~26~ Seconda Casa.

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Dopo un lungo ed estenuante viaggio, che sembrava intenzionato a non finire più, finalmente eravamo arrivati. Eravamo tutti di fronte ad un enorme villa a tre piani.
Non era esattamente in centro città,era quasi in periferia, e sotto alcuni punti di vista era meglio così, almeno c'era meno confusione e potevamo stare tutti un po' più tranquilli, rispetto alla frenetica vita di città. Ma tornando alla casa... era davvero fantastica, c'erano grandi vetrate e già potevo vedere una piscina all'aperto su un lato della casa. Dall'entrata ci separava solamente una piccola scalinata. Non mi sembrava vero che fosse mia, anche se sapere di averla vinta illegalmente con una corsa clandestina non era il massimo.

"Ecco a te le chiavi della casa. Ho firmato io il contratto. Agli occhi della polizia è mia perfettamente in regola. Bastian può anche essere un ragazzo viziato e pieno di soldi, ma è abbastanza onesto in queste cose, anche se può non sembrare così" disse Jacob porgendomi le chiavi. Pensare che quel tizio fosse onesto era molto difficile. Ma se lui diceva così allora meglio. Nonostante tutto fremevo dalla voglia di vedere quella casa all'interno, la curiosità mi stava divorando... così come a Sophia, visto che guardava la casa con occhi sognanti e saltellava.

"Ti ringrazio" dissi prendendo le chiavi che mi stava porgendo. Andai verso Sophia con il borsone in mano e lo zaino in spalla e la presi a braccetto.

"Andiamo?"le chiesi sorridendo pur sapendo e condividendo perfettamente la risposta.

"Si!!"esclamò con un grande sorriso che non potei non ricambiare.
La sua emozione era a dir poco contagiosa. Ma d'altronde era di Sophia che stavamo parlando.

"3..2.. 1.." iniziai il countdown mentre le gambe cominciavano a fremere. Sembravamo due bambine che aspettavano di salire sulla loro giostra preferita al luna parck.

"VIAAA"urlammo contemporaneamente per poi iniziare a correre fino ad arrivare di fronte alla porta. Sentivamo gli altri in sottofondo ridere. Ma in quel momento non ci importava nulla. Presi velocemente la chiave e aprì come un fulmine la porta. Piombammo dentro casa e buttammo le nostre valige all'entrata, non badando ai danni che potevamo procurare ai computer, trucchi, profumi ecc...
Ma capiteci, la curiosità era incontenibile. Iniziammo ad aprire tutte le porte, cominciando dal salotto. Assolutamente bellissimo, era enorme con un divano beige a quattro posti che continuava su entrambi i lati con altri due posti a testa, otto in tutto, ai piedi del divano c'era un tavolino e di fronte... un televisore grande quasi quanto la parete. C'erano anche delle vetrine con moltissimi liquori e vini pregiati, sulla sinistra c'erano due gradini che portavano ad uno spazio con due poltrone e una piccola libreria. Continuammo il giro con la cucina, il paradiso per chi ama cucinare... era dotata di tutto. Un piano di lavoro in marmo bianco molto grande con una sopraelevazione dove poter mangiare, infatti c'erano tre sedie, fornelli digitali, due forni, lavandini, un frigo davvero spazioso, dispensa e tutti i vari cassetti dove poter metterci le pentole ecc...
C'era inoltre un tavolo piuttosto grande dove poter pranzare e cenare. Dopo avere guardato anche il bagno passammo alla sala 'hobbie', l'avevamo chiamata così perché c'era un tavolo da biliardo, un divano da quattro posti più due sul lato sinistro e due poltrone sul lato destro, a differenza del primo salone. Inoltre anziché avere un televisore c'era un camino,un pianoforte e mini piano bar. Ma la cosa che mi affascinò di più fu una seconda stanza, separata da quella principale solo da un piccolo corridoio stretto, senza porta. Prima di entrare nella vera e propria stanzetta c'erano due gradini, una volta scesi vidi due grandi poltrone marroni che già emanavano comodità, ma passando al pezzo forte... le pareti erano piene, ma dico piene di libri. Il mio piccolo paradiso. La stanza per l'appunto non era grande... era piccola e circolare, illuminata solo da qualche piccola luce che dava un'atmosfera speciale. Quando vidi libri di scrittori e filosofi come Carlos Ruiz Zafon, Edgar Allan Poe, Schekespeare, Freud ecc... sapevo che li avrei voluto passare il resto della mia vita. Ma purtroppo dovetti uscire perché Sophia voleva salire al piano superiore. Uscite dal mio angolo di paradiso mi accorsi che accanto al pianoforte partiva una lunga scalinata in legno con a lato una vasta vetrata. Una volta su ispezionammo le tre camere da letto, tutte con letti matrimoniali, con varie fantasie e colori diversi e grandi bagni per ognuna. Salimmo ancora di più, all'ultimo piano, e ciò che ci trovammo davanti lasciò a bocca aperta entrambe. Il piano si divideva in due parti, la prima era formata da una sauna e, a parte, vasca idromassaggio spaziosa e docce. Invece la seconda era formata da una piscina davvero grande, sia in larghezza che in lunghezza e, a prima vista, molto profonda. Fortunatamente, per ovvi motivi, le vetrate, anziché affacciare sulla strada, affacciavano sul retro, la vista era semplicemente una parte della montagna. Per l'appunto la casa era alle pendici di una montagna, una zona piuttosto intima. Le rocce impedivano il flusso eccessivo di sole e le poche luci azzurrine e bianche, davano alla piscina un'atmosfera unica. Dopo un lungo tour della casa io e Sophia decidemmo di tornare dagli altri, che nel frattempo erano entrati.

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