Capitolo 23-Cedimento

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Rosie pov's
Io e Riccardo siamo ancora sul terrazzo e tra noi due regna un silenzio che farebbe invidia ad una tomba. Questa situazione non mi piace, anche perché mi sta mettendo in difficoltà con tutte le frasi che scorrono fuori dalla sua bocca come l'acqua di un torrente. Poi cadono a terra, nello spazio che ci divide, e il tonfo le fa rimbombare nella mia testa. Purtroppo, mi sto rendendo conto, pian piano, che sono vere.
Riccardo-" Rosie perché sei così?"-
Mi chiede in tono triste, che è strano da sentire emesso da lui.
Riccardo-" Io ho sempre creduto che avresti continuato ad amarmi, anche se all'inizio mi avresti considerato uno stronzo per averti ignorata ed essere praticamente scappato in Italia. Pensavo che il tuo amore sarebbe continuato, che avresti pensato a me ogni giorno e non me ne frega se mi avessi immaginato come la cosa peggiore che ti fosse mai capitata nella tua vita, mi basta solo che le tue attenzioni fossero rivolte a me, nel bene o nel male. Ho cercato di ignorarti in tutti questi anni, ma non ci sono riuscito, Rosie."-
Lo guardo con gli occhi più ghiacciati possibile, anche se mi risulta molto difficile visto che il mio cuore sembra un cioccolatino al sole.
Rosie-" E perché? Perché l'hai fatto? Ti facevo proprio così schifo? Hai una bella faccia tosta a ignorarmi per un sacco di anni e poi ripresentarti qui."-
Riccardo-" La gente si rende conto di ciò che perde quando l'ha persa davvero. E siccome sono un essere umano, anche per me vale lo stesso."-
Rosie-" Pensavo che tu fossi diverso. Che mi avresti fatta felice. Che saresti stato al mio fianco quando ne avrei avuto bisogno, come io avrei fatto con te. Ma mi sono fatta solo illusioni."-
Lui scuote la testa quasi per convincermi a cambiare atteggiamento e dire ciò che vorrebbe sentirsi dire.
Riccardo-" Smetti di dire così, non sei tu che stai parlando."-
Rosie-" Ah no?"-
Riccardo-" Senti, so benissimo di aver sbagliato e ti chiedo scusa, ma adesso smetti di mentire a me e a te stessa. Io so che tu non vuoi davvero dire quello che stai dicendo."-
Non sto capendo più niente. Il cervello mi dice una cosa, il cuore un'altra. Che devo fare?
Riccardo-" Te l'ho detto che morirei per te."-
Rosie-" Perché parli così, Riccardo?"-
Punta i suoi occhi color cioccolato sui miei.
Riccardo-" Perché io ti amo, Rosie."-
Resto pietrificata e tutto in me si disconnette. Quasi non percepisco più il battito del cuore, il mio piccolo cuore incerottato e scheggiato.
Poi capisco.
Io non dovrei essere qui.
Devo distrarmi.
Andarmene.
Non conosco bene la strada, ma qualunque luogo sarebbe meglio che qui.
Spingo la postafinestra con forza e fuggo nel corridoio. Riccardo, però, non ci mette molto a raggiungermi. Riesce a spingermi addosso al muro, accanto alla porta di un'aula. Rabbrividisco al contatto con la parete.
Mi ferma prendendomi per le spalle, senza lasciarmi via di scampo.
Riccardo-" Rosie perché fai così? Perché mi eviti?"-
Gli trema la voce. Non può mettersi a piangere, no?
Riccardo-" Capisco che ti ho spezzato il cuore, ma anche tu stai facendo lo stesso con me. Le tue parole sono come dei coltelli nel petto, fanno malissimo. Ti prego, Rosie, non fare così..."-
Sento gli occhi umidi. Non devo cedere. Non. Devo. Cedere.
Riccardo-" Io sono disposto a fare qualsiasi cosa per te. La mia vita... la mia vita non avrebbe senso senza di te."-
Mi brucia la gola; un fortissimo dolore me la sta seccando completamente e mi ha tolto il respiro.
No piccola guerriera, tieniti l'armatura, mi suggerisce la poca ragione che mi è rimasta.
Alzo la mano destra e cerco di tirargli uno schiaffo, di quelli che ti fa più male il gesto che l'impatto tra mano e guancia.
Ma qualcosa va storto.
La mia mano viene bloccata saldamente da quella destra di Riccardo, che la afferra e la spinge verso di me, costringendomi a tenerla a mo' di scudo.
Il mio respiro si fa sempre più irregolare, la vista si sfuoca sempre di più. Cerco di liberarmi da Riccardo, che per me è come un peccato mortale, ma le forze non me la permettono.
Non ce la faccio.
Riesco a sentire la mia armatura cadere a terra con un tonfo metallico e sbriciolarsi sotto i miei piedi.
E poi le lacrime. Fanno a gara per vedere chi arriva per prima a terra.
E sono tante.
Tantissime.
I singhiozzi rimbombano per tutto il corridoio, come le urla della mia anima distrutta dall'amore.
Mi stupisce che Riccardo non faccia nulla. Da quel poco che riesco a vedere, è immobile e mi sta fissando.
Dritto dritto negli occhi.
Mi lascia piangere per un tempo che mi sembra infinito, come per farmela pagare e farmi sentire fino in fondo cosa si prova.
E ha ragione.
Me lo merito.
Quando capisce che se piangessi di più entrerei in uno stato decisamente preoccupante, mi mette le mani sul viso e mi asciuga le lacrime con i pollici.
Sotto il suo tocco, mi tranquillizzo.
Riccardo-" Quando gli angeli piangono piange tutta la Terra con loro."-
Mi dice mentre le lacrime gli scorrono copiose dagli occhi e gli rigano il volto, cadendo a terra. Riesco quasi a sentirle quando raggiungono il suolo. A differenza di me, lui non è scosso dai singhiozzi.
Riccardo-" Non piangere. Le tue sofferenze sono finite."-
Non posso vederlo in questo stato. Appoggio le mani sulle sue guance e gli asciugo anch'io le lacrime. Sotto quei piccoli gesti, lo sento sussultare.
Rosie-" Allora non piangere neanche tu. Ti prego."-
Passo le braccia attorno al suo collo e mi stringo a lui in un abbraccio che ricambia, affondando il viso umido sulle mie spalle.
Ma come ho fatto ad essere così stupida in tutti questi anni? Come ho fatto a respingere la persona che desideravo così tanto?
Mi merito questi singhiozzi, queste scosse di dolore. Sono stata cattiva, anzi, perfida con Riccardo. Non si meritava tutto quello che gli ho fatto. Credevo di essere cresciuta, ma crescere non significa odiare le persone che ti vogliono bene.
Crescere significa capire.
E io non ho capito proprio un bel niente.
Rosie-" Scusa, Riccardo..."-
Ripeto la parola "scusa" una decina di volte, stringendolo sempre più forte.
Rosie-" Sono stata una stupida a trattarti in questo modo, a farti soffrire per colpa del mio atteggiamento da vipera, a respingere così la persona..."-
Riccardo-" Shh... di quello parliamone in un altro momento."-
Alza la testa e mi guarda negli occhi.
Riccardo-" Ora mi basta averti."-
Avvicina sempre più il viso al mio. Chiudo gli occhi e aspetto di vedere come sarà la mia fine.

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