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Due anni dopo

Quei due anni erano volati. Ventiquattro mesi intensi che avevano cambiato molte cose nelle loro vite. Dal momento che Louis era felice con Harry, Lottie aveva deciso di far ritorno in Inghilterra ed iscriversi all'Università di Oxford. Decisione presa anche per essere più vicina a Niall: alla fine Lottie aveva aspettato fino a che Niall non si era deciso a dichiararsi. Ormai stavano insieme da quasi un anno e, siccome il biondo era stato preso nella London Symphony Orchestra, frequentare un college vicino a Londra avrebbe permesso ai due di frequentarsi maggiormente.

Questa era stata un'ulteriore spinta per i due ragazzi a decidere di andare a vivere insieme: Louis si era trasferito a tutti gli effetti nell'appartamento di Harry e, sebbene fu una decisione un po' sofferta, mise in vendita il suo appartamento. Quella era la casa che avrebbe dovuto condividere con Stan e sbarazzarsene del tutto non era stato semplice. Harry non gli aveva fatto pressioni, aveva voluto che Louis fosse sicuro della sua scelta e nei momenti di titubanza gli aveva anche proposto di aspettare a venderlo, tuttavia Louis decise che alla fine quella fosse la cosa più giusta da fare.

La convivenza non era stato l'unico cambiamento, infatti Harry dopo l'estate aveva accettato l'offerta dell'American Ballet, mentre Louis era stato assunto come professore di musica alla Juilliard e, di tanto in tanto, teneva dei concerti da solita presso la Carnegie Hall.

Quel tardo pomeriggio, come sempre, Harry stava lasciando il Metropolitan Opera House al termine delle sue prove di ballo. A breve Louis avrebbe terminato la sua ultima lezione della giornata e Harry aveva deciso che gli avrebbe fatto una sorpresa così da poter tornare a casa assieme.

Provava una sensazione strana ogni volta che rimetteva piede in quella scuola che era stata così importante per lui, i ricordi di quei quattro anni trascorsi lì dentro riaffioravano sempre vividi nella sua mente. Salì le scale raggiungendo l'aula nella quale sapeva avrebbe trovato Louis e che ben conosceva dato che spesso l'avevano usata per le loro prove insieme.

La lezione era appena terminata e un gruppo di ragazzi stava lasciando l'aula. Vide Louis dietro al pianoforte nero intento a sistemare tutti i suoi fogli. Si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia al petto e le caviglie fra loro «Professor Tomlinson, ne ha ancora per molto?» Louis sorrise con il capo ancora chinato, riconoscendo ovviamente quella voce «È fortunato Styles perché si da il caso che abbia appena finito». Sollevò lo sguardo vedendoselo già arrivare incontro. Erano passati due anni da quando si erano laureati alla Juilliard e iniziato la loro storia, eppure i segni del tempo sembravano non voler accennare a comparire sul volto di Harry: la pelle liscia, gli occhioni verdi e le fossette sulle guance non gli davano affatto l'aria di un ragazzo di ventiquattro anni, per non parlare di quei piccoli brufoli che ogni tanto ancora comparivano sulla fronte, appena sotto la mascella e sul mento. Piccole imperfezioni che Harry non sopportava perché lo facevano apparire ancora un adolescente, ma che Louis invece non perdeva mai occasione di baciare.

«Bene, allora sistema le tue cose così andiamo» lo esortò poi, appena Louis si voltò di spalle, sfilò dalla sua borsa una busta color ocra e la fece scivolare sulla coda liscia dello strumento. «Ho trovato questa tra la posta stamattina» parlò nuovamente, attirando la sua attenzione. Riconobbe immediatamente di cosa si trattasse scorgendo il logo e la dicitura sulla busta. Sospirò pesantemente, rigirandosela tra le mani un paio di volte prima di aprirla e leggerne il contenuto. «È una nuova proposta di lavoro con loro?» domandò, ricevendo in risposta un semplice cenno d'assenso con il capo da parte sua. «Pensi di accettare?» Louis piegò la lettera, infilandola nuovamente nella busta e lasciandola cadere sul pianoforte. «No» rispose secco. Harry chiuse gli occhi, sollevando di poco gli occhiali da vista e massaggiandosi il ponte del naso. Era già la seconda volta che la London Symphony Orchestra gli offriva un lavoro come direttore d'orchestra, ma Louis si ostinava a rifiutarlo. Roba da pazzi, direte voi, ma Louis era stato molto chiaro: finché Harry fosse rimasto a New York, anche lui non se ne sarebbe mai andato. Sembrava che il discorso che faceva sempre sul fatto che non sarebbe importato se le loro passioni li avrebbero momentaneamente separati, portandoli a lavorare in due città diverse, valesse solamente per Harry. E non era giusto, soprattutto dal momento che Harry sapeva bene che andare a Londra era uno dei suoi sogni. «Lou, non puoi continuare a rifiutare. Potresti pentirtene e quando te ne renderai conto potrebbe essere troppo tardi». «Ne abbiamo già parlato, H. Al momento sto bene così» si avvicinò alla sua borsa «Se riceverai la proposta che sappiamo, allora ci penserò, ma fino a quel momento non ho nessuna intenzione di muovermi da qua». Quello era solamente una parte del vero motivo per il quale Louis rifiutava di trasferirsi a Londra: la verità era che in quei due anni si era completamente innamorato di Harry, nutriva per lui un sentimento che non aveva mai provato prima e l'idea di doversi separare lo terrorizzava. Ero sicuro del legame che li univa, ma la distanza a volte viene sottovalutata e lui aveva paura che riuscisse a dividerli per sempre, non solo temporaneamente. Già così, a causa dei loro lavori, il tempo da passare assieme era poco, se anche solo uno di loro si fosse trasferito Louis sapeva che, per quanto la loro volontà di rivedersi potesse essere forte, sarebbero potuti volerci mesi prima che entrambi avessero del tempo libero per ricongiungersi. Allo stesso tempo, però, non voleva privare Harry della possibilità di vivere il suo sogno e per questo continuava a ripetergli che se gli fosse arrivata la proposta da Parigi avrebbe dovuto assolutamente accettarla.

In Every Moment Of My Life, I Will Always Be Ready For YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora