☆Capitolo 6☆

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Mi guardo allo specchio e la prima cosa che balza all'occhio sono le occhiaie imponenti che hanno già preso in ostaggio il mio viso. Solitamente indossare il nero mi piace, perché smagra, ma questo vestito in pizzo lungo fino alle ginocchia speravo di portarlo in altre situazioni. Non mi impegno a far stare i capelli in maniera decente, che importa. Scendo in soggiorno e abbraccio mio fratello, distrutto quanto me, se non di più. Ci affrettiamo a salire in macchina per andare in chiesa.
Non appena arriviamo, apro la portella ma Nash mi blocca.
'Ehi, vieni a vedere il corpo e a salutarlo un'ultima volta?'
'No.' Rispondo fredda.
So che è un comportamento apparentemente egoista, ma vedere mio padre bianco cadaverico con le unghie nere e il volto deforme steso dentro ad una bara è l'ultima cosa che desidero accada.
Entro e mi posiziono tra i primi banchi.
Mia madre purtroppo non riesce ad arrivare qui in tempo, ma mi ha assicurato che nei prossimi giorni potremmo abbracciarci di nuovo e, chi lo sa, piangere insieme per la scomparsa di un uomo che ha dato senso a Buona parte della nostra vita. Al solo pensiero che ora non è più tra noi, vorrei scappare ovunque, l'importante è che si trovi lontano da qui, per stare sola.
Sento qualcuno toccarmi la spalla dal banco dietro al mio. Mi volto.
'Ciao, Sammy'
Come risposta ricevo un caloroso abbraccio.
Da quando io e Matthew ci siamo fidanzati, io e Sammy ci siamo legati molto.
'Come va?' Chiedo, sperando che non mi ponga la stessa domanda.
'Che domanda del cazzo'
'Sammy, siamo in chiesa!'
Sorride, facendo sorridere anche me. Ne avevo bisogno.
Con il passare del tempo la chiesa comincia a riempirsi di persone, troppe, di alcune di loro non so nemmeno il nome. Mancano pochi minuti all'inizio della cerimonia. La bara è posta davanti all'altare dove Don Sheldon sta sistemando le ultime cose.
Nash, Matt e Cameron sono vicini a me. Dopotutto la mia famiglia sono loro, e Anny, che è accanto a Sammy.
La campanella suona.
Per tutto il tempo non presto attenzione, guardo fissa la bara in legno dove all'interno dorme lui, e mi ripeto mentalmente l'elogio funebre che mi sono categoricamente rifiutata di scrivere. A che serve? Nessuno segue le note. Le parole ti vengono lì al momento.
Cameron mi prende per mano.
'È già ora che tu vada. Buona fortuna'
Lo guardo e lo ringrazio con lo sguardo.
Con grande coraggio afferro il microfono tra le mani.
'Bene, credo che non ci sia bisogno di spiegare il mio dolore. Lì dentro ci sta mio padre, non una persona qualunque. Non perdo tempo a dire che persona perfetta in tutti i suoi difetti fosse'
Mi interrompo e singhiozzo, mi ero ripromessa di non piangere, ma ho fallito.
'Con le lacrime che scendono e il fiato corto non posso dire molto, solo che il cielo aveva bisogno della stella più bella'
Corro al mio posto e abbraccio Cam. Non so perché lui, è la prima persona che ho visto e avevo bisogno solo di due braccia che mi avvolgessero, non importa di chi.
'Se non te la senti di andare oltre, ti accompagno a casa'
Annuisco e saluto mio fratello che stranamente non piange. È strano che non sia crollato nemmeno in questo contesto.
Bacio Matthew e senza dilungarmi oltre abbandono l'edificio.
'Sei a piedi?'
'Si'
La camminata è silenziosa, uno di quei silenzi che mette ansia.
Mi tiene stretta a se cingendomi le spalle con il braccio. Sono così spaesata, che situazione schifosa. Perché deve accadere tutto a me? Nel giro di una ventina di minuti siamo a casa. Entriamo e io mi serro in camera con la musica nelle orecchie, ma non risolvo nulla perché le canzoni sono quasi più tristi di me.
Cameron bussa, lo faccio entrare. Sono stanca del silenzio, devo parlare con qualcuno.
'Elynn, sono sicuro che supererai anche questa. Sei così fottutamente forte. Non fare cazzate, lo so che vorresti farla finita ma, ehi, siamo in due, e si sa che due negativi uniti formano il positivo, da quel poco che ricordo del mio periodo scolastico. Prometti che nei momenti peggiori, parlerai con me e non ti sfogherai contro te stessa?'
Annuisco con ancora il viso umido.
'Guarda che faccio ora'
Sì alza in piedi e prende qualcosa dalla tasca dei suoi jeans, è la sua lametta.
Si avvicina al cestino e la getta.
Mi alzo di scatto e lo stringo a me impregnando la sua camicia fortunatamente già nera con il mio mascara.
'Grazie, di tutto'
Mi bacia la fronte. Dio, se mi conosce. Mio padre lo faceva sempre e sa che adoravo questo gesto.
'Sorridi, Elynn'
D'improvviso mi torna in mente quella notte a New York, in cui Victoria alle 3:00 del mattino ha bussato con forza alla mia finestra e io l'ho seguita per andare da Cameron. Già, quella notte ci siamo fidanzati. Che avventura però, il ricordo mi fa ridere e in questo modo esaudisco il desiderio di Cameron.
'A che pensi?'
'Alla notte del 14 marzo dell'anno scorso'
'Che impresa folle quella notte'
'La ricordi?'
'Elynn, spiegami come faccio a dimenticarla? Ci siamo messi insieme quella notte'
Scioglie l'abbraccio e mi guarda dritto negli occhi.
'Elynn, se ora ti dicessi che ti amo, quale sarebbe la tua risposta? Ok, grazie, io ti voglio bene?'
'Credo che tu debba disinstallare tumblr, Cameron. Non ti risponderò 'anche io' come nella famosa citazione, mi dispiace'
Scoppiamo a ridere entrambi.
'Ti amo, Elynn'
Il telefono squilla.
'Anny che c'è?'
'Io e Shawn ti abbiamo cercato tra tutte le persone che ci sono, dove sei?'
'Non mi avete visto uscire con Cameron? Sono a casa, stavo male'
'Ah okay, che sollievo!'
Attacco.
Mi mordo il labbro.
'Dio Elynn. Perché mi fai questo?'
Sto in silenzio.
'Elynn..'
'Perché muoio dalla voglia di dirti anche io anche so se che è tremendamente sbagliato. E mi manchi, dio, se mi manchi'
'Dillo, è tutto ciò che voglio sentire'
'Io.. non posso. Io amo Matthew'
'Perché ti stai autoconvincendo di una cosa che non è vera?'
'Senti, sto male. Sono debole e.. forse è meglio che te ne vai'
'Come vuoi'
Abbandona la stanza sbattendo la porta.








Che vita di merda.

Beautiful secret |Cameron DallasWhere stories live. Discover now