Restart. |Jon Ross.

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CAPITOLO 9.
«Tu mi ami!» grida Jon prendendomi il polso, mi strattona talmente forte che finisco vicino al muro.
«No, non ti amo!» urlo io guardandolo in tono di sfida, sorride amaramente. «Sesso, era solo sesso!» mi dimeno cercando di liberarmi. Mi guarda triste e mi lascia, mi massaggio il polso guardandolo truce.
«Perché hai accettato di sposarmi?» chiede tristemente.

———
«Hannah tutto bene?» mi domanda Owen accarezzandomi il fianco, lo guardo e poi riguardo Jon. Devo mandare via Owen, non può stare qui e non deve vedere i miei casini.
«Devi andare via.» gli sussurro, mi guarda tristemente e obbedisce a ciò che gli dico. Saluta mio padre e fa un cenno a Jon e va via a testa bassa.
Non so come mi sento. Triste e spaventata. Ho un nodo alla gola, vorrei piangere ma non posso; magari dopo.
«Hannah questo giovanotto chiede di te.» mi richiama mio padre svegliandomi dai miei pensieri. Annuisco e scendo gli ultimi scalini, dico a papà che può andare e rimango lì a fissare Jon. Non riesco a descrivere la sua espressione ma è un misto tra tristezza e divertimento. È vestito diversamente dal solito, indossa un jeans e una t-shirt blu, i suoi capelli brizzolati sono in ordine grazie al gel ed ha la barba, non molto curata direi.
Lo spingo fuori prendendolo per la maglia, chiudo la porta alle mie spalle e aspetto che dica qualcosa.
Ma nulla, resta in silenzio a guardarmi.
«Cosa vuoi?» rompo questo silenzio, sbatte le palpebre e sorride amaramente.
«Nulla.» bugiardo. È un fottuto bugiardo. Nessuno fa un viaggio così lungo per nulla.
«Non credo che tu sia venuto da Londra per nulla. Cosa. Vuoi?» scandisco bene la mia domanda.
«Io e te ci amavamo.» inizia a dire «poi hai rovinato tutto! TUTTO.» urla agitando le mani, spaventata indietreggio. Ridacchio.
«Non ho rovinato perché non c'era nulla! Era una relazione malata, fatta di sesso e basta! Ora sei qui per dire ai miei che mi scopavo il mio professore? Fallo. O che stavo così male al punto di drogarmi e ubriacarmi? Fallo. Ma non parlare di quella cosa. Ti prego.»
Lo supplico, tsk sono arrivata al punto di supplicare questa persona ma non deve parlare di quella cosa.
«Quella cosa? Della tua overdose vorresti dire! Ho finto di essere tuo fratello, è grazie a me se sei viva.» quasi urla ma io gli tappo quella bocca con una mano, non deve parlare di questo ad alta voce.
«E no, non sono qui per quello. Io ti voglio Hannah. Torna da me.»
si avvicina a me e mi prende il braccio, lo guardo ad occhi stretti.
«No.» sospira e si tocca i capelli frustato.
«È per quello? Per quel ragazzo che era con te sulle scale?» va avanti e indietro apparentemente frustato, da un calcio all'erba, mi sta spaventando.
«Owen non c'entra nulla, non stiamo insieme e stagli lontano!»
Non deve permettersi di prendersela con Owen. Lui è buono. E poi non c'entra nulla in tutto questo.
«Allora perché non vuoi tornare? Io posso renderti felice.» dice aggiustandosi i capelli e tornando di fronte a me.
«Tsk...come ti ho già detto la nostra relazione era malata! Stavo male e ne abbiamo approfittato per stare bene entrambi o ti devo ricordare come stavi tu!» sbotto nervosa, mi sono stancata di parlare con lui. Ridacchia amaramente e si siede a terra. Lo faccio anche io e noto che osserva la casa dei Jefferson.
«Perché avevi accettato la mia proposta quando era solo sesso?»
mi domanda con voce tremante. Lo amavo, si. Lo amavo. Era il mio professore di filosofia, era bello e gentile con tutte ma con me era diverso. Mi sorrideva ogni volta che entravo in classe, mi aiutava con la materia e un giorno mi chiese di prendere un caffè diversamente dagli inglesi, odiava anche lui il the come me. Parlammo a lungo quel giorno, mi disse che la filosofia lo aveva sempre fatto sentire bene. Iniziammo una relazione segreta, ma quella relazione si trasformò in altro. La passione che c'era all'inizio sparì subito dopo la mia overdose. Bevevo. Mi drogavo e trovavo in lui un momento di sfogo, potevo fare sesso con lui quando volevo, eravamo in una relazione. Quando poi una sera ero talmente ubriaca che lui fece quella proposta ed io risposi si ridendo. Lui era abbastanza sobrio da capire che io non lo ero ma aveva preso sul serio la mia risposta. Ma ricominciai a pensare al mio bambino e a Will, decisi di rompere anche se con lui avevo solo fini sessuali. Ci rimase male ed anche io all'inizio, ma quando lui disse all'intera scuola che io avevo scopato un professore, me ne fregai apertamente.
«Ero ubriaca.» rispondo e lui sorride amaramente.
«Come sempre no?» si alza e si pulisce i pantaloni. Si avvicina a me e mi strattona avvicinandomi a se e si abbassa verso il mio orecchio. «Ti avviso Davis, io so cose di te che nessuno sa quindi sta molto attenta.» mi lascia e cammina piano.
«Cosa vuoi? Soldi?» urlo facendolo girare.
«No Hannah, non voglio soldi. Voglio che tu accetta le mie scuse e magari riprovarci.»
«Delle tue scuse mi ci pulisco il culo! Jon tu hai reso la mia vita a Londra un inferno! Il ultimo anno al liceo è stato terribile e tutto per colpa tua» dico puntandogli un dito contro «mi dispiace di averti fatto credere che tra noi poteva esserci qualcosa ma no, io non voglio te.»
Mi guarda disgustato e va via borbottando qualcosa. Do un calcio all'erba e do un urlo, un urlo che da sfogo a tutte le mie frustrazioni. Entro in casa sbattendo la porta d'ingresso e corro in camera mia. Jon Ross è uno stronzo, ecco cos'è. Un emerito idiota! Come si permette di venire qua e pretendere il mio perdono. Ha anche osato minacciarmi. Mi accascio al pavimento e piango, come faccio da quando sono arrivata. Quando avrò un po' di tregua? Quando tutto questo finirà?
«Hannah tutto bene?» papà bussa alla porta, mi alzo velocemente e mi sciacquo il viso. Soffio il naso e sorrido. Apro la porta.
«Sto bene.» mento.

povera Hannah!💔 cosa ne pensate di questa scoperta?

Restart. (IN REVISIONE) Where stories live. Discover now