Diciotto.

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Louis tiene il naso appiccicato al finestrino, i palmi delle mani appoggiati simmetrici ai lati della testa, il respiro emozionato che appanna il vetro.

Il treno sobbalza ogni tanto, facendogli sbattere la fronte contro il vetro, ma a lui non interessa, perché sa che manca soltanto una manciata di minuti al suo arrivo a King's Cross.

E' il suo primo viaggio così lontano dal paese. Forse è addirittura la prima volta in cui esce dal paese da solo, perché Louis si sforza, ma non riesce a trovare nessun'altro ricordo di lui che si allontana da solo da casa.

Anche se neppure stavolta sarà da solo, non in senso assoluto.

Il treno comincia a rallentare, i freni scricchiolano e Louis scatta in piedi, andando quasi di corsa verso la porta, trascinandosi dietro la valigia, quasi come se non pesasse nulla.

Scende, mescolandosi in mezzo alla folla di gente lungo il binario, un'espressione spaesata che illumina i suoi occhi azzurri, mentre si guarda intorno, fermo come un bambino sperduto, mentre la gente gli scivola attorno.

Ma Louis non ha intenzione di muoversi, non finchè non vedrà lui, quell'unica persona che muore dalla voglia di stringere e baciare in quel momento.

"Lou!"

La voce limpida di Harry lo fa voltare di scatto e se lo ritrova lì, a qualche decina di metri di distanza da lui, con un sorriso che potrebbe illuminare l'intera città.

Louis lascia a terra la valigia e gli corre incontro, buttandogli le braccia al collo e stringendosi a lui, come se non lo vedesse da una vita.

"Non ero più abituato" mormora, con le labbra ad un millimetro dall'orecchio di Harry.

"A cosa?"

"A saperti così distante da me."

Harry fa una piccola risata, che si infrange dolcemente fra i capelli di Louis, facendoglieli muovere lievemente: "È passata soltanto una mattina..."

"E' tantissimo tempo!" risponde Louis, con un sorriso.

Nemmeno se ne rende conto, Harry gli prende il viso fra le mani e unisce le loro labbra in un bacio.

Louis si separa bruscamente, con uno sguardo terrorizzato: "Sei pazzo? Siamo in mezzo alla gente..."

"E allora?" Harry alza le spalle. "nessuno sta facendo caso a noi."

Louis si guarda intorno, sconvolto dall'indifferenza completa della gente che li circonda. Non c'è nessuno che sta ridendo, nessuno che li sta additando, nemmeno nessuno che li guarda.

"E' perché non ci hanno visti, sennò..."

"No, è perché a nessuno importa di quello che facciamo."

Louis annuisce, poco convinto, ma in questo momento non gli interessa, è troppo felice di rivedere Harry, decide di fidarsi di lui completamente, come ogni volta.

Gli nasconde il viso nel petto e strofina il naso contro la sua maglietta.

"Ehi...se avessi saputo che sarebbe bastata una mattina di lontananza per renderti così affettuoso l'avrei fatto molto prima."

Louis ridacchia, ma non si muove.

"E poi...era davvero necessario andare via con quattro ore di distanza?" chiede Harry.

Louis alza la testa e fissa il suo sguardo in quello del riccio: "Certo, se fossimo partiti con un giorno o due di distanza sarebbe stato meglio ma...meglio che niente. Abbiamo sviato in parte i possibili sospetti."

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