3.

11.6K 528 32
                                    

Jake non poteva credere alle sue orecchie. Finora, tra loro, c'era stato solo del mero interesse sessuale, accentuato dalla bellezza dirompente di entrambi e, forse, anche da una piccola scintilla di lussuria, che sembrava avesse preso possesso delle menti dei due uomini.

Jake, nonostante lo sguardo languido che ricevette dagli occhi color ghiaccio di Roman, sentiva quella piccola vocina nella sua testa che continuava a dire: "com'è possibile?".

In effetti, com'era possibile che, dopo due anni di lavoro fianco a fianco, Roman, improvvisamente, iniziasse a provare qualcosa per lui?

«Dimmi che anche tu mi desideri» sussurrò Roman, lasciando cadere la mano dalla guancia del biondo e posando la fronte sulla sua.

Gli occhi del Diavolo si chiusero non ricevendo risposta.

Jake era come in uno stato di trance perché, anche se dentro sentiva il cuore esplodergli nel petto, la parte razionale continuava a porsi domande su questo improvviso cambiamento.

«Io...» riuscì a stento a rispondere.

Roman alzò il viso per guardare negli occhi il norvegese. Notò subito l'indecisione sul volto del giovane, che sembrava combattuto. Ma Roman, accennando un sorriso, si chinò nuovamente sulle labbra carnose del giovane, lasciandovi un delicato bacio.

«Roman, perché?»

«Perché non ce la facevo più a guardarti senza poterti avere» fu la semplice risposta.

Jake continuò a fissarlo intensamente, sembrava che il russo volesse dire qualcosa, ma la sua bocca rimase chiusa e Jake sentì come una fitta nel petto, si sentiva quasi deluso.

Il giovane fece un passo indietro, allontanandosi, almeno fisicamente, dall'uomo che finora gli aveva impegnato la mente, non del tutto in maniera positiva. Roman emise un sospiro, alzò la mano come per raggiungerlo ma il norvegese era già troppo lontano.

«Io non...mi, mi dispiace» disse, girando i tacchi ed uscendo dalla stanza.

**

Roman Laichowski aveva visto per la prima volta Jacob Dawson a un ricevimento della Stevenson. Ogni anno, la compagnia utilizzava gli spazi del MoMa per festeggiare un anno in più di successi. Roman odiava gli eventi mondani anche se, ogni tanto, riusciva a renderli utili affascinando qualche ragazzo con cui poi avrebbe proseguito la notte sotto le lenzuola. Ma ciò, anche per quel suo carattere irreprensibile e soprattutto, il suo essere così ostinatamente discreto, accadeva raramente, per cui, la maggior parte delle volte, passava la serata parlando coi clienti e cercando di mantenere le distanze dalle tante donne che lo credevano etero e disponibile.

Ma, due anni prima, proprio durante una di quelle noiosissime feste in uno dei musei più famosi al mondo, Roman venne attirato come una calamita da una folta chioma bionda che spiccava tra la folla per via dell'altezza non così comune. Si avvicinò, lentamente, schivando la folla, con ancora il suo flûte di champagne in mano, vedendolo sempre meglio: era un uomo, decisamente. Le lunghe gambe fasciate da un elegante pantalone nero, erano messe in risalto dall'assenza di giacca. Roman pensò, inizialmente, che fosse di cattivo gusto presentarsi a una festa simile con pantalone e maglia scura ma, quando il giovane si voltò, mostrando il volto scolpito, i tratti europei e gli accecanti occhi azzurri, insieme ad un sorriso mozzafiato, Roman sentì le gambe cedere e per la prima volta, capì che, quell'Angelo, doveva essere suo.

**

Jake andò dritto da Stacy che, vedendo l'amico così stravolto, non perse tempo, prese al volo giacca e borsa e lo seguì verso la tromba delle scale. I due, da quando avevano stretto quell'insolita amicizia, usavano rintanarsi in quel piccolo spazio per chiacchierare, sparlare e, talvolta pranzare, senza essere disturbati dal resto del personale.

The Angel and The DevilWhere stories live. Discover now