V - Il campo Mezzosangue

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Rebecca sussurra meravigliata "È incredibile! È proprio vero che tutte le storie sono vere."
Ci avviciniamo al campo e vediamo un pino con una coperta color oro appesa a un ramo e ai suoi piedi un drago viola avvolto al tronco e a qualche metro di distanza un'enorme statua d'oro ed avorio che rappresenta una donna armata in tenuta da battaglia svetta con i suoi dodici metri sulla cresta della collina ed emana una luce benefica. In quel punto l'intera valle si apre ai nostri piedi: più o meno cinquecento ettari di bosco, prati e campi di fragole delimitati dalla baia di Long Island a nord e da una bassa catena di colline sugli altri lati. Una fitta foresta di sempreverdi copre l'area occidentale della valle. Sotto di noi gli edifici del Campo Mezzosangue scintillano al sole primaverile: l'anfiteatro, l'arena di combattimento, il Padiglione della mensa con le sue colonne di marmo bianco... una trireme fluttua nel laghetto delle canoe. Venti capanne costeggiano l'area comune, con un fuoco che arde allegramente al centro.
"È il Vello d'Oro? Quel Vello d'Oro recuperato dagli Argonauti per la prima volta e per la seconda da Percy e Annabeth?" Chiede Rebecca.
"Si è quel vello."
Nico assume un'aria maliconica e nel petto riesco a sentire il dolore che prova un dolore quasi nostalgico.
"Con i Romani andate d'accordo? Avete combinato altre avventure oltre a quelle raccontato nei libri?"
Rebecca riempie mio fratello di domande, mentre Asia passa con lo sguardo da Apollo a Davide. Arriviamo alla Casa Grande, una villa a quattro piani in stile vittoriano, dipinta di celeste bordata di bianco, dove ci aspettano Chirone e due ragazze di circa diciott'anni: la prima ha i capelli biondi e mossi raccolti in una coda, gli occhi grigi e tempestosi celano un'intelligenza attiva e indossa una maglietta arancione con il disegno di un pegaso e la scritta "Campo Mezzosangue" in nero, pantaloncini corti di jeans e AllStar grigie, l'altra è grassottella, i capelli castani e lunghi sono lisci come spaghetti e sono raccolti in una bandana rossa, gli occhi sono castani, in mano ha una lancia che manda bagliori elettrici e indossa la stessa maglietta della bionda abbinata a dei pantaloni mimetici e anfibi verdi. Le riconosco dalla descrizione dei libri: la ragazza bionda è Annabeth, figlia di Atena, la mora è Clarisse, figlia di Ares. Quest'ultima ci squadra e dice
"E questi sarebbero semidei? Quale sarebbe la mia sorellastra?"
Asia si fa avanti
"Sarei io. Hai problemi? Saprei tenerti testa tranquillamente..."
"Non è il momento di litigare Clarisse, per favore."
Annabeth cerca di calmarla.
"Mi chiamo Asia comunque."
La mia amica si fa avanti.
"Gli altri smidollati?"
"Modera i termini Lancia."
Nico non è uno che si fa intimidire e fa le presentazioni. Quando gli ha detto che sono figlia di Ade, Clarisse si è intimorita mentre Annabeth continuava a guardare me e Nico in cerca di qualcosa. Poi si sente un urlo proveniente da un ragazzo infuriato che è la fotocopia di Apollo vestito con infradito, bermuda e la maglietta del campo
"Nico Di Angelo ti spezzo le gambe! Quante volte ti ho detto che quando parti mi devi avvertire!"
Il biondo si avvicina a mio fratello e lo guarda malissimo.
"Will io te l'avevo detto ma eri troppo impegnato a suturare la ferita di un tuo paziente." Risponde il corvino con aria innocente.
Rebecca li guarda con gli occhi a cuoricino. Poi il biondo stupisce tutti perdendo l'aria arrabbiata e baciando Nico, che diventa bordeaux. Quando i due si separano Will dice
"Mi sei mancato, Death-Boy."
Poi si sente l'urlo di Rebecca che inizia a canticchiare "Solangelo is real, real" e saltella in cerchio. È la stessa reazione che vorrei avere io ma riesco a controllarmi. Il mio lavoro l'ho fatto e poi le foto sono immortali. Rebecca si ferma solo quando ha gli occhi di tutti addosso e borbotta un "Ops scusate" arrossendo. Poi Will si gira e mi guarda, poi il suoi sguardo si sposta su Nico e gli chiede
"Ti sei sdoppiato?"
"No, è mia sorella."
"Dovrò evitare di confondervi probabilmente."
Quanto è idiota in certi momenti? Come quella volta che per tentare un attacco a sorpresa ai Romani si era dimenticato di nascondere i capelli. E no, non lo dico perchè c'ero ma per i libri.
Chirone ci spiega un po', le dinamiche del campo e finite le spiegazioni manda noi appena arrivati con i più anziani a fare un giro del Campo: Will accompagna Rebecca e Davide alla casa di Apollo, Clarisse si avvia con Asia verso l'arena e le due iniziano a bisticciare. Il centauro si mette a parlare con Apollo e Annabeth mentre Nico mi trascina verso una cabina ricoperta da sottili lastre di ossidiana e il tetto è formato da ossa bianche e gemme preziose fuse in un'unico blocco. Mentre attraversiamo il giardino, c'è un continuo via vai di gente e il più piccolo non avrá più di dieci anni mentre i più grandi avranno massimo vent'anni che continuano a correre da ogni parte. A un certo punto ci passano davanti correndo due ragazzi mori identici con le magliette del campo e dei vestiti femminili in mano inseguiti da una ragazza con i capelli castani e gli occhi iridescenti che urla
"Tornate indietro! Vi strappo tutti i capelli!"
Non si accorge di mio fratello e lo travolge, facendoli cadere entrambi. La mora si rialza in contemporanea al ragazzo e subito mormora uno "scusa" tornando a inseguire i due fratelli.
"Ma cosa?"
"Tutto normale sorellina. I due fratelli erano Travis e Connor, figli di Ermes. Sono i ladri e i fornitori migliori di tutto il campo. La ragazza era Piper, la capocasa di Afrodite."
Intanto siamo arrivati davanti alla porta di mogano con il pomello a forma di teschio bianco. Il ragazzo apre la porta e davanti ai miei occhi c'è una stanza ampia: il soffitto è dipinto in modo da ricreare il cielo notturno, i mobili sono tutti in legno di mogano, i letti sono addossati a una parete, rigorosamente neri con la federa del cuscino color cremisi. In un angolo vi è una libreria con poltrone e un divano di pelle nero e argento. Le mura dell'ambiente ricreano le pareti di una grotta con tanto di gemme preziose, in una nicchia ricavata nel muro vi è un altarino in nera ossidiana con su teschi e pietre preziose, affiancato a un braciere di bronzo con del fuoco greco acceso e alle pareti vi sono torce di fuoco greco verde. Vi è anche una porta che presumo conduca al bagno.
"Benvenuta alla cabina 13. Ti piace?"
"Sono senza parole. È fantastica."
"Ti conviene cambiarti sei conciata male. Sul letto dovrebbero esserci dei vestiti." Nico sprofonda sul divano e intanto prende un libro. Mi avvicino a uno dei letti e mi accorgo che c'è la maglietta arancione del campo. Un gemito mi esce dalla bocca. Il ragazzo alza gli occhi e mi guarda
"Cosa c'è che non va?"
"Il colore della maglia. È ARANCIONE."
"L'ho sempre detto Chirone che il colore è troppo acceso. Nell'armadio alla tua destra troverai i tuoi vestiti."
Seguo le indicazioni di mio fratello e nell'armadio trovo tutti i miei vestiti. Afferro dei leggins, una maglia lunga, e gli anfibi, tutti rigorosamente neri e vado in bagno. Li è tutto in marmo nero con venature argento, mi faccio una doccia e mi cambio. Prendo gli abiti vecchi e solo ora noto che sono sporchi di sangue. Torno in camera e si sente il suono di una conchiglia. Nico balza in piedi e dice "Questo è il segnale dei pasti. Andiamo al padiglione della mensa."
Poi mi guarda e dice con fare sarcastico
"Pronta per essere guardata da tutti?"
"No. Odio essere al centro dell'attenzione."
Poi ridiamo e ci incamminiamo verso il Padiglione della mensa.

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteWhere stories live. Discover now