2. Io e Zayn

156 36 25
                                    

Stephenie era stata messa all'angolo, rifiutata dai due scorbutici mattoni che prendevano il té, accomodati al posto d'onore.

"Vedete, voi due classiconi! Sta diventando come me!"

Umberto la guardò da sopra la tazzina, ringhiando.

"Stai zitta, Meyer. I tuoi vampirelli Swarovski non sono nulla contro i miei monaci assassini."

Stephen ridacchiò e con profonda ironia rincarò la dose.

"Sai, mentre ieri dormivi, Eliana ti ha quasi lodata."

"Davvero?"

"Sì, ha detto che potresti addirittura essere considerata una scrittrice."

"Sei sempre il solito, King! Mai un atto di gentilezza o comprensione."

"Solo verso chi se la merita e non sbraita come una gallina. Stai zitta che svegli Eliana."

Sbuffando, il libro si ritirò in un mutismo ricco di accuse mentre Eliana iniziava a svegliarsi dal sonno inquieto in cui era crollata la sera precedente una volta finita la stesura del capitolo. Aveva sognato scene apocalittiche in cui Crystal improvvisamente usciva dal computer e si impossessava del suo corpo, facendole vivere una vita becera e directioner. Addirittura a un certo punto prendeva e buttava nel cestino i suoi due padrini letterari, massima vergogna! No, no! Meno male che era stato solamente un sogno.

Si alzò che aveva ancora il fiatone e si accorse di essere ancora vestita: si era addormentata senza mettersi il pigiama. Dormire con i jeans era qualcosa di davvero scomodo.

Passò tutta la mattina tra una stanza e l'altra, ad attendere l'ora di pranzo, abbandonata a casa da sola a curare Lenticchia, il suo spastico cane con il ticchio per le scarpe altrui.

La famiglia al completo, meno lei, aveva deciso di andare a Modena a trovare i lontani parenti materni, ma Eliana aveva preferito rimanere a casa con la scusa del cane. I parenti modenesi erano soffocanti e antipatici. Quasi meglio farsi riempire di bava e peli da Lenticchia.

Il suddetto cane stava ancora dormendo, scomposto, nel suo angolino, con la sua amata copertina-giocattolo sulla testa.

Solo verso le due del pomeriggio, appallottolata in un angolo del divano con il tablet in mano, le venne in mente di trascrive la storia del giorno prima e di pubblicarla.

"Come ho potuto scrivere una cosa del genere..." Non si poté trattenere dal mormorarlo un bel po' di volte mentre era tentata, correggendo l'html, di cambiare tutti i tempi verbali, cambiare il Rating, il nome della protagonista e trasformarla in una serva romana al tempo di Antonino Pio. Peccato che si fosse ripromessa di provare con questo esperimento, così si trovava costretta a continuare.

Tutti i suoi libri dell'esame di storia medievale continuavano a sussurrare che di sicuro Antonino Pio sarebbe stata una scelta migliore, ma quei libri l'avevano tradita facendole prendere 25 all'esame.

"Non meritate di essere ascoltati, traditori." Disse secca, guardandoli male.

King ed Eco la guardavano da dietro la cuccia di Lenticchia, nascosti come due militari in missione segreta.

"Pare che se la sia proprio presa per quel voto."

"Ha fatto bene. Sarebbero tutti da bruciare quei libri là."

"Tu vorresti bruciare un po' troppe cose."

Stavano ancora litigando quando si accorsero di una cosa tremenda: videro la copertina scura di Breaking Dawn spuntare da dietro le spalle di Eliana, intenta a scrivere il secondo capitolo della sua fanfiction.

Till death tear us apartOù les histoires vivent. Découvrez maintenant