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MI DISPIACE DI NON AVVER PIÙ PUBBLICATO, PULTROPPO HO AVUTO UN CASINO DI COSE DA FARE, MA ADESSO CHE LA SCUOLA È FINITA VI PROMETTO CHE AGGIORNERÒ I CAPITOLI IL PIÙ PRESTO POSSIBILE♡

Nessuna chiamata, nessun messaggio, ormai sono passati due giorni che aspetto notizie di mio padre ma niente.

I primi giorni che mi sono trasferita qui a New York pensavo che la mia vita stesse finalmente prendendo la piega giusta e che sicuramete le cose sarebbero cambiate in meglio ma forse ho parlato troppo presto.

Quando qualcosa sembra andare bene poi ce ne un altra pronta a distruggerla. A partire dalla storia di mio padre a Alex. Non so bene cosa c'è tra noi due ma l'unica cosa che so e che quando gli sto vicino dentro di me si scatena l'inferno.

Poso il telefono sul comodino e vado in bagno.
"Sembro un panda" sbuffo.
Ho due occhiaie gigantesche che circondano i miei occhi.

Ultimamente non sono riuscita a dormire soprattutto queste due notti. Non riesco ad accettare che mio papà se ne sia andato solo per colpa mia.

Metto un po' di corettore,un filo di mascara e un lucidalabbra color carne. Apro l'armadio e opto per una maglia nera, jeans bianchi e infine mi infilo le mie cover rosse.

Decido di uscire di casa nonostante sia ancora presto.

Arrivo a scuola e non vendo ancora i ragazzi ma non mi sorprendo dal momento che sono in anticipo di venti minuti.

Inizio a camminare finché non vengo fermata dalla Duember.
"Oh Hanna, menomale che ti ho visto, vieni con me" dice e io
annuisco seguendola.
"Vai a cambiarti" dice porgendomi una tuta
"Cosa?" chiedo
"Oggi avevamo una partita ma ovviamente qualcuno doveva mancare, tu li sostituisci Sara" spiega
"Ma io sono una schiappa in pallavolo" cerco di farle cambiate idea
"Hanna va a cambiarti o ti becchi un insufficienza a fine anno" continua con tono duro.

Afferro la tuta dalle sue mani e filo dritta nello spogliatoio.
"Ho ti metto un insufficienza a fine anno" sbuffo imitando le parole della prof.

Appena ho finto di cambiarmi mi reco in palestra a fare un po di riscaldamento.
"Palla" urla una ragazza.
Appena mi giro la palla mi colpisce in faccia facendomi cadere a terra.

"Hey tutto apposto"
"Alex " dico riconoscendo la sua splendida voce
"Bella botta" dice ridacchiando
"Cavolo" dico accorgendomi del sangue scendere dal mio naso
"Andiamo in infermeria" dice
"No, tranquillo e tutto apposto, mi vado a dare una sciacquata in bagno" rispondo
"Okay ma vengo con te" continua e io annuisco

"Questa giornata non poteva cominciare peggio di così"

"Lascia fare a me" dice prendendomi dalle mani il fazzoletto

"Da quando sei un infermiere?" domando scherzando
"Da oggi" risponde avvicinandosi alle mie labbra lasciandomi un bacio.

"Però tu mi dici cosa non va"
"Niente" rispondo
"No, non ci credo, non ti faccio uscire finché non me lo racconti" continua bloccandomi il polso

"È va bene" sospiro

Ultimamente sto avendo un mucchio di problemi e non riescho a tenerli tutti dentro così ho deciso di raccontargli cosa mi turba.

"Non puoi chiedere a tua madre di tuo padre? lei sicuramente ha tutte le risposte alle tue domande"

"Ci ho provato ma l'unica cosa che mi ha detto è che e stato con me fino a quando avevo due anni " spiego

"Non mi ricordo assolutamente niente di come è fatto ne dei momenti passati insieme, niente di niente apparte il vuoto totale" continuo a raccontargli

" È di tua sorella cosa sai?" domanda

"Ninete, io... io non capisco perché lei non voglia dirmi niente di mio padre ne di mia sorella" dico sedendomi

"Non lo so ma io ti posso aiutare a trovarli... se vuoi" domanda
Un lieve sorriso compare nel mio volto "Grazie" rispondo.

"Adesso andiamo a vincere" dice sollevandomi.

Lo adoro, adoro la sua vicinanza, le sue frasi, le sue mani intorno ai miei fianchi e quegli abbracci che hanno dato un senso alla mia vita.

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