Capitolo 7

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Passammo la notte nello strano edificio in cui Steve mi aveva portata.

Non era poi gran che popolato, si vedevano passare al massimo due persone alla volta, su un piano solo su 3.

L'indomani mi svegliai, con poche ore di sonno a causa della notte precedente.

Ero girata lateralmente e il materasso non mi era mai sembrato così comodo. Era ricoperto da un lenzuolo bianco neve, la stanza tutta grigia.

I materassi o in generale i "Letti" che ci sono allo S.H.I.E.L.D fanno davvero schifo. Puoi girarti quante volte vuoi ma ti alzerai sempre e comunque col mal di schiena.

Mi voltai per un secondo per guardare il tetto ma intravidi una figura maschile nella mia camera e mi sollevai urlando.

-M-mi scusi Signorina Rayman non volevo spaventarla..-

-Tu chi diavolo sei?!- domandai ancora urlando

La sua figura non sembrava essere del tutto umana. La sua pelle era di un rosso sbiadito e in alcuni punti del viso era come dorato, giallo, o che so io. Ero terribilmente spaventata.

-Mi scusi se non mi sono presentato, Io sono Visione.-

-Cosa diavolo è un Visione?!-

-Ero un programma signorina trasformatosi in mezzo uomo per poter salvare il mondo.-

Aspettai qualche secondo per rispondere, lo guardavo come se stesse dicendo la cazzata del secolo. Un metà umano che va a salvare il mondo, certo si, come no.

Di colpo entrò Steve, giusto qualche secondo prima che rispondessi

-Che è successo?-

-Questa..cosa è entrata in camera mia mentre dormivo.-

-Connie Visione non è una cosa, è una persona come tutti noi.-

-Una persona? Ma tu hai mai visto una persona con la faccia completamente rossa?!- domandai furiosa

-Beh effettivamente si.- rispose Steve annegandosi per qualche secondo nei suoi pensieri

-Beh ma non è questo il punto. E' cosi per varie ragioni se sto qui a spiegarti perchè non finiamo più, quindi...- disse spingendo Visione fuori dalla stanza

-Adesso è meglio che tu vada okay? Ciao ciao.- disse scherzosamente chiudendo la porta per poi tornare da me

-Va bene la nuova epoca, va bene le persone strambe tinte di rosso.. ma non può entrare in camera mia senza avvisarmi, è inquietante.-

-Visione lo è sempre stato.- disse sorridendo

-Dai vestiti, oggi ti porto fuori.-

-Fuori dove?- domandai io vedendolo uscire dalla stanza

-A vedere la parte bella del mondo.- disse sorridendo chiudendo poi la porta

Restai ancora qualche secondo a letto, poi mi alzai e mi affacciai dalla grande vetrata della stanza.

Non si vedeva niente da li. Nessuna città niente Smog, solo grandi distese verdi e tanto silenzio, era piacevole, la mattina.

Ogni volta che avevo qualche momento per pensare ripensavo a Bucky, e a quanto mi mancasse. Ero sicura che Steve dicesse in quel modo per farmi vivere più serena, magari con la speranza che un giorno torneremo davvero assieme, ma non avverrà mai in questo mondo.

Mi passa in testa di tornare allo S.H.I.E.L.D, dove i miei pensieri venivano offuscati da Fury e dai suoi allenamenti, in modo da non pensare più a Bucky, ma se penso a come mi trattano li dentro, cambio immediatamente idea e affronto il mondo con Steve.

Mi vesto e scendo al piano di sotto. Mi muovo con descrizione tra le stanze della struttura, non è casa mia e non posso fare come voglio.

-Allora, andiamo?-

-Si.- rispondo arrossendo lievemente, non passavo così tanto tempo con Steve da 75 anni.

Iniziamo ad esplorare la città, in tutto il suo valore.

Non pensavo che NewYork potesse diventare un così importante centro turistico, adesso ne è pieno zeppo. Le strade non sono mai le stesse, anche se sembrano tutte uguali.

La principale Wall Street 1°-9° ha un non so che di affascinante. Ci sono cabine telefoniche ogni 100 metri circa, tutte le insegne dei bar e dei negozi sono di un colore diverso con nomi molto creativi. Perfino l'asfalto prende sembianze diverse da vicolo a vicolo, in alcuni è più chiaro in altri più scuro. In alcuni più rialzato in altri con delle buche..

Insomma, Bisogna catturare ogni minimo, piccolo dettaglio di questa città, per acquisirne la piena bellezza.

Arriviamo in una stradina tra la 12° e la 13°, ci fermiamo davanti un negozio di abiti da sposa.

-Non posso credere che esiste ancora.-

-Cos'è?- domandai io osservandolo bene

-Una vecchia base della scientifica del nostro vecchio esercito, bastava rispondere correttamente alla proprietaria che si apriva un laboratorio immenso li sotto.-

-Wow... figo.- risposi io

Continuammo la nostra passeggiata, e a me non sfuggiva niente.

Andammo a visitare la statua della libertà, una magnifica ed imponente statua tutta rivestita di un verde particolare. 

Grazie alla nomina che Steve si era fatto negli anni ci fecero salire fino alla cima della statua se non oltre. Ci sono zone dove è impossibile accedervi, per via della scarsa sicurezza.. ma con Captain America al tuo fianco, potevi anche superarli, questi confini.

Steve mi fece salire sulla punta della torcia che teneva nella mano destra la statua. Per dare l'idea che questa fosse una fiamma, è stata rivestita con del metallo, tutto quadrettato e sfortunatamente ammazzato in un angolo, ma sempre ben fatto.

-Com'è il mondo visto da qui?- domandò lui sorridendo, godendosi il fresco vento che soffiava in cima

-Semplicemente Magnifico.- risposi io, entusiasta di vedere una così meravigliosa visione

-Beh, io mantengo sempre le mie promesse.-

-Che intendi?-

-Ti avevo promesso che ti avrei fatto vedere solo la parte migliore, beh, eccola.. la parte migliore.-

Don't Let Me Go ||Bucky Barnes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora