4 Braccata

2.1K 134 7
                                    

Siedo nel silenzio della veranda.
Gli unici rumori intorno, sono i piccoli animali del bosco.
La luna,col suo pallore, illumina ciò che mi circonda.
La tazza, ricordo della mia precedente vita, è tiepida nelle mie mani.
Non dovrei bere caffè alle 10 di sera, ma, tanto non riesco a dormire comunque.
Ascolto, come di abitudine, ogni più piccolo rumore.
Il gufo, che emette i suoi strani versi, lo scalpiccio di piccole zampe..
Sorridendo, porto la tazza alle labbra.
Non so come mai,ma tutto un tratto mi sento inquieta.
La prima cosa che ci hanno insegnato, nei Seal, è fare affidamento sull'istinto.
Mi metto in allerta e sento dei rami spezzarsi.
Con riflesso involontario, la mano sinistra, corre alla fondina.
La apro e carico la glock col pollice, senza estrarla.
Mi alzo e abbandono la mia postazione, in quanto mi trovo allo scoperto più completo.
Sono un soldato, la mia mente ragiona in questi termini, non posso farci nulla.

Mi appiattisco alla parete, creando un angolo cieco. Da qui, vedo ma non posso essere vista.
Sento i rumori più forti e vicini, quindi mi preparo.
Acuisco la vista, tendo i muscoli e prendo un respiro.
Silenziosa come un gatto, mi accuccio, per non essere in traiettoria.
Attendo...

Chiunque sia, si sta avvicinando.
Adesso è fuori dal bosco e vedo l'ombra proiettata, sul terreno vicino alla mia casa.
Striscio, uscendo dal nascondiglio, per prenderlo di sorpresa.
Si avvicina rapido agli scalini.
Non mi ha vista.

Arriva e mi passa davanti, piazzandosi dirimpetto alla porta.
Scatto e gli punto la glock alla testa.

"È proprietà privata. Se non vuoi che ti faccia un buco nel cranio, alza le mani e girati lentamente" istruisco lo sconosciuto.

"Sempre la solita, Dom" mi apostrofa.

Resto interdetta per un secondo, rimetto la sicura e abbasso l'arma.
Si volta e mi fronteggia.

"Due domande.
Come mi hai trovata e cosa ci fai qui?" Chiedo.

"Sai bene come ti ho trovata. Sei una di noi" dice, ed a questo storgo la bocca.

"Non più. Resta una domanda" Voglio che parli.

"Una missione. Abbiamo bisogno di te. Da soli... noi non possiamo farcela" ammette, quasi implorando.

"No." Non aggiungo altro.

"Domino, seriamente. È scomparso, lo hanno preso" continua.

Il sangue mi gela, so di chi parla.
È una parte del passato che ho voluto a tutti i costi seppellire.

"Avete mille risorse, io non vi servo. Non ti posso aiutare " Non c'è altro, almeno non per te.

"Ti prego.." E qui, qualcosa cede in me.

Lo guardo e apro la porta. Si siede pesantemente, poi sospira.

"Un attacco improvviso, morti e feriti. Nel caos, si sono introdotti e l'hanno preso. Non siamo riusciti a fermarlo. Maverick, ci ha lasciato le penne. Hanno dei congegni sofisticati. Abbiamo bisogno di te" conclude.

"Dove?" Chiedo riflettendo sulle sue parole. Indecisa, se aiutarli o meno.

"Khandahar " butta fuori quel nome.

"No, mai. Non posso. Vai, non tornare più o sarò costretta a spararti" lo minaccio.

"Me ne vado, ma sappi che non sono il solo. Torneranno e ti costringeranno. Anche se tu non vuoi sentirlo, sei ancora una di noi.
E loro lo sanno. Sanno come convincerti" dichiara.

"Ci provino. Sanno con chi hanno a che fare" contro minaccio.

"Carson City" dice soltanto ed io sbianco.

"Loro non possono, dannazione" sbraito.

"Possono e lo faranno, se non collabori. Domino, dammi retta, fai come ti dicono" mi da un ultimo sguardo e poi esce.
Lasciandomi sola, confusa ed impaurita.
Se arrivano a Carson City, non avrò più speranze.
Se arrivano a Carson City, arrivano a lui.

Mio figlio.

SIAE, SU AMAZON.The Burning Wolf.Kde žijí příběhy. Začni objevovat