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Nessun particolare TW in questo capitolo, è un po' una tregua.

Song: The Sound - The 1975

La sensazione che stavo provando era devastazione.

Non ero sicuro di voler aprire gli occhi, magari se li tenevo chiusi abbastanza potevo far finta che nulla di tutto quello stesse veramente succedendo.
Una voce mi riportò alla realtà, anche se per quello che ne sapevo poteva anch'essa essere frutto della mia fantasia, e avrei dovuto pensarla così, perchè ero in una cella di isolamento, non c'era nessuno apparte me.

Stavo allucinando?
Ero impazzito?
Non sarebbe stato sorprendente, a dir la verità.

"Sveglia, raggio di sole!"

Eccola di nuovo, quella voce.
In quel momento sperai con tutto me stesso che non fosse un'allucinazione, perchè se quella voce profonda che fingeva entusiasmo era opera del mio subconscio allora voleva dire che esso voleva davvero esasperarmi.
Poi pensai che, anche se non era un'allucinazione e non ero matto, sarei comunque impazzito, con quella voce nelle orecchie.

Passò poco meno di un minuto, poi lo sentii iniziare a mormorare in maniera assente quella che sembrava una canzone, a volte pronunciava qualche parola che usciva di strascico dalla sua bocca, quasi impercettibile, finchè non sospirai, e lui si fermò bruscamente.

"Allora /sei/ sveglio. Cosa, dai mamma cinque minuti in più?"
Rise leggermente alle sue stesse parole, e in quel momento desiderai ardentemente la solitudine che mi consumò i giorni precedenti.

"Ma se me ne vado poi chi ti fa evadere?"

Aprii gli occhi di scatto, il mio sguardo saettò all'istante verso l'unico intruso nella monotona cella.
Primo, io non avevo parlato affatto, secondo, dovevo essere completamente fuori di testa, se la mia stessa mente mi stava prendendo in giro fino a quei livelli.
Un ragazzo era seduto vicino al muro, robusto, vestito di un paio di pantaloni a mezzagamba e una maglietta senza maniche nera, con un cappello in testa e pochi ricci rosa che facevano capolino da sotto il cappello.
Era in una posizione rilassata, come se situazioni come queste erano all'ordine del giorno per lui, le spalle erano basse e un sorriso di scherno stirava le sue labbra.
Il suo braccio destro era come dipinto, colori e forme che creavano una vera e propria opera d'arte sulla sua pelle, mentre sul suo braccio destro c'erano dei simboli che non riconobbi e una croce.

Il ragazzo del sogno.

Questa volta era più definito, e lo riconobbi come colui che mi guidò all'interno della prigione, che mi fece finire in isolamento.
"Chi sei"
Quelle parole uscirono molto più tremolanti di quanto avrei voluto, l'ultima cosa che volevo fare era mostrare debolezza, paura o nervosismo.

"Io?" alzò leggermente le sopracciglia e assunse una posizione più rigida, fingendosi confuso.
Si guardò intorno, poi annuì, in una conversazione con se stesso.
Mi guardò, sorridendo ampiamente.
"Chiamami Josh, sono un Angelo del Signore."
La sua voce era rassicurante, calda, e per un secondo scorsi un filo di sincerità nel suo tono.
Pensai che in diverse circostanze sarei stato lì a pendere dalle sue labbra e da tutte le parole che avrebbe pronunciato.
E poi, mi dispiacque ammetterlo, ma era veramente affascinante.

Scoppiò in una risata sincera, riducendo gli occhi nocciola a fessure.
"Grazie, ma così mi fai arrossire"

Ancora, io non avevo detto una parola.

Sospirai, in qualche modo sicuro che ero ormai completamente impazzito.

Angelo del Signore? Scherziamo?

Anche se ero pressoché religioso, tutto quello non aveva senso.

"Se non ha senso allora com'è che puoi alzarti in piedi e non hai troppa fame?"

Lo guardai, ancora incredulo.

"E allora perché io? Perché non persone più bisognose di me?"

Mi guardò, i suoi occhi fissi sui miei, e cercai di non distogliere lo sguardo.

In parte volevo guardare per terra o in qualsiasi altro punto, perché era uno scambio di sguardi intenso e mi metteva leggermente in soggezzine, ma in parte volevo restare con lo sguardo fisso in quelle pozze color mocha per memorizzare ogni piccola sfumatura e imparare la sensazione di quello sguardo su di me.

"Ascoltami.- la sua voce in quel momento era seria e sicura di se, probabilmente scesa di un ottavo- Vorrei dirti che hai questo grande futuro, che devi sopravvivere per fare del bene, che hai un motivo per vivere, ma non so nulla, in realtà. So solo che non è il tuo turno a morire."

Aprii la bocca per dire non so cosa, magari per chiedere un altra domanda, o per sapere di più del ragazzo, o per dirgli che erano tutte cazzate, ma venni interrotto dalla porta che si apriva, facendomi sussultare.

Una guardia entrò per un secondo o poco più lasciò un vassoio di plastica sul pavimento.

Mi rigirai verso il Ragazzo, ma era sparito.

Come se non ci fosse mai stato.

E, non volevo crederci neanche io, mi sentivo solo.

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AAAAAY

non avevo voglia di farlo soffrire lmao, povero figliolo.

ho la speranza che dai prossimi capitoli questa ff diventerà meno pesante??

(pfft.)

niente, grazie tantissimo a @fluorescentemo e @oreolarryandfour per essere belle persone??? meritano tanto.

e si, cercherò di scrivere più spesso chiedo venia

(vi chiedo di perdonarmi eventuali errori, è l'una di notte e boh, dovevo per forza finirlo, al limite correggo domani)

(also ci sta una mini reference a supernatural nel capitolo vvb)

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⏰ Last updated: Jul 14, 2016 ⏰

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Take It Slow || Joshler #Wattys2016Where stories live. Discover now