Breathe

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Sbam!
Perché doveva sempre fare tutte quelle scene!
Steve proprio non capiva quando Stark gli si metteva contro e lo faceva per motivi stupidi!
A volte iniziava una litigata e non aveva neanche un senso, e Steve si era rotto di non capire cosa Stark avesse contro di lui, insomma facevano parte di una squadra loro due, dovevano per lo meno cercare di collaborare.
E invece, nonostante i suoi sforzi per andare d'accordo, Tony non era mai collaborativo né gentile nei suoi confronti.
Ma quel giorno ne aveva avuto abbastanza, doveva capire, doveva capire cosa avesse contro di lui.
Erano alla Stark Tower, Steve odiava quel posto, troppo grande e nuovo per i suoi gusti, avrebbe potuto chiedere a Stark di insegnargli ad usare un computer, lo aveva fatto più volte, ma lui si era sempre rifiutato dicendo che era un incapace, senza neanche dargli una possibilità, che complessi che aveva quell'uomo!!
Una cosa però era riuscito ad impararla, vedendo tutti che la facevano, aveva imparato a chiamare Jarvis.
Quindi entrato in ascensore, anche se si sentiva un po' stupido a parlare da solo disse con voce insicura: Jarvis, puoi dirmi dov'è Stark?
Dopo un attimo sentì una voce metallica provenire dal soffitto dell'ascensore: Il signor Stark in questo momento è nel suo salotto al 1 piano, e ha detto che non vuole essere disturbato.
-grazie Jarvis-
-Prego signor Rogers-
Al diavolo lui e la sua privacy Steve non ce la faceva più, quindi raggiunto il primo piano raggiunse senza problemi il salotto, una cosa che non aveva perduto nel tempo era l'orientamento, e si ritrovò di fronte un tranquillissimo Tony Stark che sorseggiava uno dei suoi soliti alcolici.
Nei suoi occhi non c'era una vena di rabbia.
Era così... tranquillo
Ma avevano "litigato" meno di due minuti prima, com'era possibile ciò?
Steve si avvicinò a grandi passi, era deciso, voleva capire cosa stesse succedendo.
Tony non diede segno di aver notato la sua presenza fino a che non gli si sedette sul divano di fronte.
Sembrava come incantato, guardava fuori dalla finestra e sorseggiava il suo alcolico, e aveva tutti i muscoli rilassati.
Quando però si accorse di Steve il suo sguardo mutò.
-Allora Rogers, come andiamo?- chiese con il suo solito ghigno.
-Come vuoi che sia Stark, meno di due minuti fa mi hai urlato contro che sono un Capitano incompetente che non si prende cura della propria squadra anche se io cerco in tutti i modi di migliorarla. E poi non mi sembra che gli altri abbiano qualcosa da obbiettare su i miei metodi da Capitano -
-Ma... forse hai ragione tu- era tranquillo, non sembrava contrariato e il suo tono di voce non sembrava tradire alcuna superiorità.
Era come se non gli fregasse nulla.
Ma questo non era possibile, si diceva Steve.
Ogni volta che guardava quell'uomo si rendeva conto di quanto complicato fosse.
Era intelligente, l'uomo più intelligente che Steve avesse mai conosciuto, e per questo lo ammirava molto, ma era come se le sue armature, le sue creazioni e, ovviamente, il suo whiskey fossero le uniche cose che gli importassero davvero, tutto il resto in lui sembrava non avere senso, gli avvenimenti gli scivolavano addosso, perfino quando era sul campo di battaglia aveva sempre quel ghigno, come se fosse felice, ma al contempo non gli fregasse nulla del fatto che stesse salvando milioni di persone.
E la stessa cosa era quando litigavano, lui voleva far prevalere le sue idee, e si arrabbiava per nulla, ma quando poi gli chiedevi spiegazioni la risposta era sempre: -mi andava- oppure -Sisi hai ragione tu-.
Ma Steve voleva svelare ciò che si nascondeva sotto il menefreghismo di Stark, voleva una volta per tutte dare un senso logico alle sue azioni, a quell'uomo.
-Ah si, e se la pensi così allora perché mi hai urlato contro, e poi te ne sei andato senza ascoltarmi? -
-Non toglievi gli occhi un minuto da quella roba- e indicò il foglio che ancora Steve teneva in mano, era un nuovo schema di combattimento datogli da Fury e lui quel pomeriggio lo stava analizzando prima di venire interrotto.
-Mi vuoi dire che visto che sono l'unico alla Stark Tower oltre a te ti sei comportato da bambino capriccioso per attirare la mia attenzione?- Steve era sorpreso, non pensava che un adulto potesse adottare stratagemmi così bambineschi solo per non rimanere solo, gli veniva quasi da ridere a pensare che quella fosse la reale ragione, ma sapeva che sotto sotto c'era qualcos'altro.
-Pensala come vuoi- la voce di Tony sembrava un po' offesa, ciò fece capire a Steve che non era solo quello.
-No voglio sapere la tua versione- il tono di Steve era deciso ma tranquillo, sapeva che per ottenere la verità da Stark, sempre che l'avesse ottenuta, ci voleva pazienza.
-Sai Steve...- era la prima volta che lo chiamava per nome, e Steve pensò che forse per una volta non era stato poi così difficile arrivare al punto.
-...la mia versione è semplicemente che siamo "soldati" entrambi, e chissà quanto ci rimarrà da vivere no?- e detto questo posò il whiskey sul tavolo e si girò verso di lui.
Non aveva lo sguardo lunatico e lontano di sempre, per una volta sembrava sincero.
-Hai ragione, ma cosa vuol dire tutto ciò, insomma una persona con tutta la vita davanti non litiga con i propri "amici" e noi che non sappiamo se domani moriremo possiamo il tempo ad urlarci contro?-
Alla parola "amici" Tony si irrigidì leggermente e Steve colse la palla al balzo.
-Si perché vedi, anche se tu mi consideri solo qualcuno che secondo te non ne fa una giusta, per me tu sei comunque mio compagno di squadra e io ti voglio lo stesso bene come un amico, anche se credo che tutta questa mielosità ti stia facendo venire il voltastomaco- era quasi ironico ma Tony continuava ad avere il viso corrucciato.
-Risparmiami i tuoi discorsi da capitano di squadra- rispose con voce leggermente scocciata.
A queste parole Steve perse la pazienza.
-Tu proprio non capisci eh? Ti arrabbi sempre con me, mi contraddici e sembra che per te io valga meno di uno zero delle volte. Tony tu sei fantastico ok? Intelligente, ironico e ci sai fare con le donne (a queste parole il capitano arrossì leggermente) ma è sempre come se per te la vita sia qualcosa di troppo superficiale, non la vivi, non ci sei dentro, raramente ho veramente visto delle espressioni sul tuo viso, e quasi sempre in laboratorio quando collaudavi un qualche nuovo aggeggio, ma Tony questa non è la vita, questo è il tuo hobby più grande lo capisco, ma ci sono molte altre emozioni che potresti provare, e non dirmi che hai vissuto e provato abbastanza, perché so che non è vero, che hai sempre cercato la passione, la felicità, quella scarica di adrenalina ma che ogni volta è come se ti avvicinassi a toccare quelle emozioni ma non riuscissi a viverle veramente, io Tony non so cosa ti manchi per viverle, e non sono arrabbiato per il modo in cui mi tratti, ma voglio aiutarti, voglio mettere ordine nella tua testa, voglio vederti vivere ok? Voglio che tu la finisca di bere, voglio che tu esca a farti una passeggiata, voglio che tu ti compri i biglietti per il concerto di un cantante che ti piace e voglio che tu vada a vederlo, voglio vederti sorridere veramente con una persona vera e non solo con la voce robotica di Jarvis, voglio che tu ricominci a respirare, che tu ricominci a vivere,perché questa senza offesa ma non è vita, voglio che tu ricominci a sognare, a viaggiare, a provare emozioni, voglio che i momenti che passano non ti scivolino addosso ma che ti entrino dentro e voglio che tu ne faccia tesoro, voglio vederti tra 40 anni, come un vecchio sorridente che ha vissuto bene la sua vita e che non ha nessun rimpianto, voglio che tu sia felice, tutto qui- Steve intanto si era alzato, il suo tono di voce non era un urlo, sembrava più un racconto di qualcosa di estremamente bello.
Allora anche Tony si alzò e gli andò davanti, e poi successe tutto così normalmente.
Lui lo baciò e Steve ricambiò e Tony mentre si baciavano si sentì come se finalmente avesse raggiunto la felicità, come se qualcosa gli avesse smosso tutte le viscere del corpo, si sentì leggero, completo.
E sorrise.
Cominciò a sognare.
A viaggiare con la mente su quello che lui e Steve avrebbero potuto fare insieme.
E quel momento gli entrò dentro e lo fece sorridere.
E finalmente tornò a respirare, a vivere.

Stony ItaWhere stories live. Discover now