Chapter VII

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Sono nella mia nuova stanza, stesa sul letto.
Il soffitto è in legno ed io non faccio altro che guardarlo, lasciando la mia mente aperta in modo da farvici entrare quanti più pensieri possibili.
In realtà, non faccio altro che pensare a Stefan.
Mi ha colpito molto la sua reazione dopo che mia madre ha menzionato la sua e vorrei davvero capirci qualcosa di più.
La mia non è solo curiosità, ma riuscire a capire cosicché io possa stargli vicino nel migliore dei modi.
Senza pensarci due volte mi avvio verso camera sua, che è dalla parte opposta della casa e ,mentre striscio i miei piedi nudi per terra, mi imbatto nel ragazzo più simpatico del mondo: Damon.

≪Allora Andromeda, dov'è che devo portare te e il tuo amico dopo?≫
Damon è appoggiato allo schienale del divano in pelle color mogano e sta sfogliando una rivista, il suo tono è perennemente sarcastico, tant'è che arrivo a chiedermi se ne abbia uno anche per le situazioni più serie.
≪Se vuoi che io ti risponda, inizia a chiamarmi con il mio nome.≫ controbatto, sfoggiando un sorriso beffardo.
≪Il tuo nome è quello di una costellazione,no?
Che differenza fa.≫ risponde gettando la rivista sul tavolino di vetro. ≪Allora, dove devo portarti Cassie?≫ chiede calcando sul mio nome e poggiando le gambe sopra il tavolino, incrociandole.
≪Ti farò sapere dopo, intanto inizia ad abbassare quei piedi.
Non sei mica a casa tua.≫ concludo acida, e fuggo di lì prima che possa darmi una risposta.

Mi dirigo in camera di Stefan e lo trovo disteso sul letto, a gambe incrociate e con una mano dietro la nuca.
Sono davanti alla porta e quasi mi dispiace disturbarlo, ha in mano una fotografia e, dalla sua espressione, percepisco nostalgia.
Busso alla porta e d'istinto lui poggia la fotografia nel cassetto del comodino,accanto a lui.
≪Scusami Stefan, non volevo disturbarti.≫ dico mentre entro in camera, a passi lenti e incerti.
Conto fino a dieci prima di iniziare a parlare, voglio essere sicura di ciò che dirò.
≪Sai, prima è venuto fuori il discorso di tua madre. So bene che non ho il diritto di saperlo, poiché ci conosciamo da poco, ma da quando quel discorso è saltato fuori il tuo volto è diventato più cupo.
Ti capisco se non vuoi parlarne, ma sappi che quando vorrai io sarò pronta ad ascoltarti.≫
concludo il discorso poggiando la mia mano sulla sua.

≪Grazie Cassie, sei una ragazza d'oro.≫
poggia le sue morbide labbra sulla mia fronte, facendomi rabbrividire.
≪Vedi, mia madre è morta quando avevo dieci anni e non ho avuto molti anni a disposizione da poter condividere con lei.
Sono passati undici anni da quando è successo, ma sai questo tipo di dolore non muore mai.≫Stefan sospira e poi scuote la testa, come se stesse cercando di scacciare via dei brutti pensieri.
≪Vorrei vivere questa vacanza nel migliore dei modi, e per me è davvero importante che tu conosca due delle mie più care amiche.≫
Stefan apre il cassetto del comodino dove prima aveva riposto la fotografia e ne tira fuori un'altra, o probabilmente la stessa.

≫Stefan apre il cassetto del comodino dove prima aveva riposto la fotografia e ne tira fuori un'altra, o probabilmente la stessa

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≪Lei è Bonnie.≫ mi dice indicando la ragazza dalla pelle scura.
≪Lei, invece, è Caroline.≫ continua, puntando sul viso della ragazza dai capelli biondi e dal sorriso smagliante.
Dalla foto sembrano essere simpatiche ed io non vedo l'ora di conoscerle.

Non avevo molte amiche in Italia, più che altro avevo delle conoscenti.
Ogni volta che provavo a far andare la relazione oltre,puntualmente scoprivo che il loro scopo era avermi come amica solo per godere della buona fama.
In questi casi, com'è che si dice?
Meglio soli che mal accompagnati.

Dopo aver preparato l'occorrente per andare in spiaggia io e Stefan ci precipitiamo davanti alla porta.
Io la apro ma per qualche secondo entrambi rimaniamo immobilizzati, come se non sapessimo chi dovesse uscire per prima.
Damon, a bordo di quella che sembra una Chevrolet Camaro del 1969, suona il clacson.
E,con un gesto della mano, ci invita a sbrigarci.

Per tutto il tragitto, Stefan non ha fatto altro che guardare il paesaggio che ci circondava

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Per tutto il tragitto, Stefan non ha fatto altro che guardare il paesaggio che ci circondava.
Credo che stia cercando di pensare a qualcosa di diverso, di distrarsi dal pensiero di una madre ormai lontana,ma invano.

Appena arriviamo in spiaggia io e Stefan rimaniamo completamente a bocca aperta.
La sabbia è di un colore chiaro ed è ornata da bellissime palme.
Il mare,invece, è di un turchese cristallino ed io, non vedo l'ora di immergermici dentro.

|Love does that, it changes us|Where stories live. Discover now