Capitolo 13

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Il giorno della vigilia di Natale, Lorenzo si presentò a casa mia come al solito.
Era nervoso, e lui non è mai nervoso, quindi non sapevo se preoccuparmi o restare tranquilla.
Conoscendo me stessa e sapendo quante paranoie mentali mi facessi, decisi di restare tranquilla.

Quando iniziò a rispondermi male e fare lo scontroso, però, non riuscii più ad ignorarlo.
-Ma che hai?- chiesi nervosamente.
-Niente-rispose.
-Devo chiedertelo di nuovo?-
-Niente Mari-
-Senti non sono stupida, lo capisco che...-
-No tu non capisci. Possibile che non te ne sei accorta?-
-Ma di cosa Lorè?-
-Ma chi vuoi prendere in giro!-
Mi stavo incazzando.
-Mi dici che cazzo è successo?- dissi quasi urlando.
-È successo che mi piaci Mari, ecco che cazzo è successo-
Fece una pausa, io lo guardai incredula.
-Fin dal primo momento in cui ti ho vista, quando eravamo in primo, mi sono innamorato di te. Per tutti questi mesi in cui ho fatto il coglione con tutte, in realtà ho sempre pensato solo e unicamente a te. Volevo averti per me. Abbracciarti, baciarti, coccolarti. Volevo che ti dimenticassi degli altri e pensassi solo a me, a noi. Volevo farti innamorare. E adesso mi sento un idiota, perché non ci sono riuscito e ti ho persa. Volevo trovarti e ti ho solo allontanata ancora di più. E non sai quanto cazzo mi dispiace-
Lo disse tutto d'un fiato, sembrava non stesse neanche pensando.
Lo guardai per un secondo, poi, istintivamente, lo baciai.
Non sapevo neanche io perché lo stessi facendo, ma mi sentii come se mi fossi tolta un peso.
La verità era che aspettavo quel momento da troppo tempo.
Lo guardai, mi guardò.
Sorrisi, sorrise.
Poi riprendemmo a baciarci, e quella volta era per davvero.
Non per gelosia, non per gioco, non per divertimento.
Quella volta era per amore.

La notte non dormii, non ci riuscivo. Pensavo, pensavo, pensavo, a lui e a mille altre cose.
C'ero solo io, le mie cuffie e i gatti che mi dormivano sopra.
La notte mi piaceva per questo, per la tranquillità: sulla terra ci sono sette miliardi di persone, ma in quel momento è come se ci fossi solo tu.
È stupenda la notte, magica.

La mattina dopo mi alzai tardi.
Mamma era in cucina a preparare il pranzo: sarebbero venuti i nonni e qualche zio proveniente da ogni parte d'Italia e del mondo.
-Buon Natale ma- dissi, e lei fece altrettanto abbracciandomi.
Le diedi il mio regalo: un libro e un cd, i suoi preferiti.
Lei anche mi diede il suo: qualche cd che cercavo da parecchio tempo e una carta regalo da 100€ di Pull & Bear.
Ero felicissima.
La ringraziai con un bacio sulla guancia e andai in camera a vestirmi.

Quando arrivarono tutti i parenti, iniziò la parte noiosa della giornata. Amo il Natale, ma i mega pranzi con zii e cugini di chissà quale grado non li sopporto proprio.
"Come va a scuola?"
"Ma ce l'hai il fidanzatino?"
"Hai ancora fame?"
"Ma esci la sera?"
"Ma vai a tante feste?"
Insieme al classico "Ma come sei cresciuta!"
Queste erano più o meno le domande standard a cui rispondevo allo stesso modo ogni anno.

Dopo ore che sembravano non passare mai, finalmente se ne andarono tutti, e io potei rimettermi i miei adorati leggins e la mia adorata felpa.
-Sto fuori per un paio d'ore- disse mamma -Vado a trovare mio cugino che non sta tanto bene-
-Ok a dopo- risposi.

Non erano passati nemmeno cinque minuti da quando era uscita, che il campanello suonò.
Aprii la porta: era Lorenzo.

Never Without You || Lorenzo Ostuni Where stories live. Discover now