Capitolo 13

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Erano le due di notte. Alison ed Emily avevano avuto una discussione e la brunetta era andata via da casa della sua ragazza sconvolta. Pochi minuti dopo un'auto aveva travolto la sua.

"Come sta Em?" disse Spencer appena arrivata. Si ritrovò davanti Hanna che piangeva disperatamente. "Hanna, ti prego, rispondimi. Come sta Emily?" continuò iniziando a piangere anche lei. "Non lo so, Spence... non ci hanno detto ancora nulla... so solo che è arrivata qui che era gravissima, codice rosso." Le due si abbracciarono. Poco dopo arrivò anche Aria. "Vi prego ditemi che sta bene. Cosa ci faceva alle due da sola? Ed Alison?" domandò Aria. "Oddio, Alison." Spencer ed Hanna si guardarono. "Provo a chiamarla." Disse Aria allontanandosi.

Intanto Alison era ancora sveglia nel letto mentre piangeva quando sentì il telefono squillare. Era Aria. "Pronto, Ali." "Aria..." Aria capì che l'amica stava piangendo e quindi pensò sapesse di Emily. "Hai già saputo tutto? La situazione pare gravissima, Emily è..." Alison la bloccò. "Cosa? Cosa devo sapere, Aria? Emily? Sta bene?" disse allarmata. "Ali...Emily ha fatto un incidente in auto. Un pazzo che andava a folle velocità ha scaraventato la sua vettura dall'altra parte della strada. Non ci hanno detto ancora nulla di ufficiale, ma è arrivata in codice rosso." Alison non poteva credere a quello che stava sentendo. Attaccò senza nemmeno rispondere ad Aria e si precipitò immediatamente all'ospedale.

"Ali!" Spencer le corse incontro abbracciandola e la strinse forte a sé. "Dov'è? Ditemi che posso vederla, vi prego." Disse Alison piangendo ininterrottamente. "Ali, no, purtroppo no. La signora Fields sta cercando un medico che le dica qualcosa." Disse Hanna mettendole una mano sulla spalla. "È tutta colpa mia." Continuava a ripetersi Alison. "Ma che dici?" le rispose Aria. "Sì, è colpa mia! Abbiamo litigato e lei è andata via sconvolta da casa mia, è colpa mia, è tutta colpa mia." "Ali, la colpa dell'incidente non è stata di Em. È tutta colpa di quel bastardo che le è andato addosso..." "Ma se non avessimo litigato sarebbe rimasta a dormire da me e tutto questo non sarebbe successo!" detto questo la biondina si allontanò. Poco dopo la mamma di Emily tornò e disse loro piangendo: "Ragazze, ho parlato con il medico. Ha detto che fisicamente non ha subito danni gravi se non per la testa. Devono operarla urgentemente e potrebbe non risvegliarsi." "Non risvegliarsi?! Cosa?!" Urlò Hanna. "Sì, potrebbe restare in coma per uno o due mesi." Restarono tutte in silenzio, si sentivano solamente i singhiozzi del pianto.

Le successive tre ore furono le più lunghe delle loro vite. All'improvviso un medico si avvicinò loro, chiedendo se fossero lì per Emily Fields. "L'operazione è riuscita con successo. I danni celebrali sono stati meno gravi del previsto. La cattiva notizia è che dopo l'intervento Emily è entrata in uno stato di coma naturale, il che non è totalmente negativo anche perché respira autonomamente senza bisogno di macchinari. Però per sicurezza abbiamo preferito attaccarglieli. Comunque ha reagito bene a tutto, non voglio darvi false speranze ma sono ottimista sul suo risveglio senza danni gravi e permanenti." "Possiamo vederla?" chiese Alison. "Sì, è nella stanza quattro, l'ultima porta a destra alla fine del corridoio. Mi raccomando però, entrate una persona alla volta e, per favore, non state troppo tempo. Non è orario di visita, ma ho visto da quante ore siete qui ad aspettare." "Grazie mille, dottore."
"Alison, vuoi andare prima tu?" disse la signora Fields. "Ci mancherebbe, è la madre. Posso aspettare." Rispose la biondina. "Sicura?" Alison annuì e la donna si avviò alla stanza della figlia. Dopo circa un quarto d'ora la signora Fields tornò ed andò Alison.
Appena entrò nella stanza ricominciò a piangere. Si avvicinò a lei e, prima di sedersi, le accarezzò il viso. "La mia Em...quanto sei bella, amore mio, anche così? Ti prego, ti supplico, non mollare. Ho bisogno di te." Le diede un leggero bacio sulle labbra. La sua pelle era calda. Poi trascorse i restanti minuti stringendole la mano e le faceva male da morire che quella stretta non venisse ricambiata. Erano già venti minuti che era lì in silenzio a fissarla, quando Spencer si affacciò alla porta ed Alison le chiese solo un altro minuto. "Ora vengono le altre." Le disse Alison. "io torno domani, va bene? Cioè, tra qualche ora. Em, ti amo." Ed uscì in lacrime. Andò a casa solamente per farsi una doccia, non sarebbe mai riuscita a dormire. Erano ancora le sette, voleva aspettare almeno fino alle otto per tornare in ospedale e così fece.

Così uscì di casa e si diresse verso quel luogo che non aveva mai odiato tanto prima di quel momento. Salì al terzo piano, dove c'era la stanza di Emily, ed incontrò la signora Fields che la salutò abbracciandola e dicendo: "Alison, tesoro, sei di nuovo qui? Hai dormito almeno?" "Voglio solamente stare vicino ad Emily, non sarei mai riuscita a dormire. Posso andare nella sua stanza?" "Certo. Grazie, Alison." Alison le sorrise ed in quella giornata fu un grande traguardo. Quindi entrò nella camera e vide la sua ragazza ancora stesa su quel letto. "Buongiorno principessa." Disse cercando di sorridere. "Te l'avevo detto che sarei venuta!" si sedette sulla sedia. "Sai, amore, pensavo al nostro primo bacio. Te lo ricordi? Penso proprio di sì. Ne è passato di tempo! Io e te...alla "kissing rock"... io ti ho portata lì perché volevo portarci qualcuno di speciale e quando tu, nonostante la tua timidezza hai fatto il primo passo verso di me baciandomi ho capito che quello che provavo per te non era solo affetto. Quante ne abbiamo passate insieme, eh Em? Supereremo anche questa, te lo giuro." Detto questo si asciugò le lacrime e le strinse la mano. La stretta ancora non era ricambiata.


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