La Figlia Del Sangue

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Quando Frisk si svegliò, la prima cosa che provò fu la sensazione dell'aria fresca sulla pelle.
Aprí gli occhi, un tantino doloranti a causa della luce. A quanto pareva, lui e i suoi amici erano riusciti ad arrivare in superficie. Frisk aveva dormito tutto il tragitto, di nuovo. Era sulle spalle di Sans, che canticchiava un motivetto sconosciuto al bambino, e Alphys e Undyne erano dietro di loro, chiacchierando.
Era la strada verso casa; Frisk si rese conto che avrebbe rivisto Toriel e sorrise.
Sans si accorse del suo risveglio.
"Alla buon'ora, ragazzo. Dormito bene?" Ridacchió lo scheletro.
"Sì." Frisk sbatté le palpebre un paio di volte per abituare le pupille alla luce del sole.
Nonostante tutto ciò fosse piacevole, l'aria fresca, il luogo illuminato e la strada familiare, dopo la sua lunga dormita, Frisk si sentiva ancora appesantito da qualcosa dentro il petto, e ciò non lo faceva stare bene.
Si chiese che cosa dovesse fare arrivato a quel punto.
Per cominciare, si fece rimettere a terra e continuò a camminare da solo, sperando che la sua situazione migliorasse.
Poco dopo, i quattro erano davanti a casa. Frisk sorrise alla vista del luogo a cui era affezionato; la sua anima, però, sembrò pensarla diversamente. Infatti peggiorò, e Frisk dovette appoggiarsi allo stipite della porta per tenersi in piedi. Aveva le gambe deboli a causa della pesantezza nel suo petto.
Gli amici se ne accorsero.
"Tutto ok, Frisk?" Chiese Sans, aprendo la porta e facendo entrare tutti in casa.
Il bambino annuì e con fatica attraversò la soglia. Mamma Toriel si affacciò dalla porta della cucina e sul suo viso si allargò un sorriso affettuoso.
"Oh, ragazzi, siete tornati! E giusto in tempo per cena! Spero che abbiate finito di fare quello che dovevate fare laggiù."
"Yep, tutto liscio come l'olio." ribatté Sans.
"Frisk, caro, come stai? É andato tutto bene? E dov'é il giubbotto che ti ho dato?"
"...ops." mormorò Sans.
"Sto bene, mamma." Rispose l'umano attento a non far capire che quello che aveva appena detto non era esattamente vero.
"Spero tu abbia fame, tesoro. Ho preparato la pasta alle lumache." Disse tornando in cucina. Sans e Frisk si scambiarono uno sguardo disgustato, mentre Alphys e Undyne avevano già accettato il destino dei loro stomaci e avevano seguito Toriel.
Una volta seduti tutti a tavola e servito il pasto, i quattro cominciarono a raccontare il loro viaggio nel vecchio regno dei mostri. Anche Frisk partecipava, omettendo però le parti che includevano Gaster o il sogno che aveva fatto nel vecchio Laboratorio.
All'improvviso però, qualcosa sembrò turbare Alphys.
"F-Frisk...?"
Il bambino la guardò.
"Sì?"
"T...Ti sta sanguinando il naso...o-o almeno credo che sia s-sangue..."
Frisk si portò un dito alle narici, venendo a contatto con il sangue.
Le punte delle dita del bambino erano macchiate di un liquido denso e nero. Non sembrava sangue, ma non aveva idea di cosa potesse essere.
Tutti lo guardarono preoccupati; la fuoriuscita non accennava a smettere, anzi, aumentava sempre di più. Un rigurgito improvviso lo colse, ma quello che sputó fu sempre quel liquido nero.
"Oh cielo, che ti succede?" Chiese Toriel preoccupata.
Frisk voleva rispondere, ma non riusciva a parlare; la sua bocca era piena e dagli angoli delle labbra colava quella sostanza.
Si era formata una pozza di sangue nero sul pavimento.
"A...Allontanatevi." Riuscì a balbettare il povero umano.
Gli amici si spostarono di poco, cercando di non toccare la chiazza. Frisk ebbe un altro conato, questa volta definitivo: vomitò tutto il restante liquido nero sulla preesistente pozza sul pavimento della cucina.
Dopodiché, l'emorragia si fermò.
Frisk cadde per terra, esausto. Toriel corse subito a soccorrerlo seguita da Alphys e Undyne. Sans osservava inquieto la pozzanghera nera.
"Frisk! Frisk, caro! Oh, cielo!"
Il bambino tossì debolmente. Tutto ciò l'aveva scombussolato e non riusciva a parlare. Si rese conto che il peso nel suo petto era sparito, ma non sapeva se essere sollevato o spaventato.
La risposta al suo problema si presentò in quel momento.
"Guardate." Annunciò lo scheletro, indicando il sangue nero; la pozza si stava solidificando, formando un agglomerato quasi gelatinoso.
Il grumo nero si fece sempre più grande e si innalzò fino ad arrivare a circa l'altezza di Frisk, forse un po' di meno.
Fu allora che cominciò a prendere forma: corpo, testa, braccia...
I cinque non riuscivano a capacitarsi di cosa stesse succedendo.
Alla fine della metamorfosi, il grumo era diventato una ragazzina, apparentemente della stessa età di Frisk.
Capelli scuri, corti fino alle spalle, viso rotondo e guance rosa. Maglietta verde con una riga gialla, pantaloncini corti, marroni e scarpe dello stesso colore. Teneva gli occhi chiusi.
Nessuno sapeva cosa fare, né cosa dire. Tutti stavano in silenzio, fermi, a fissare la nuova presenza.
La ragazza aprì gli occhi, di colore rosso vivo. Si guardò intorno, scrutando la stanza e i mostri silenziosi.
Poi rivolse lo sguardo verso Frisk e le sue labbra si piegarono in un sorriso.
"Saluti." Disse lentamente.
"Io sono Chara."

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Aaaaaaaand, done!
Yowzah~
Scusate se ci ho messo così tanto a scriverlo, ho avuto parecchio da fare con la scuola! Tornerò a votare le vostre storie ASAP. Non vi preoccupate, sono viva *3*
Spero vi piaccia questo capitolo!

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