Capitolo 24

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Life is so good when you're around.


Oggi è arrivata Fede ed era quello che ci voleva. Quando l'ho vista scendere dalla macchina con quel suo fare delicato mi è sembrata una dea, colei che avrebbe portato in me la calma perduta. Mi sorride mentre si toglie i suoi occhiali blu a specchio ed io vado ad abbracciarla. Lavanda, il profumo che le ho regalato. Mi sembra di non averla lasciata mai e quell'abbraccio mi fa capire quanto io abbia bisogno di lei ora, come di un cappotto quando la temperatura scende all'improvviso. Il suo calore riscalda le mie guance fredde mentre mi sussurra qualcosa all'orecchio:

«Mi sei mancato Giulio».

«Mi sei mancata anche tu Fede».

Posata la sua valigia siamo andati al Mc con la sua macchina, me l'aveva promesso.

Appena scendo corriamo al Mc ad abbuffarci come ai vecchi tempi!

Fede è una che le promesse le mantiene sempre. Mi aveva promesso che non sarebbe mai andata via, anche se si fosse trasferita a Colonia. Quando tra le lacrime mi diede la notizia ebbi un sussulto, quasi come se quella fosse stata l'ultima volta che avrei potuta tenerla fra le mie braccia.

«Promettimi che non mi abbandonerai».

«Te lo prometto Giulio».

Un bacio seguì quelle parole, uno di quelli salati perché bagnati dalle lacrime, mentre il mare bagnava la sabbia delle cinque del mattino. Fu infinito come quella notte passata in riva al mare, io suonavo la chitarra e lei cantava mentre il rumore dell'acqua ci cullava come una continua ninna nanna.

Me e lei, lei e me. Nessun altro.

Avevo deciso che quella sera le avrei donato un capo del mio filo giallo ed avrei aspettato che lei se lo mettesse al dito ma quella notizia fu come un paio di forbici che tagliavano con un colpo secco quel legame. Avrei tanto voluto che Fede fosse stata il mio primo amore, quello che ti porti nel cuore anche se va a finire male, quello che ti fa provare davvero cosa voglia dire soffrire, quello che ti segna e ti fa capire cosa voglia dire vivere. Il mio cuore era pronto ad accogliere una parte del suo e la sensazione sarebbe stata come quella che provavi quando inserivi l'ultimo pezzo di un puzzle che ti portava qualche parente come regalo per il tuo compleanno. Completezza.

Dopo il bacio mi disse:

«Ti amo, Giulio».

«Ti amo anche io, Federica».

Mi guardò, abbassò lo sguardo e mi sorrise mentre le lacrime le scorrevano lungo le guance rosse per il freddo. Prese le sue cose ed andò via nel silenzio, lasciandomi seduto sulla sabbia in compagnia soltanto della mia chitarra, nera come la mia anima in quel momento. Ricordo con malinconia quella schiena che man mano si allontanava fino a diventare un puntino indefinibile nell'orizzonte, anche se ero conscio del fatto che quella non poteva essere l'ultima volta che avrei potuto ammirarla.

Doveva restituirmi la parte di me che le avevo dato in pegno.

Ed eccola qui davanti a me, mentre addenta un Big Mac e digita un messaggio col mignolo.

«Hai mantenuto la promessa».

«Come sarei mai potuta andare via?».

La Teoria Del TuffoWhere stories live. Discover now