2. Che la guerra abbia inizio

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Con passo leggero attraverso il corridoio, facendo ben attenzione a non far cadere a terra la cera della candela che ho in mano. Tutta la casa è ormai avvolta nel buio della notte, senza le luci delle candele a rischiararla. Siamo tornati da poco dalla festa, ma tutti sembrano già essere caduti nel torpore del sonno. Arrivata davanti alla porta della camera di Niadh rimango per un attimo con la mano sospesa a mezz'aria, indecisa se bussare oppure no.

E se stesse già dormendo?

Pensando che sia meglio non svegliarlo all'improvviso, poggio una mano sulla maniglia e l'abbasso lentamente. Pregando che la porta non mi tradisca con qualche cigolio, apro solo uno spiraglio e tiro un sospiro di sollievo nel vedere la flebile luce di un lume di candela ancora acceso.

"Meave lo so che sei tu, entra pure" sento dire la voce di Niadh da dentro alla stanza.

Felice che sia ancora sveglio, apro completamente la porta per poi richiudermela immediatamente dopo alle spalle. Come avevo già intuito prima, nella stanza vi è un'unica candela accesa, poggiata sul comodino accanto al letto.

"Allora, com'è stato il tuo ritorno in società? Traumatico?" domando arrampicandomi sul letto di Niadh, dopo aver posato la mia candela vicino all'altra.

"Niente di tanto terrificante" dice sorridendo Niadh mentre si sistema contro la testiera del letto. "Tu piuttosto?".

Al sentire la domanda di mio fratello un leggero fremito mi corre su per la spina dorsale, ma cerco di non badarci convincendomi che Niadh non si stia riferendo a me e al comandante Rian, come invece temo.

"Me, dici? Per me è stata una noiosissima festa di gala come qualunque altra" rispondo dissimulando indifferenza, mentre con lo sguardo vago per la stanza.

"Meave Daghan, pensi forse che io sia un fesso? Ho notato perfettamente il modo in cui guardavi Cael, per non parlare poi di lui" prorompe Niadh ghignando divertito.

Mio malgrado mi ritrovo ad arrossire dalla testa ai piedi. "Non so di cosa tu stia parlando. Io e il comandante Rian ci conosciamo appena e non provare ad insinuare cose che non sono vere" dico con ormai l'acqua alla gola, cercando disperatamente un modo per uscire da questa situazione.

"Sorellina spero tu stia scherzando. Non sono né cieco, né stupido e conosco alla perfezione sia te che Cael. Tra voi c'è stato qualcosa di strano e non provare a negarlo" mi fa notare lui con fare risoluto, calcando particolarmente sulle ultime parole nel vedere il mio tentativo di dissentire.

Ormai certa di non poter più fare nulla, mi rassegno portandomi le mani in grembo e cominciando a torturarmi un labbro con i denti: è uno dei vizi peggiori che ho.

"Cael è un bravo ragazzo, ha la mia stessa età e l'ho conosciuto all'accademia militare. Abbiamo fatto carriera insieme nella stessa divisone dell'esercito" comincia a raccontare Niadh all'improvviso, catturando inevitabilmente la mia attenzione.

"Stai forse cercando di rassicurarmi?" domando, aggrottando le sopracciglia al sentire una nota calma e tranquillizzante nella sua voce.

"No, Meave. Sto solo dicendo che se questa sera Cael ti avesse per caso fatto una buona impressione e tu volessi rivederlo, io sarei pienamente d'accordo" risponde con fare bonario Niadh, poggiandomi addirittura una mano sulla spalla.

In imbarazzo come mai nella mia vita esclamo : "Niadh! L'ho appena conosciuto e tu già pensi a delle uscite?".

Nel sentire la mia voce stridula a causa dell'imbarazzo e nel notare le mie guance ormai rosso acceso, Niadh comincia a ridere beccandosi in cambio una spintarella da parte mia.

The Iron BeautyWhere stories live. Discover now