspetta di ritorno dal lavoro!"

"Almeno a lei sarebbe concesso di lavorare! Fosse per mia madre dovrei smettere di fare l'avvocato per mettermi a sfornare pargoli!"

Con sua somma sorpresa gli occhi di Luke si illuminarono il tempo di una piccola risata.

"Credo che sarebbe un peccato se lei smettesse di fare l'avvocato miss St.Claire. In base alle informazioni che ho raccolto, lei è incredibilmente brava in quello che fa."

Il tarlo del sospetto si inserì subito nella mente della donna che però decise con ostinazione di relegarlo in un angolo. Non aveva forse deciso che si sarebbe goduta la serata senza curarsi di chi fosse lo sfortunato?

"Può chiamarmi Daisy e darmi del tu se vuole. In fondo è un'incontro informale." gli concesse con un piccolo sorriso.

"Solo se tu fai altrettanto." rispose lui piegando le labbra in un ghigno malizioso e sporgendosi sul tavolo.

"D'accordo Luke." disse la donna avvicinandosi a sua volta e guardandolo negli occhi con aria di sfida per qualche istante.

Si allontanarono di nuovo molto più rilassati e ridendo entrambi.

"Sai Daisy, non sei affatto male in veste privata. Niente affatto uno squalo di avvocato che si dice tu sia in tribunale." le confidò quando ebbero finito di cenare.

"Neanche tu." ammise lei.

"Per questo voglio proporti un'offerta."

Daisy piegò la testa di lato con curiosità.

"Come te non ho tempo ne voglia di continuare ad andare ad appuntamenti al buio organizzati dai miei genitori. Quindi ti propongo di essere la mia fidanzata."

"Spero che tu stia scherzando!" rispose lei con tono sdegnato alzando un poco la voce.

"Sono mortalmente serio invece!" affermò lui scuro in volto con un espressione che non faceva altro che avvalorare le sue parole "Sarebbe la soluzione perfetta al nostro comune problema. I nostri genitori ci lascerebbero finalmente stare e potremmo entrambi goderci la vita con più tranquillità."

"Non ti aspetterai mica che molli il lavoro per un fidanzamento che non è altro che una recita!"

"Ovviamente no! Continueremo a fare le nostre vite. Ci faremo vedere in giro a quegli strambi eventi organizzati dalle famiglie come le nostre e in qualche ristorante giusto per far girare la voce."

"Mi servono più dettagli."

"Quindi sei d'accordo."

"In linea di massima si. Potremmo vederci domani per pranzo, per finire di discutere i dettagli di questo tuo piano malvagio." propose lei mentre chiamava il cameriere per chiedere il conto.

"Possiamo fare dopo la deposizione che devo rifare assieme alla mia cliente nel tuo ufficio. Prometto di non farti irritare come oggi."

"Non corri il rischio." disse lei enigmatica "Ho chiesto di essere sollevata dall'incarico. Sono personalmente coinvolta."

Luke si limitò ad annuire prima di pagare il conto e seguirla verso l'uscita.

"Hai la macchina qua vicino?" le chiese aiutandola ad infilare il cappotto.

"No, sono con i mezzi."

"Permettimi di riaccompagnarti, allora. Sono il tuo finto fidanzato in fondo, è mio dovere!"

Daisy avrebbe voluto ribattere che non le serviva una guardia del corpo, ma si sentiva così amareggiata dopo aver dovuto ammettere che era stata rimossa dalla causa, e il sorriso di Luke era...

Niente. Il sorriso di Luke era niente! Si stava facendo riaccompagnare solo per cortesia e cominciare a familiarizzare con quella specie di teatrino ai danni di sua madre.

"Grazie Signor Northman." Un volta scesa dall'auto di lui si avvicinò al finestrino sul lato del guidatore e gli sorrise più gentilmente che poteva.

"Luke." la corresse lui con un tono che sapeva quasi di dolcezza "E' stato un piacere inaspettato. Buonanotte Daisy."

La donna salì le scale fino all'appartamento quasi in trance.

"Questo è durato più del solito!" le disse Sarah dal divano su cui era accoccolata assieme al suo fidanzato Alex.

"Mi sa che mi sono cacciata in un pasticcio..." sospirò in risposta Daisy lasciandosi cadere a peso morto sulla poltrona e cominciando a raccontare.

Accordo d'AmoreWhere stories live. Discover now